Triestina & Co, ma che senso ha? Serve una stretta, ma quanta dignità avrebbe un passo indietro

Eravamo stati, purtroppo, buoni profeti. In vista delle iscrizioni al prossimo campionato di Serie C, avevamo previsto almeno 5-6 esclusioni. Sembrava un abbaglio, in prima battuta: formalmente, sono state meno. Ma i nodi stanno venendo al pettine, e anche in maniera preoccupante. La situazione della Triestina, che potrebbe iniziare il prossimo campionato con una penalizzazione in doppia cifra e il mercato bloccato, è sotto gli occhi di tutti. A Terni è dovuto intervenire Bandecchi, ma la scadenza del 1º luglio sembra poter avere conseguenze anche per Rimini e Pro Vercelli.
Sono le società - e, per carità, speriamo che tutte risolvano i rispettivi problemi - su cui avevamo dubbi: non è un caso che si siano iscritte tutte all’ultimo giorno. Forse era meglio evitare. Soprattutto a Trieste, un caso paradossale che diventa ancora più incomprensibile dopo le ultime dichiarazioni di Ben Rosenzweig: una società mal gestita a livello sportivo, che negli anni ha speso un sacco di soldi, che a fine giugno ha ripianato per quasi 4 milioni di euro e ora rischia di partecipare al campionato da dead club walking per non averne versati in tempo 1,4. Come si è chiesto l'ottimo Tommaso Maschio in settimana su queste pagine, ma che senso ha? Il problema, prima ancora che regolamentare, ci sembra di logica: manca completamente il buon senso.
C’è poi, è indubbio, una questione di regole. Dalla Lega Pro era partita la richiesta di irrigidire i controlli già da questa stagione, dalla Figc è arrivato un contentino troppo blando rispetto allo stato di crisi del calcio italiano. La fideiussione raddoppiata per chi ha gli indicatori fuori parametri è un ostacolo sì, ma troppo facilmente aggirabile, lo dimostrano i fatti. Forse la richiesta è partita tardi (ma sembrava ovvio, dopo i casi Taranto e Turris), forse non si è capito come siamo messi. Forse, ma qui si pecca di malizia, in una fase in cui il calcio italiano fatica a rigenerarsi, buttare la croce sulla C non dispiace proprio a tutti. Vedremo. Sta di fatto che, a oggi, sia la federazione che la Lega non hanno molte armi in mano, nonostante i tifosi (e purtroppo anche qualche addetto ai lavori) chiedano interventi. I club che si sono iscritti in condizioni precarie, ma “regolari”, nonostante Marani li avesse esortati - pubblicamente e in assemblea - a evitare, di fatto non possono essere estromessi prima di dicembre. A meno di miracoli, sarebbe un vulnus clamoroso.
L’unica speranza, se si può usare questa parola, è legata a un passo indietro, a un gesto di dignità. Affrontare la stagione come farebbe la Triestina non avrebbe alcun senso: forse ci sono ancora i margini - stretti - per fermarsi e cedere il passo. Farebbe male, ma molto meno rispetto all’alternativa. E, oltre a evitare la straziante corsa verso l’inevitabile, renderebbe un minimo di giustizia a chi (è il caso del Caldiero) si è trovato fuori per la sola colpa di aver rispettato le regole.
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