Colavitto: "Il risultato è tutto, attaccarsi alla prestazione è una consolazione"
Il tecnico Gianluca Colavitto, attualmente ai box dopo la separazione dal Giugliano poco dopo l'inizio del campionato, affida a TuttoC le sue sensazioni e le speranze per il futuro, con uno sguardo su questa prima parte di stagione.
Quanto le manca il campo ?
Certamente per chi fa questo mestiere con passione, come penso di farlo io, stare lontano dal campo è una sensazione antipatica da sopportare, mi auguro che sia ancora per poco tempo".
A Giugliano siamo al terzo allenatore ma la situazione non prende un giusta piega
"Direi secondo allenatore e non terzo in quanto la mia posizione avuta nei confronti del club non aveva nulla a che vedere con il campo. Dei due mesi trascorsi non posso che avere un ottimo ricordo di Giugliano e gli auguro le più grandi fortune".
Il girone C si conferma molto competitivo: quali sono secondo lei le caratteristiche che lo rendono così equilibrato rispetto agli altri gironi?
"A mio modo di vedere è un girone avvincente composto da piazze e squadre blasonate che fino alla fine se la giocheranno per la vittoria del campionato e non escluderei nemmeno la Casertana".
Quali squadre l’hanno sorpresa di più in questa prima parte di stagione, sia in positivo che in termini di organizzazione di gioco?
"In questa prima parte di campionato mi è piaciuto molto per l'idea di gioco espressa il Pineto, che rappresenta l'emblema di una realtà sostenibile composta da una società molto seria, dirigenti competenti, ed un allenatore, Ivan Tisci, molto preparato".
Quanto incide la profondità della rosa rispetto alla qualità dei singoli?
"Sinceramente sono per le idee ben chiare fin dall'inizio soprattutto nella composizione di una rosa, che secondo me è molto semplice da allestire. Non sono per le rose molte lunghe bensì composte da un numero giusto e non esagerato di giocatori motivati. Per il resto deve essere il mister bravo a farli rendere e cercare di portare a casa risultati. Alla lunga nella gestione del gruppo rientra un numero idoneo di giocatori e non esagerato e mi riferisco a 16/18 titolari, non rose composte da 24/25 ragazzi di movimento perché poi, giocoforza, l'allenatore è costretto a penalizzare alcuni di loro a scapito quindi dell'armonia dell'intero gruppo. Questo è un aspetto da tenere conto come d'altronde tantissimi altri dettagli per i quali ci vorrebbe una giornata intera per argomentare".
Il livello tattico sembra essersi alzato: quali evoluzioni vede nel modo di interpretare le partite?
"Oggi il calcio sta andando sempre più verso un lavoro in campo individuale fatto di duelli e quindi di situazioni uno contro uno. Alla fine comunque sono sempre i dettagli che fanno la differenza, indipendentemente dai moduli".
Che peso hanno esperienza e gestione dei momenti difficili in un girone così lungo e logorante?
"Certamente avere in rosa elementi di esperienza può essere un fattore che a lungo termine ti può aiutare, soprattutto nei momenti di difficoltà. Quindi penso che esperienza e la gestione siano importanti durante un campionato per essere efficienti ed efficaci".
In un contesto del genere, quanto è importante la continuità di risultati più che le singole prestazioni?
"Per me il risultato è tutto, spesso ascolto tanti miei colleghi che si attaccano alla prestazioni, per carità, sono importanti ma non c'è equazione che dica prestazione uguale risultato. Per me attaccarsi alla prestazione rimane una magra consolazione se alla fine non arrivano i tre punti".
Nel girone di ritorno prevede sorprese?
"Certamente il girone di ritorno sarà un altro campionato, dove ci saranno squadre motivate ognuna con obiettivi diversi, chi lotta per la salvezza e chi per le promozione o accesso ai play off e quindi ogni partita sarà la partita della vita, dove nulla sarà scontato e dove i punti avranno un peso specifico importante e man mano che si va avanti ci saranno sempre meno partite a disposizione".
Tra pochi giorni inizia la sessione invernale di mercato, che cosa dobbiamo aspettarci?
"Ritengo che sia una fase molto delicata dove i responsabili delle scelte - e mi riferisco all'area tecnica - devono agire curando ogni minimo particolare del momento, perché le dinamiche sono molto complesse e delicate come ad esempio gestione del gruppo, giocatori che ti arrivano non allenati o magari non funzionali al modo di allenare dell'allenatore e via discorrendo".
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