Milan… passato: la mano di Ibra dietro tutti gli errori di un fallimento annunciato. La C è una cosa seria

Bisognava aspettare il Milan per la prima retrocessione di una seconda squadra. Fino alla stagione scorsa non sarebbe stato neanche possibile: fallisci, riparti da zero, se e quando. Adesso, al netto degli aggiustamenti organizzativi legati alla Lega D e del possibile viavai di un’estate che il presidente Marani ha già annunciato sarà “selettiva”, per i rossoneri si aprono le porte del dilettantismo. Inutile dire che, quando l’estate scorsa è partito il progetto, l’obiettivo non era portare il Milan per la prima volta nella sua storia a disputare tutti e quattro i primi campionati del calcio italiano.
Milan… Passato, altro che Futuro. È indietro che bisogna guardarsi per capire gli errori di un fallimento annunciato. Ne abbiamo già scritto su queste pagine, e parlato sulle frequenze di TMW Radio durante ‘A Tutta C’: il Milan sembra essersi impegnato a scrivere un manuale che insegni come non si gestisce una seconda squadra. La pagina finale, inevitabilmente, è la più nera.
Gli errori partono da lontano, e in fin dei conti portano la firma di Zlatan Ibrahimovic. Campione in campo, per ora meno dietro una scrivania. Il Milan, in verità, aveva già la struttura per costruire la propria squadra B. In panchina Abate, in dirigenza D’Ottavio. Il primo è stato giubilato subito, pare perché non facesse giocare il figlio di Ibra in Primavera, per il secondo si è atteso dicembre. Nel frattempo è stato chiamato dall’America Jovan Kirovski, che di Serie C proprio come Ibra non sapeva assolutamente nulla. Tutto il resto è andato a cascata, dalle scelte in panchina alla gestione incomprensibile dei giocatori in rosa. Camarda, Bartesaghi & co, tutti sballottati tra prima e seconda squadra, col risultato che alla fine non sono stati né carne né pesce e hanno perso tutti - o quasi, Jimenez è l’eccezione ma del resto la seconda squadra l’aveva già fatta a Madrid - una stagione. Proprio i due già citati sono la fotografia: Camarda che non può fare i playout perché non si è capito dove abbia (non) giocato in questa stagione, Bartesaghi che li disputa intervallati dalla gita a Roma per una finale di Coppa Italia vissuta da spettatore. L’incredibile.
Quali saranno le valutazioni della società - Kirovski pare destinato a salutare, che una vicenda del genere non pesi su Ibra, con quasi 15 milioni di euro buttati - lo si vedrà. Il Milan Futuro lo riattendiamo in Serie C, magari nell’immediato ma è complicato: per il ripescaggio servirà un vero terremoto, visto che davanti nelle graduatorie federali sulle seconde squadre c’è l’Inter. Cosa insegna questa vicenda? Che la Serie C è una cosa seria, nonostante tanti la prendano come fosse una barzelletta. Che ci vogliono competenze e conoscenze. Non avrà oggi la miglior classe dirigente dello sport italiano, e su questo non ci piove, ma non ci si improvvisa. Altrimenti sono dolori.
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