Baldini: "Mago o filosofo? Sembra presa per il cul*. Io sempre me stesso"

L'ennesima vittoria in carriera di Silvio Baldini accende nuovamente i riflettori su una figura iconica delle categorie inferiori italiane e non solo, con l'allenatore che a Il Corriere dello Sport parla del suo personaggio e della B ottenuta col Pescara.
Si offende se la definiscono mago e filosofo?
"Sono definizioni che sanno di presa per il c... Poi, dipende anche da dove vengono certi giudizi. Per esempio, dopo le due finali con la Ternana, mi ha chiamato De Zerbi - che conosco dai tempi di Brescia, da ragazzino intelligente e silenzioso - e mi ha detto: “Silvio, secondo me tu hai messo il Pescara in campo benissimo, sempre salendo con la difesa. Se una squadra nel 2º tempo supplementare si alza come avete fatto voi, poi vinci e non per caso”. Senza lavorare tantissimo i risultati non arrivano. Sempre il mio amico Augusto sostiene che un allenatore in panchina - o un professore in cattedra - è bravo quando lo dicono i calciatori".
La sua visione del mondo non è cambiata nel tempo: valori, passione, lavoro. Trent’anni nel calcio non sono riusciti a trasformarla in un “risultatista” a tutti i costi. Come si è salvato da questa ossessione?
"Io sono sempre stato così e non mi sono mai sentito diverso dagli altri. Restare se stessi è fondamentale. Anche io voglio vincere, ma attraverso il lavoro, con la squadra che abbia quest’unica etica. Tra l’imporsi rubando la partita o farlo attraverso l’ambizione di riuscirci, preferisco la seconda soluzione. Con la Ternana non siamo stati solo fortunati. Proprio no".
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