Nocerina, l'ex Cornaro: "Non ho mai dimenticato i colori rossoneri"

Ci sono storie che non passano e amori che non si dimenticano. E' così anche per Franco Cornaro e la Nocerina, l'ex difensore rossonero nonostante gli anni dall'ultima partita al "San Francesco" non ha mai smesso di sentirsi un molosso. Tre anni a Nocera, dal 1976 al 1979, 112 presenze e 7 reti con la maglia della Nocerina; numeri importanti per un difensore, e che difensore che era Cornaro. La sua passione per Nocera è sempre viva, e te ne accorgi quando parla di quei giorni in rossonero. La voce cambia, quasi tremasse nel cercare di descrivere con le parole le emozioni vissute. E' difficile tradurre l'amore nel linguaggio degli uomini. "Nocera per me è legata ai più bei ricordi calcistici, sono stati degli anni stupendi quelli passati in rossonero". Oggi Cornaro, a sessanta primavere, fa l'alleantore delle giovanili nell'Eccellenza bergamasca. Alleva le nuove generazioni del calcio, infondendo loro gli insegnamenti di una vita spesa a correre dietro al pallone. Raggiunto telefonicamente s'è raccontato ai microfoni di Tuttonocerina.com.
Tre anni a Nocera, lo spareggio con il Catania, che ricordi ha di quegli anni?
"Ricordi stupendi, emozioni uniche. Per me Nocera è stata una delle esperienze calcistiche più belle che porto sempre nel cuore. Una tifoseria unica, sono stati anni importanti per me".
Una piazza calda Nocera, la passione può essere un arma a doppio taglio?
"Non credo, i tifosi a Nocera sono incredibili. Chi riesce ad imporsi in rossonero dimostra di valere davvero. Per me è stata un'esperienza che ha fatto da trampolino di lancio per la mia carriera".
Ha qualche annedoto particolare sulla sua esperienza a Nocera?
"Ricordo che nelle prime tre partite in B avevamo fatto cinque punti, con due vittorie ed un pareggio ed allo stadio qualche tifoso aveva già preparato le bandiere con una "A" stampata al centro. Questo per far capire la passione dei tifosi verso la squadra".
Un inizio importante e poi?
"Poi facemmo un campionato disastroso, furono commessi errori sia da parte della società che dei calciatori. L'amarezza per la retrocessione la porto ancora dentro".
Che tipo di errori?
"Ad esempio l'esonero di Giorgi, non fece altro che aumentare la confusione compromettendo qualsiasi tentativo per la salvezza".
Lei aveva un bel rapporto con il tecnico che vi aveva condotti in B?
"Si, io e Giorgi avevamo un bellissimo rapporto. Sono rimasto molto amareggiato dopo la sua scomparsa, gli volevo bene come un figlio".
E invece con Orsini?
"Con il Presidente c'era un rapporto di stima reciproca, dopo tre anni ed una promozione penso sia difficile il contrario. Per me era come un secondo padre. L'anno prima della promozione volevo andarmene, fu lui a convicermi a rimanere. Una persona straordinaria".
La Nocerina di Auteri e quella di Giorgi. Entrambe hanno raggiunto la B ma quante differenze...
"Eh si, tante differenze ma soprattutto perchè è cambiato il calcio. Ora i giocatori sono più tutelati, guadagnano di più. E anche il lavoro per i tecnici è semplificato. Tra le due squadre noi abbiamo fatto il cammino più difficile, lo spareggio contro il Catania mentre la Nocerina di oggi ha vinto abbastanza facilmente nonostante ci fossero squadre come Benevento e Atletico Roma. Merito del lavoro sul campo".
Lei ha seguito la Nocerina quest'anno?
"Si, ho visto tutte le gare in tv compresa quella con il Gubbio. Sono impegnato con il lavoro ma quando mi libero vorrei venire a Nocera, ho molti amici che mi invitano a dormire anche da loro. L'ultima volta che sono venuto è stato per commemorare l'amico Francesco (Pecoraro ndr)".
Che idea s'è fatto della squadra di Auteri?
"E' un'ottima rosa composta da elementi molto preparati, la vedo bene anche in Serie B perchè tra la C1 e la cadetteria non c'è più quel solco che c'era un tempo".
Come crede che debba lavorare la società per l'anno prossimo?
"Bisogna completare la rosa con almeno quattro o cinque innesti, avere un doppione per ogni reparto. Il campionato di B è lungo e difficile e bisogna ovviare ad infortuni e squalifiche. La società però fa bene a muoversi come il Varese, puntando sui giovani".
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