Renate, il ds Abbate a TLP: "Pago per colpe che non ho"

Dopo essersi visto inibire per quattro mesi dalla Commissione disciplinare nazionale, il direttore sportivo del Renate Luigi Abbate ha spiegato in esclusiva ai microfoni di TuttoLegaPro.com le modalità che hanno portato a questa sanzione, la prima della sua trentennale carriera.
"Ritengo e sostengo a viva voce di aver pagato per colpe che non ho. C'è stato insomma un clamoroso disguido" sono le prime parole del ds nerazzurro che tiene a precisare: "Ho vissuto in una società (il Legnano, la sanzione si riferisce infatti al periodo trascorso da Abbate nella società lilla, poi fallita, ndr) che purtroppo sappiamo tutti com'era. All'interno della stessa sono state prese delle decisioni comunque sempre nella norma, anche se poi qualcuno ha omesso di dire tutta la verità e alla fine chi paga sono sempre i soliti onesti. Non ritengo di sentirmi addosso questa squalifica - al di là del fatto che mi è stata inflitta. - Ne prendo comunque atto, visto che è giusto accettare anche le cose non simpatiche. Vorrei aver potuto pagare per un errore veramente commesso. Moralmente comunque mi sento a posto, visto che per me non c'è stata nessuna irregolarità".
La giustizia sportiva, invece, parla di irregolarità nel trasferimento di un giocatore (Alessandro Comi, ndr) dal Legnano all'Insubria e in merito il ds Abbate sottolinea: "La procedura utilizzata è una consuetudine di tutte le società che esistono nel panorama del calcio italiano. L'articolo 1 dice che non si può cambiare il tesseramento, ma in questo caso era stato cambiato per agevolare sia il calciatore - affinché potesse giocare - sia la società (l'Insubria appunto, ndr) che aveva esaurito il numero di prestiti consentiti dalle norme. Tutto questo ha portato alla squalifica, ma io continuo ad evidenziare che non ho nulla di cui vergognarmi".
Insieme a lui sono state inibite anche altre persone, allora con ruoli dirigenziali all'interno del Legnano e dell'Insubria, ma l'unico cui la sanzione impedirà di svolgere le proprie mansioni sarà proprio il ds nerazzurro: "Già, l'unico che veramente pagherà sono io, visto che sto ancora lavorando. Tra le altre persone infatti c'è chi oramai non fa più il dirigente e poi comunque la società non esiste più. Lo accetto, ma continuo ad evidenziare che non abbiamo fatto nessun tipo di irregolarità".
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