Il fatto della settimana – Dall'addio al Brescia, passando per Rimini, Trieste e Terni: la Serie C fa i conti (anche) con il portafoglio

Il fatto della settimana – Dall'addio al Brescia, passando per Rimini, Trieste e Terni: la Serie C fa i conti (anche) con il portafoglioTMW/TuttoC.com
Oggi alle 00:00Il Punto
di Valeria Debbia
Tra esclusioni, penalizzazioni evitate e comunicati riparatori, il bilancio della settimana è un termometro del malessere strutturale che affligge molti club della Lega Pro

La Serie C si avvicina a grandi passione all'avvio della stagione 2025/26 ma non può ancora (o forse mai?!) rilassarsi. La settimana che sta terminando ha portato alla luce l’ennesimo campionario di crisi, difficoltà, soluzioni in extremis e crolli definitivi. Il quadro emerso dalle verifiche sulle scadenze economiche ha fatto registrare un’esclusione storica, due casi ancora caldi e una società che, seppur in extremis, ha evitato la penalizzazione.

Dal Brescia, ufficialmente fuori da tutto, alla Triestina, già a -7 e ora a rischio nuovi punti di penalizzazione. Dal Rimini, che ha ammesso pubblicamente i problemi con un comunicato, alla Ternana, unica tra le citate a saldare tutto (Bandecchi dixit) entro i termini.

Brescia escluso, finisce un’epoca: club ufficialmente fuori dalla C

Il 3 luglio la FIGC ha comunicato l’esclusione del Brescia Calcio dal campionato di Serie C 2025/26. La decisione, irrevocabile, arriva dopo che la Covisoc ha riscontrato il mancato rispetto dei requisiti per l’iscrizione.

Nello specifico, il club lombardo non ha saldato gli stipendi netti di marzo e aprile, non ha coperto pendenze con la Lega B (oltre un milione di euro) e non ha presentato le fideiussioni previste. Nessun ricorso, nessuna contromossa: il Brescia è fuori dai professionisti.

La gestione di Massimo Cellino, dopo anni tra silenzi e penalizzazioni, si chiude con una lettera di licenziamento inviata agli ultimi 13 dipendenti rimasti e la perdita della concessione dello stadio Rigamonti. La società, fondata nel 1911, non è riuscita nemmeno a garantire una chiusura dignitosa. La Serie C saluta così un club storico, senza nemmeno il conforto di un’ultima battaglia.

Triestina, altra scadenza mancata. Ma Rosenzweig non molla: "Sto rifinanziando tutto"

Ancora peggio – o quasi – rischia di andare alla Triestina, che ha mancato il pagamento degli stipendi e dei contributi relativi al mese di maggio.

Il club aveva già dovuto far fronte a uno sforzo enorme a metà giugno per garantirsi l’iscrizione, ma ora si è fermato di nuovo. Le cifre sono importanti (oltre 1,4 milioni di euro), e l’assenza di liquidità fa tremare i conti: è in arrivo una nuova penalizzazione, che si sommerà ai -7 già inflitti (erano 9 in un primo momento, ma in secondo grado due sono stati 'condonati').

Intanto si è bloccato tutto: dirigenti in uscita (vedi Delli Carri), mercato fermo e un nuovo allenatore (Giorgio Gorgone) che non ha ancora firmato. Se entro il 1° agosto non verranno saldati anche gli stipendi di giugno – che chiudono ufficialmente la stagione 2024/25 – l’Alabarda rischia persino il fallimento visto che le ultime indiscrezioni parlano di alcuni giocatori della rosa che avrebbero avviato la messa in mora del club, passaggio che potrebbe preludere all’avvio della procedura fallimentare. 

