Ds Pro Vc: "Grazie a chi ci è stato vicino anche in momenti difficili. Non volevamo soffrire così"

L'1-0 contro la Pro Patria ha regalato la salvezza alla Pro Vercelli, andando a pareggiare al ritorno il risultato dell'andata, con le Bianche Casacche che hanno potuto far valere il miglior posizionamento in classifica al termine della regular season.
È stato il direttore sportivo Francesco Musumeci ad analizzare il tutto: “Intanto, voglio fare i complimenti alla Pro Patria. Non sono frasi di rito, lo sento davvero. Mi dispiace che una delle due squadre della zona playout dovesse retrocedere, anche perché con la Pro Patria c’è sempre stato un rapporto di stima, al di là della rivalità tra tifosi. Ci dispiace, perché poteva toccare a noi. Per questa salvezza, ringrazio innanzitutto Gardano e il suo staff, che hanno preso la squadra in un momento delicato. Complimenti anche a mister Banchini, al suo staff precedente, a Paolo Cannavaro, Rolando Bianchi e il loro staff: se abbiamo fatto questi punti e siamo arrivati ai playout, c’è anche il loro contributo.
Permettetemi, visto che vengo raramente in conferenza stampa, di ringraziare la famiglia Pinceroli, che mi ha dato l’opportunità di misurarmi in un campionato difficile, in una piazza gloriosa come la Pro Vercelli. Grazie anche a chi, nei momenti difficili, e ne abbiamo avuti tanti, ci è stato vicino: lo staff medico, Clemente Gianvito, Jean, Ina, Renzo, Stefano Antona, Antonello della Biverbanca, che è stato una spalla incredibile, Alessandro Piccica, Mattia Serchione, sempre disponibili con voi e con noi 24 ore su 24. Non ultima, la lettera che hanno affisso negli spogliatoi, che credo abbia contribuito alla prestazione di cuore. Grazie anche a Tiziana, al nostro segretario Toti, a Giuseppe Carbonaro, mio collaboratore, e a Enzo, con cui ho condiviso altre esperienze a Tortona. Un grazie speciale al nostro infaticabile team manager, Paolo Guidetti, che mi è stato vicino e ha supportato i ragazzi nei momenti più bui, quando sembrava non ci fosse luce. Siamo stati coesi, compatti, non abbiamo lasciato trapelare le problematiche interne, siamo andati dritti verso l’obiettivo e lo abbiamo raggiunto. Infine, ringrazio la mia famiglia, che mi ha permesso di stare lontano da casa, e mia cognata, che sta lottando con qualcosa di più importante di una vittoria o una sconfitta”.
Una Pro Vercelli che doveva recuperare una sconfitta, che va in vantaggio ma perde il suo bomber Gianmarco Comi per un colpo alla testa, poi Iotti, una delle colonne. Una gara al cardiopalma: “Come al cardiopalma è stata la mia vita personale fino a oggi. Soprattutto per Comi, che per me è come un fratello minore, e tutti sanno del nostro legame. Posso rassicurarvi: la TAC è negativa, fatta all’ospedale di Vercelli, e siamo tutti felici. È stata un’annata tribolata, difficile. Nella mia prima conferenza avevo detto, e non sono stato capito, che sapevo sarebbe stato un anno complicato. La società non era in una situazione rosea, voleva ridimensionarsi e risanare alcune questioni economiche. Il budget per la squadra era risicato. Non potevo e non volevo rinunciare a un’opportunità come questa, tornare a Vercelli, dove ero stato per due anni e mi ero trovato benissimo. Ho accettato la sfida, ma è stata pesante. Al mercato abbiamo anche venduto Louati, un giocatore importante, senza rimpiazzarlo, perché un centrocampista che volevamo all’ultimo ha scelto un’offerta più alta di un’altra società. Siamo arrivati contati. Mi dispiace che alcuni giornalisti abbiano deviato il discorso su altre questioni, quando il succo era chiaro: pochi soldi, dovevamo salvarci con quello che avevamo. L’unica strada era puntare sui giovani. Abbiamo fatto oltre 440.000 euro di minutaggio, tra i primi in Italia, e questo ci dà soddisfazione. Abbiamo venduto un giocatore in Serie B e permesso a un altro di giocare nella primavera del Torino, dove si è messo in evidenza. Abbiamo lavorato per il futuro, per allestire una squadra più competitiva l’anno prossimo. Non volevamo soffrire così tanto né far soffrire i tifosi, ma ho smesso di guardare certe trasmissioni che, a mio avviso, sfiorano l’istigazione alla violenza. I tifosi hanno diritto di esprimere la loro opinione, e i giornalisti di scrivere ciò che vedono, ma alcune critiche mi hanno ferito. Sono stato zitto, ho tenuto botta, ho cercato di capire dove avevo sbagliato e come migliorare. Quest’anno a Vercelli è stata una palestra incredibile".
Sempre su Comi: “Gianmario sta bene, ero con lui in ospedale. Ho saltato un pezzo di partita, perché qui abbiamo creato un gruppo forte, una famiglia. Il problema di uno è il problema di tutti, ci siamo chiusi a riccio. Gianmario meritava questa salvezza, per tutto quello che ha dato e dà a questa società. Quando sono arrivato, qualcuno mi aveva detto di lasciarlo andare, perché l’anno prima, a Crotone, aveva segnato poco ed era criticato. Ho risposto che partivo da lui, contro tutto e tutti. Per tenerlo, con un budget importante, ho dovuto tagliare altrove, ma non potevo privarmene. Ha fatto 17 gol, in una squadra che segna poco. Questa salvezza è sua e dei suoi compagni. Da giovedì, credo che la prospettiva per la Pro Vercelli sia cambiata. È arrivato un gruppo importante con idee ambiziose per una piazza come Vercelli. Io sono a disposizione della società, poi vedremo cosa decideranno i piani alti”.
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