Criniti: "Punto su Brescia e Arezzo. Società senza solidità non dovrebbero iscriversi"

Antonio Criniti, ex calciatore con un passato in diverse squadre di C, ha analizzato l'andamento della terza serie, ospite di 'A tutta C', trasmissione in onda su TMW Radio e Il 61.
Partiamo dal girone A, dove l’Union Brescia, nata dalla vecchia Feralpisalò con il presidente Pasini, è tra le zone alte. Cosa ti aspetti quest’anno e come l’hai visto in questo avvio?
"Il Brescia è allenato da Aimo (Diana, ndr), con cui ho giocato insieme. Gli auguro il meglio, perché questa piazza non può stare in Serie C e deve tornare subito dove compete. L’ho visto bene: nonostante Vicenza e Lecco, credo che il Brescia la spunterà. Ha una società solida, un allenatore preparato e una buona squadra in tutti i reparti. Aimo ha allestito una compagine competitiva, e anche se ci sarà un outsider, come ogni anno, il Brescia è favorito".
Il presidente Pasini ha parlato di un progetto per la Serie B in tre anni. Ti aspetti che siano competitivi già da subito?
"Me lo auguro. Ricordano quanto successo con Cellino, ex presidente con cui ho lavorato a Cagliari, quindi è stato opportuno parlare così. Brescia è una piazza difficile, ci ho giocato due anni e la conosco bene. Al di là del valore della squadra, che si vedrà col tempo, glielo auguro di cuore. Sono stato amatissimo dai tifosi, è una piazza che porto nel cuore. È più un discorso affettivo, ma il campo dirà la sua".
Parliamo della Triestina, altra squadra in cui hai giocato. Con un’altra pesante penalità, la salvezza sembra un miracolo. È possibile?
"I miracoli li fa il divino, non credo che questo avverrà, a mio rammarico. Trieste è una piazza formidabile, dove ho segnato tanto come trequartista. Ha potenzialità pazzesche, con uno stadio e tifosi molto attaccati all’Unione. Ma c’è un problema di base: società senza solidità non dovrebbero iscriversi. La Lega deve essere più attenta, con parametri chiari come in altri stati europei. Se non hai i soldi, non ti iscrivi, non vieni escluso a campionato in corso. È una lezione da imparare".
È un tema ricorrente ogni estate, con esclusioni come quelle di Taranto e Turris lo scorso anno che falsano la classifica. Cosa ne pensi?
"Esatto, l’Avellino ha beneficiato dei sei punti restituiti, arrivando in Serie B. Ci ho giocato, sono stato amato, quindi ero strafelice. Ma queste situazioni penalizzano chi investe bene e poi si trova a fare playoff senza vincere. È un problema che falsa il campionato".
Torniamo al campo, nel girone B. L’Arezzo è in testa: è la squadra da battere? E cosa pensi delle altre squadre in cui hai giocato?
"L’Arezzo è una piazza che amo, come tutta la Toscana. Ha una storia, anche se non ha fatto grandi exploit in Serie A. Quest’anno è la squadra da battere, ne sono straconvinto. Ha investito bene, come Cesena e Ascoli, che è una piazza importante. Non credo in Ternana, Livorno o Perugia, dove ho giocato: sono delusioni finora. Solo Arezzo, Cesena e Ascoli hanno potenzialità economiche e di organico per primeggiare".
Parliamo del derby Ascoli-Sambenedettese, un’altra squadra in cui hai giocato. Com’è vissuto?
"Non l’ho mai giocato, perché quando ero ad Ascoli, in Serie A o B, la Sambenedettese non c’era. Post-Gaucci, la Samb ha avuto una parabola discendente. È una piazza bellissima, ci ho abitato e so che il derby è sentitissimo, a livelli grossi. I tifosi dicono che vincere quelle due partite conta più di salvarsi o retrocedere. È un campanilismo forte, una partita strabiliante. Le forze dell’ordine dovranno fare attenzione, magari giocarla a porte chiuse, perché potrebbe succedere di tutto".
La Sambenedettese, neopromossa, sta iniziando benino. Cosa ne pensi?
"Benino, ma poteva fare meglio. Ho visto tre partite in cui poteva fare risultato pieno. Pecca di inesperienza dietro, il portiere non mi sembra di categoria, ma ha prospettiva. Il portiere è fondamentale: se sbagli, prendi gol e ricominci. Però Eusebi, nonostante l’età, segna, quindi l’attacco è valido".
Nel girone C, l’Avellino ha vinto lo scorso anno ed è in Serie B. Quest’anno è più combattuto? Catania e altre squadre come stanno?
"È combattuto. Catania, dove ho giocato, è una piazza da Serie A, con 30.000 tifosi fissi in C. Sono stato capitano, auguro sempre di tornare in B, se lo merita. La Salernitana ha mantenuto l’80% della rosa da Serie B, con innesti di categoria, e ha quattro vittorie. Catania, nonostante il passo falso a Cosenza, è forte. Sono le uniche due che vedo in alto. Il Trapani potrebbe fare i playoff, è una squadra che rulla, ma non credo superi Catania e Salernitana. La Casertana mi piace, potrebbe inserirsi, ma non credo in Benevento o Monopoli. Catania e Salernitana hanno qualcosa in più in un girone livellato".
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