Il presidente Ben Rosenzweig, però, non sembra intenzionato a cedere. In una lunga intervista concessa alla pagina Instagram Fallo Tattico, rilanciata da Trivenetogoal, ha spiegato la situazione con tono fermo ma trasparente: "Purtroppo, dopo un inizio di stagione deludente, diversi partner – anche importanti – hanno smesso di onorare gli impegni, lasciandomi solo. Ho investito molto, ho versato personalmente circa 4 milioni di euro il 6 giugno per iscrivere il club. L’obiettivo è ora rifinanziare l’intero progetto con nuovi soci e coprire almeno i prossimi tre o quattro anni di attività". Rosenzweig ha anche ribadito di non avere alcuna intenzione di vendere la Triestina: "Voglio portare avanti questo progetto e costruire qualcosa che resti alla città, nonostante le difficoltà ereditate e i tanti contratti pesanti da gestire. Stiamo tagliando le spese e cercando di rendere il club più efficiente, sostenibile e competitivo". Il presidente ha poi riconosciuto i ritardi nei pagamenti a collaboratori e dipendenti, ammettendo che sono stati dati momentaneamente la priorità agli stipendi sportivi e alle imposte. "Mi pesa molto la situazione di chi lavora dietro le quinte, ma non ho mai pensato di abbandonare il club", ha detto, puntando il dito anche sulla struttura della Serie C: "Il problema non è solo nostro: c’è una difficoltà sistemica che riguarda l’intera categoria".

Rimini, i problemi ci sono ma almeno si ammettono: "Ritardi nei pagamenti"

Più sfumata, ma comunque preoccupante, è la situazione del Rimini, che nei giorni scorsi è stato al centro di voci su ritardi negli stipendi.

A differenza di altri club, però, la società ha scelto di uscire allo scoperto con un comunicato ufficiale pubblicato il 4 luglio: "Abbiamo vissuto un periodo di oggettiva difficoltà gestionale che ha generato ritardi nei pagamenti", ha ammesso il club. La nota aggiunge che è già stato avviato un piano per saldare tutto e garantire continuità al progetto sportivo.

Al momento non si registrano penalizzazioni (ma nei prossimi mesi sarà inevitabile), ma la situazione resta da monitorare: il club ha riconosciuto apertamente i problemi, e ora dovrà dimostrare di essere in grado di rimettersi in carreggiata.

Ternana, tutto saldato entro il 1° luglio: evitata la penalizzazione

L’unico caso a chiudersi positivamente è quello della Ternana. La società rossoverde aveva una scadenza cruciale il 1° luglio: circa un milione di euro da versare tra stipendi, contributi e incentivi di maggio.

Fonti locali - leggasi il già citato sindaco Bandecchi - confermano che la Ternana ha rispettato la scadenza, evitando così la penalizzazione. Una buona notizia per le Fere: in un’estate segnata da chi non ce la fa o da chi ce la fa a fatica, fa notizia chi paga in tempo. In attesa di novità sul fronte societario...

Un campionato che, però, parte già storto

Tra esclusioni definitive, penalizzazioni in arrivo e società che navigano a vista, la Serie C si conferma il campionato più complicato del calcio italiano. Un torneo dove i risultati sul campo contano – ma spesso meno delle scadenze contabili. La prossima stagione non è ancora iniziata, ma alcune squadre sanno già che partiranno con punti in meno. E altre, come il Brescia, nemmeno ci saranno. La domanda, come sempre, resta una: è possibile costruire un calcio sostenibile, quando ogni estate si gioca più nei bilanci che sul campo? La risposta – per ora – continua a tardare. 

Se lo è giustamente chiesto, anche il collega de La Gazzetta dello Sport Nicola Binda che dai suoi profili social ha scritto: "Io mi chiedo: ma perché due società come Rimini e Triestina si sono iscritte (non è stato semplice…) e poi non hanno voglia o possibilità di andare avanti? Perché devono guastare il campionato, far soffrire i loro tifosi, mettere in difficoltà Lega Pro e Figc e tutto il movimento? È qui che si deve intervenire: prima di tutto le altre società devono essere autorizzate a chiedere i danni a chi rovina la competizione, e poi la Figc deve dare la possibilità a chi non ce la fa (può capitare, per carità…) di alzare bandiera bianca e ripartire con la stessa società dalla Serie D".