Christian Riganò: "Sono tifoso del Taranto. Che bravo Rantier"

A Benevento il Taranto vuole sfatare un tabù, anzi due. Il territorio sannita, la casa delle streghe in cui i rossoblù giocheranno lunedì sera, non è mai stato violato dalla formazione tarantina nelle partite di campionato. E' dal lontano 1936 che ci provano gli ionici, invano, ad espugnare Benevento: mai una vittoria, solo pareggi e sconfitte. Ma non è solo la vittoria a mancare: l'ultima rete ufficiale siglata nella città campana risale a ben dieci anni fa. Praticamente un'altra vita. Da allora, nei quattro incontri, due pareggi e due sconfitte senza neppure un gol da parte del Taranto. Il giocatore che per ultimo ha violato la porta giallorossa a Benevento è uno degli ultimi, autentici bomber che la piazza ionica ha conosciuto e amato, prima del finale thriller di una stagione entrata nella storia più per il triste epilogo di Taranto-Catania, che per la splendida cavalcata degli ionici guidati da Gianni Simonelli (che, ironia della sorte, lunedì sfiderà il Taranto sedendo sulla panchina del Benevento). Parliamo ovviamente del campionato 2001/2002.
MATTONE SU MATTONE Minuto numero novantacinque, il Taranto è sotto per 1-0 a Benevento. Una partita difficile, con i rossoblù ancora a caccia del primo successo esterno. Dopo un buon inizio i rossoblù vanno sotto, con un colpo di testa di Monetta sugli sviluppi di un calcio d'angolo. E' il 25 novembre 2001 (tredicesima giornata di andata) e quel Taranto ha un asso della manica pescato un anno prima dall'Igea Virtus. Attaccante centrale alto, possente, di professione muratore almeno fin quando non comincia a fare sul serio con il gioco del pallone. Con il numero 9 sulla schiena trascinerà a suon di gol i rossoblù ad un passo dalla Serie B. All'ultimo respiro, dopo uno slalom di De Liguori, il Taranto trova il pareggio con il suo bomber Christian Riganò pronto a raccogliere il traversone di Galeoto e incornare di testa trafiggendo l'estremo difensore beneventano. Per i 1500 tifosi ionici presenti in terra campana è il delirio: la gara finisce 1-1 e il Taranto allora allenato da Simonelli mette un altro importante tassello su quella che sarà poi una cavalcata incredibile. Quella fu l'ultima occasione in cui i rossoblù riuscirono a violare la porta dell’allora “Santa Colomba” (i quattro incontri successivi in terra campana vedono infatti il Taranto sempre tornare a casa con 0 gol all'attivo). Christian Riganò dieci anni dopo ha ricordi ancora vividi di quella giornata e, soprattutto, di quella stagione. Proprio il bomber di Lipari apre il cassetto dei ricordi, intervenuto durante la trasmissione 100SportMagazine: "Quel gol lo ricordo bene, per come si sviluppo l'azione e per l'importanza che aveva. Strappammo un pareggio davanti a tantissimi tifosi che ci avevano seguito fino a Benevento. Seguo ancora le sorti del Taranto costantemente: del resto quella in rossoblù è stata una tappa molto importante per mia carriera. In quei due anni feci tanti gol che sono impossibili da dimenticare".
L’ULTIMO CENTRO NEL SANNIO Nonostante i 37 anni, l'ex idolo dei tifosi tarantini non ha ancora voglia di appendere le scarpe al chiodo. A ritmi ben più blandi rispetto ai suoi trascorsi professionistici, quest'anno Riganò milita nel campionato di Eccellenza Toscana, nel Jolly e Montemurlo. Dalla Toscana alla Puglia l'attaccante siciliano si esprime sulla squadra di Davide Dionigi, che proprio domenica tenterà di tornare a violare la porta beneventana: "So che l'ultima marcatura del Taranto a Benevento fu proprio la mia, dieci anni sono tanti e per questo l'augurio che faccio al Taranto in vista della partita di domenica è che qualcuno faccia gol e, soprattutto, non si torni a casa con un solo punto ma con una bella vittoria. Il Taranto è una bella squadra, nello scontro diretto con la Ternana ha solo avuto tanta sfortuna perchè il gruppo è valido e non c'è un giocatore che mi piace più degli altri. Devo ammettere, però, che mi piace molto Rantier e ci tengo a fare i complimenti a Davide Dionigi, che sta facendo molto bene da quando siede in panchina".
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