Lapadula: “Che ricordi quell’annata a Teramo con Donnarumma”

29.03.2020 20:00 di  Anna Catastini   vedi letture
Lapadula: “Che ricordi quell’annata a Teramo con Donnarumma”
TMW/TuttoC.com
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Il bomber del Lecce Gianluca Lapadula si è raccontato senza filtri in una lunghissima intervista sul canale Instagram del nostro editorialista Nicolò Schira. Ecco le dichiarazioni più interessanti rilasciate dall'attaccante torinese. 
Sul tema Coroavirus: "Sono giorni difficili, siamo rinchiusi in casa a Lecce. Sono con mia moglie Alessia e le tre bambine. Mi sono costruito una sala giochi con il Ping pong. Di mattina mi alleno, mentre il pomeriggio aiuto le bimbe con i compiti e gioco con loro. Corrono, colorano e smontano la casa: è più complicato star dietro loro che a certi difensori. La sera invece ci svaghiamo un po' davanti alla TV. Ultimamente abbiamo visto Harry Potter e stiamo per iniziare Freud su Netflix". 
Sulla gavetta che ha caratterizzato la sua carriera: "Ho iniziato subito a giocare a 5 anni, ma facevo il portiere come mio papà. Ero un gatto tra i pali, ma ho fatto bene a spostarmi davanti. A 12-13 anni invece ero un mediano spacca-caviglie. Fino a 20 anni facevo l'esterno offensivo, finché a San Marino c'è stata la svolta. Anche nei momenti bui e in cui giocavo poco non mi sono mai scoraggiato e arreso. Ho sempre preso tutto in maniera solare e con gioia, il calcio è la mia passione e perciò non ho mai pensato di non farcela e di poter fallire l'obiettivo di arrivare in Serie A".
Un pensiero sul tecnico Petrone: “Mister Mario Petrone è stato il primo a schierarmi da attaccante puro.

Quell'anno a San Marino abbiamo conquistato la promozione in C1 e ho fatto 24 gol. È merito suo se faccio l'attaccante".
Uil ricordo del primo gol: "Nei professionisti è stato in Ravenna-Salernitana. Era il 2011 e fece uno scatto di 60 metri per correre ad abbracciare mia sorella in tribuna. Ancora oggi a ripensarci mi vengono i brividi...".
Impossibile non ricordare l’annata di Teramo: "Annata magica quella 2014/15. L'artefice del mio passaggio in biancorosso fu il direttore Marcello Di Giuseppe, eravamo una grande famiglia. Peccato per l'epilogo della promozione tolta a tavolino. Ho lasciato lì tanti amici e ogni tanto ci torno. La coppia con Donnarumma fu fantastica in campo, visto che segnammo 45 gol in due, ma sopratutto fuori. Stavamo sempre insieme con le nostre compagne e i bambini: eravamo una grande famiglia allargata. Tra l'altro Alfredo l'ho sentito proprio ieri: gli ho mandato un selfie da casa in cui indossavo la sua maglia".
Quale secondo l’attaccante la tifoseria più calda: "Qui a Lecce c'è un entusiasmo fuori dal comune dopo i tanti anni di sofferenza in Lega Pro. Cantano dal primo al novantesimo, per noi una tifoseria del genere fa la differenza. Anche in giro per la città non fanno mai mancare il loro sostegno".