Scianò: "Preoccupato dalla chiusura dei bilanci 2024/25 in autunno"

Marco Scianò, ex direttore generale del Piacenza, è intervenuto ai microfoni di TuttoC.com per commentare i temi caldi della Serie C all'indomani della scadenza per le iscrizioni al prossimo campionato: "C’è l'urgente necessità di un intervento che salvaguardi le piazze del nostro calcio e che crei le condizioni per fare calcio in maniera sostenibile e sano. Requisiti stringenti e chiari, supporto economico vero di tutto il sistema. C’è bisogno di un cambio culturale, la sostenibilità per raggiungerla richiede competenze applicate in ambito sportivo e di gestione del club".
Il pallone risente della situazione economica del Paese.
"Sicuramente la crisi è forte, nello scenario attuale fare calcio presuppone impegni economici significativi e sottolineo anche grande passione e tempo da dedicare. Per costruire qualcosa serve impegnarsi e questo non è conciliabile per tutti. E come ho detto prima serve grande cultura di gestione, spesso il calcio porta ad agire di pancia e anche chi smosso da sani principi perde il controllo economico".
Il sistema può reggere 60 squadre o serve una seria riforma?
"Più che un numero che non può reggere, non può reggere situazioni così diverse e fuori controllo. Vanno messi più filtri e categorie. A, B e C su due livelli di pretese economiche e di requisiti necessari perché il professionismo richiede grandi sforzi e spesso ci si accorge che la cosa diventa troppo pesante per i presidenti che non vanno lasciati mai soli ma aiutati. Nessuno gli prescrive di fare calcio, è la passione che ti smuove".
Notizia di ieri la mancata iscrizione del Brescia, chiudendo una storia di 114 anni che visto giocatori del calibro di Baggio, Hubner, Caracciolo, Guardiola e mister importanti.
"Una ferita per il calcio italiano e per Brescia squadra che ha scritto pagine di calcio memorabili. La storia ci testimonia da tempo che i presidenti che volevano uscire dal calcio l’hanno purtroppo sempre fatto in maniera traumatica, attraverso fallimenti o situazioni deficitarie in tutte le categorie, è più difficile uscirne bene che entrare e credo che nessuno di loro era spinto da commettere errori del genere",
Si aspettava che Cellino non iscrivesse la squadra?
"Non conosco bene la situazione, ma mi sembra di vedere sia questo triste epilogo non parta da oggi ma da una faccenda che ha strascichi e problemi che partono da molto più tempo, i campanelli di allarme c’erano già da prima".
La sindaca sta provando a fare una fusione con una tra Feralpisalò, Ospitaletto e Lumezzane. Che risvolti può avere?
"Brescia ha il tessuto imprenditoriale più importante d’Italia, una provincia da quasi 1 milione e 400 Mila abitanti. Oltre che 3 squadre professionistiche oltre a quello che poco fa era il Brescia Calcio. C’è l’opportunità che una di questa si metta a disposizione di Brescia e della sua storia per far ripartire il calcio. Fosse una azienda di un altro settore sarebbe facile agire, ma è un club di calcio ed è un argomento delicato, c’è in ballo anche il sentimento e il pensiero dei tifosi che conta molto in questo".
La SPAL altra società in crisi già da tempo e altra ad aver presentato domanda incompleta.
"Un’altra situazione con segnali inequivocabili da tempo. La ripartenza deve rappresentare un modo per ricreare basi solide e durature, non sarà facile ma il popolo spallino ha dimostrato di saper sempre risorgere più forte di prima, il tempo è galantuomo".
Su questo tema non c'è disparità tra nord e sud: tra mancate iscrizioni e fallimenti sono 3 le squadre a testa.
"No la crisi del calcio colpisce ormai in maniera indiscriminata territorialmente. Come ho detto in precedenza è un problema di ordine nazionale per il nostro calcio e di cultura di gestione d’impresa e sostenibilità Pensiamo però che ci sono anche tanti casi positivi di club che stanno facendo bene con qualità sportiva e gestionale. Penso a Napoli, Udinese, Atalanta, Empoli, Mantova, Reggiana e anche in categorie sotto, da cui prendere spunto. Penso che dai problemi spesso possano nascere delle opportunità di cambiare le cose in meglio o almeno bisogna fare di tutto e di più perché ciò accada".
Secondo lei potranno esserci altre sorprese?
"Non credo in altre sorprese in merito alle iscrizioni rispetto a quanto emerso, ma resto seriamente preoccupato per quanto accadrà durante la prossima stagione, in particolare in autunno quando i club iscritti saranno chiamati a ingenti sforzi per coprire i costi della stagione e in particolare per chiudere i bilanci, e quindi coprire le perdite della stagione 2024/25 che non sono solo pagare gli stipendi dei giocatori".
Il suo nome è collegato a un imprenditore che sarebbe interessato alla ripartenza della Lucchese.
"Come capo del dipartimento calcio di MergersCorp, abbiamo il mandato di rappresentanza di alcuni imprenditori che hanno interesse a valutare alcuni club verso spesso unicamente spinti da passione o legame con quel territorio, come abbiamo altresì mandato di diversi club in Italia e all’estero nella ricerca di acquirenti qualificati. Uno di questi ha manifestato un interesse approfondire la situazione di ripartenza della Lucchese, per altri imprenditori stiamo intermediando altri club. Sono aspetti che richiedono discrezionalità e un modo di agire professionale e rispettoso di tutto. Sicuramente quanto successo in questi ultimi settimane tra scandali riportati dai servizi delle Iene, scandali tributari su falsi crediti e tanti fallimenti, sono una pagina di pubblicità negativa per chi vuole impegnare passione, tempo e denaro nel calcio in un sistema che mostra un lato altamente malato nel quale impegnarsi".
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