Perna: "Giana fastidiosa per tutti. L'addio? Vi spiego"

Va ancora avanti la Giana Erminio, mina vagante dei playoff che si gode la fase nazionale nel doppio confronto contro l'altra outsider Monopoli. Per parlare del club di Gorgonzola i microfoni di TuttoC.com hanno intercettato Fabio Perna: "Sta bene, è in salute. Ha trovato la quadratura con gli innesti nel mercato invernale, alzando il livello rispetto all'estate. Albé ha fatto un ottimo lavoro come al solito, risolvendo le problematiche senza acquisti altisonanti ma puntando esattamente su ciò che serviva al di là dei nomi".
Il poter lavorare con una piazza tranquilla fa la differenza.
"Se sei un minimo bravo e intelligente e trovi una bella quadra col gruppo, le cose vengono fuori bene. L'ambiente è sereno, come l'anno scorso e due anni fa. Così è più semplice per tutti ottenere risultati. Sono in forma, stanno bene, una squadra fastidiosa da incontrare".
L'unico rammarico è quella finale di Coppa Italia Serie C persa col Rimini...
"All'andata avrebbe meritato molto di più, la sconfitta per 1-0 è stata molto bugiarda per quanto visto sul campo. Le finali sono così, il Rimini è una squadra forte e al ritorno l'ha dimostrato".
Ha salutato in estate, dopo 351 presenze. Davvero non c'era posto per lei alla Giana Erminio anche con un ruolo più da uomo spogliatoio?
"L'addio è stata più una scelta del mister, io ero stato chiaro: non ho alcuna pretesa di minutaggio e non devi sentirti in obbligo, sono a disposizione e voglio dare una mano alla squadra conoscendo l'ambiente. La Giana è come una casa, a 37 anni capisco il mio ruolo. Così come ho fatto quest'anno a Pavia, dove questo mio ruolo è stato apprezzato da tutti. Avrei potuto dare una mano nello spogliatoio così come in campo, l'anno scorso nel playoff con la Triestina sarei risultato decisivo in pochi minuti se non fosse stato per quel goal fantasma. Perché l'addio? Avevo già giocato 200 minuti l'anno prima, quest'anno Chiappella ha spinto un po' di più affinché partissi e perciò non aveva senso restassi. Stavo anche per smettere, ma per fortuna non l'ho fatto. Al Pavia ho dimostrato di star bene e poter dare il mio contributo, così come avrei fatto alla Giana con cui avrei dovuto chiudere la carriera. Non ho comunque nessun rimpianto e rammarico, c'era un accordo con la società ma sarebbe stato inutile forzare la mano se la volontà del mister era quella".
Al Pavia ha segnato 13 reti stagionali, contribuendo al ritorno in Serie D dopo 6 anni insieme ad altri ex Serie C come Ardemagni, Pecorini, Cincilla e non solo.
"Avevo anche delle proposte dalla D ma volevo provare una piazza più grande e stimolante in cerca di un obiettivo che non raggiungeva da anni. Volevo mettermi in gioco, c'era un bel progetto e siamo riusciti a raggiungere l'obiettivo che volevamo da tempo".
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