TuttoC in rosa: Martina Costa (Sicula Leonzio)

21.07.2018 00:00 di  Sebastian Donzella  Twitter:    vedi letture
TuttoC in rosa: Martina Costa (Sicula Leonzio)
TMW/TuttoC.com
© foto di Ufficio Stampa Sicula Leonzio

Una vita nel pallone. Per questo appuntamento di TuttoC...in rosa abbiamo scelto Martina Costa, responsabile della Sicula Leonzio per le Academy e il calcio femminile. 32 anni vissuti, sin dalla nascita, col calcio. Ma partiamo dall'inizio.

E da una famiglia particolare...
“Sono nata a Napoli, di domenica pomeriggio, all’ospedale “San Paolo” accanto allo stadio. Direi che già nella nascita c’era il mio destino (ride NdR). 
E poi mio padre Gaetano ha giocato per tanti anni in Serie C, al Sud, vincendo anche la Coppa Italia di categoria col Siracusa nel 1977, mentre mio fratello Dario gioca a calcio nelle categorie dilettantistiche dopo aver militato nelle giovanili di Pistoiese, Prato e Juve Stabia. Mamma Agrippina, invece, ha scelto uno sport più tranquillo: è arbitro di burraco.
La carriera di papà mi ha portata a girare il Meridione per tutta l’infanzia. Dalla scuola materna fino al penultimo anno delle elementari ho sempre cambiato scuola. Credo di avere avuto più compagni di classe di chiunque altro (ride NdR).
Senza contare che, da 20 anni, abbiamo una scuola calcio, ad Augusta, la Sportland 2000. Gli spogliatoi e un paio di campi sono sotto casa. Sin da ragazzina mi interessavo alle sue sorti, il calcio era una passione che lentamente è diventata una malattia: sabato sera spesso non uscivo con le mie amiche per vedere la partita, a scuola giocavo con le figurine con i maschietti. Mi innamorai della Lazio grazie ad Alessandro Nesta è ancora oggi sono biancoceleste”.

A proposito di Lazio, oltre la passione è stata anche il tuo lavoro.
“Per due anni e mezzo, prima, durante e dopo la laurea in management dello sport, ho avuto la fortuna di svolgere dei tirocini di due anni e mezzo: dovevano essere sei mesi, in realtà, poi da tifosa ne ho approfittato (ride NdR). In realtà mi tennero per l’organizzazione dei camp estivi, vista l’esperienza nella scuola calcio di famiglia. È stata un’esperienza ultra-formativa, mi hanno insegnato come si vive nel mondo calcio. Un ambiente unico, ricordo ancora quando l’aquila Olimpia si posò sulla mia spalla in quel di Formello. Un'emozione unica, indescrivibile, per quello che rappresenta".

Un'università a tinte biancocelesti, insomma...
"Mi sono laureata il giorno della Coppa Italia vinta ai rigori contro laSampdoria. Ho finito la discussione di laurea alle sette di sera, il rinfresco l’ho organizzato in un bar per vedere la partita e l'ho passato quasi tutto il tempo al telefono con i miei amici allo stadio. Di quel match, poi a casa, ho visto supplementari e rigori. E mi resta una maglia di Zarate con tutte le firme di tuttti i calciatori e la dedica “La tua laurea, la nostra vittoria”".

E adesso la Sicilia, terra natia insieme alla Campania.
"Prima ho dato una mano per un paio di mesi al Catania, sono stata molto contenta perché parliamo di una squadra con una certa storia tra i professionisti. Mi ha aiutato molto quell'esperienza, insieme a quella laziale, quando son entrata nella Sicula Leonzio. Con i bianconeri collaboro da due anni. Sono entrata come segretaria del settore giovanile, gestivo la nostra scuola calcio affiliata al club e anche quella di Lentini. Poi, quest’anno, abbiamo deciso di portare in giro per la Sicilia il marchio Leonzio con l'affiliazione di diversi settori giovanili nell'Academy. E direi che stiamo andando molto bene: oggi abbiam ufficializzato l'accordo con un team di Comiso, poi abbiamo Catania, Francofonte, Lentini, Comiso, Augusta, e forse, a breve, Taormina".

Domanda a bruciapelo: ti sei mai sentita discriminata per il tuo essere donna?
"No, mai. Poi è normale che in un mondo di uomini devi lavorare in un certo modo: cerco di essere il meno appariscente possibile, agli inizi sto un po' sulle mie. Con i ragazzini dei settori giovanili è diverso, lì la vivo in maniera più tranquilla".

Cosa pensi della componente femminile nel calcio?
"Largo alle donne, ne vorrei vedere di più nelle società. In alcuni settori come marketing e comunicazione ci vogliono più presenze femminili: c'è un tipo di attenzione e di analisi diversa rispetto agli uomini, un tocco rosa che può fare la differenza in un mondo maschile. Tanto per fare un esempio banalissimo: l'ultimo Natale le giovanili della Sicula Leonzio avevano un albero addobbato grazie a una mia precisa scelta, la prima squadra no. Eppure son piccoli gesti che possono significare qualcosa in termini di attenzione e accoglienza. Magari il prossimo Natale ci sarà qualche albero in più (ride NdR). 
Tornando al discorso settoriale, penso in maniera più che positiva a Laura Zaccheo, dell'ufficio marketing della Lazio e a Simona Marletta, ex diggì del Siracusa. Donne da prendere ad esempio nel loro lavoro. Poi in altri ruoli, magari sul campo, capisco che ci possa essere qualche difficoltà. Una volta ci venne proposta una preparatrice dei portieri per il settore giovanile: non se ne fece nulla ma credo che a lavorare con i più piccoli non avrebbe avuto problemi. Ma io tendo a riflettere sulle competenze delle persone, non sul genere".

© foto di Ufficio Stampa Sicula Leonzio
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