Pres Triestina: "Non voglio vendere, ho un progetto di 3-4 anni"

Importantissime novità sul futuro della Triestina arrivano dalla bocca del presidente Ben Rosenzweig, che alla pagina Instagram 'Fallo Tattico' ha parlato delle prossime mosse del club non sembrando in alcun modo destabilizzato dal clima di totale sfiducia e paura dopo i mancati pagamenti di maggio e la dunque sicura ulteriore penalizzazione. Di seguito quanto ripreso da Trivenetogoal.it:
Cosa succederà nel prossimo futuro con la Triestina?
"Sul piano finanziario, sono il leader del gruppo che ha rilevato la Triestina tramite un fondo di investimento: non sono solo i miei soldi, ma una parte significativa del mio patrimonio è impegnata nel club. Ho imparato che, anche se in molti investono nel calcio sperando di guadagnare, la vera spinta è la voglia di vincere. Purtroppo, dopo un inizio di stagione al di sotto delle aspettative, diversi miei partner, anche tra i più importanti, hanno smesso di onorare gli impegni presi, lasciandomi di fatto solo a gestire la società. In quella situazione, portare a bordo nuovi soci era difficilissimo, soprattutto mentre la squadra rischiava la retrocessione. Ho cercato di tenere insieme tutto fino a quando non ci fossimo salvati, e in parte ci sono riuscito: abbiamo continuato a pagare gli stipendi ai giocatori e, una volta conclusa la stagione, ho lavorato per coinvolgere nuovi partner, aumentando anche il mio investimento personale. Così siamo riusciti a iscrivere la Triestina circa un mese fa. Non ho mai pensato di abbandonare la società, nonostante in tanti mi abbiano suggerito di farlo. Avevo promesso di fare di tutto per mantenere il club in Serie C dopo l’eccezionale lavoro svolto da mister Tesser e dalla squadra nella seconda metà del campionato. Il 6 giugno ho versato circa 4 milioni di euro per garantire l’iscrizione, con l’idea di investire il resto a partire dal primo luglio. Purtroppo, come sapete, non siamo riusciti a chiudere in tempo l’ingresso di tutti i nuovi soci, ma stiamo proseguendo per finalizzare l’operazione al più presto. L’obiettivo è coprire finanziariamente le prossime tre o quattro stagioni, lavorando con un budget operativo ridotto e il supporto di nuovi partner".
Hai parlato di un progetto triennale o quadriennale: significa che non intendi vendere?
"No, non ho intenzione di vendere la Triestina. La mia volontà è proseguire il percorso che abbiamo avviato. Ho investito tanto tempo e risorse in questo progetto, ho trascorso molto tempo a Trieste e credo nel lavoro svolto, che non riguarda solo il calcio: vogliamo costruire un progetto che rappresenti una piattaforma per la crescita del club e della città. Non voglio abbandonare questi sforzi, anche perché ho appena completato l’iscrizione della squadra alla Serie C. Mi spezzerebbe il cuore vendere il club e vederlo finire in situazioni come quelle di Brescia o SPAL, costrette a ripartire daccapo. Solo se non riuscissi a reperire capitali sufficienti per sostenere il progetto da solo, valuterei un’eventuale cessione, ma non è un’ipotesi che prendo in considerazione ora".
Come pensi di rendere sostenibile questo progetto nei prossimi anni?
"È fondamentale. Però va detto che c’è un problema più ampio legato alla sostenibilità della Serie C nel suo complesso, che presenta difficoltà strutturali. Detto ciò, dobbiamo ridurre i costi ovunque: dal lato sportivo a quello amministrativo e di marketing, diventando più efficienti sotto ogni aspetto. Sapevamo fin dall’inizio che la situazione del club era complicata, con molti contratti pluriennali ereditati dal passato che avrebbero appesantito i primi due anni di gestione. Ci siamo trovati a dover pagare compensi a giocatori, agenti e persino al precedente direttore sportivo. Adesso è il momento di agire: ho discusso con il team sportivo, con Daniele Delli Carri, Alex Menta, Sebastiano Stella e altri collaboratori, e stiamo procedendo a tagliare le spese per diventare competitivi ma anche sostenibili. Fin dall’ingresso nel club ho cercato di portare un approccio più vicino al modello americano, pagando puntualmente lo staff ogni mese, spesso prima di tanti altri club. Ci siamo riusciti per un anno e mezzo, ma quando alcuni partner si sono tirati indietro, abbiamo dovuto dare priorità a stipendi e imposte arretrate. Purtroppo, questo ha comportato ritardi nei pagamenti ai nostri collaboratori interni, una situazione che mi pesa molto: credo fermamente che le persone che lavorano ogni giorno negli uffici, dietro le quinte, siano una risorsa fondamentale quanto i giocatori".
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