Top & Flop di Mantova-AlbinoLeffe

Ci sono sport, bellissimi, nei quali alla lunga viene fuori il migliore: per dire, in una maratona è difficile che non vinca l'atleta che in quel momento può vantare i tempi migliori. Sport obiettivi, veritieri, dai verdetti inappellabili, mettiamola così. E poi ci sono sport i cui risultati sono soggetti a tante variabili. Troppe, per poter dire "questo è bianco", "questo è nero". Da lì il fascino delle discussioni infinite, delle disamine che non trovano mai tutti d'accordo, dove i "se" e i "ma" impostano tutte le valutazioni del caso. Benedetto calcio, maledetto calcio: così imperfetto da essere uno di famiglia.
Mantova-AlbinoLeffe è stata, in un modo tutto suo, una partita bellissima. Non per quanto fatto vedere da un punto di vista tecnico (poco se non nulla), ma per le dinamiche che hanno creato un tabellino che chiede solo di essere accettato per quello che è. La regola di oggi era questa: chi è più in difficoltà segna. Un po' come i bambini che, stanchi di un pomeriggio impegnato nei giochi tradizionali, si inventano alla fine regole tutte loro. Al di là delle forzature e delle esagerazioni, Mantova-AlbinoLeffe è andata più o meno così. Ed è per questo che, alla fine, in quella che è stata a volte più una lotta nel fango che una partita di calcio, possiamo parlare di un pomeriggio quasi divertente.
La squadra che approccia meglio la gara (il Mantova dei nuovi Guazzo e Vinetot) crea un'autorete davvero grottesca: Donnarumma intercetta un cross di Anastasio, ma la palla finisce disgraziatamente nella propria rete. Dopo un primo tempo sotto choc, la ripresa si apre con un sostanziale equilibrio, ma nulla faceva presagire un pareggio arrivato con bel sinistro firmato Di Santantonio. E qui si apre una mini-fase tutta biancorossa, con Caridi ad impegnare Nordi. Vento in poppa sul veliero virgiliano? Certo, a rigor di logica dovrebbe essere così. Sul campo è pure così. Ma dopo il gol di Gonzi a metà della ripresa (dalla destra, sul palo opposto, da un'azione partita da Giorgione) una cosa è certa: il calcio non è materia per molli (cit.: Malesani), ma nemmeno arte di chi ritiene che tutto segua una logica.
Al di là dei sofismi. Il Mantova è stato indubbiamente sfortunato perché quella autorete ha condizionato poi tutta la gara. I nuovi possono dare qualcosa che finora è mancato, e questo vale non solo per i plausibili "salvatori della patria" quali Guazzo e Vinetot, ma anche per quelle pedine che possono rivelarsi in riva al Mincio, come ha fatto oggi il vivace Renny Smith. Sull'altro fronte: passare una volta in vantaggio può essere un caso, due volte un po' meno. Sono tre punti meritati per l'AlbinoLeffe. Inizialmente è vero che è stato baciato dalla buona sorte, è vero anche che non è stata la più bella "Celeste" di stagione. Ma va dato un merito ai ragazzi di Alvini: quella bluceleste è una squadra forte di testa, che lotta sempre e non regala mai spezzoni di partita agli avversari. Da un punto di vista caratteriale, la prova odierna pesa molto più di tre punti. Ecco, questo sì. Questo è logico.
Ecco i migliori e i peggiori della gara del "Martelli":
TOP:
Di Santantonio (Mantova): bella la discesa del numero 26 in occasione del gol (anche se troppo indisturbato), bella in generale la prova del centrocampista virgiliano. Un centrocampo che potrà ora avvalersi anche della freschezza del neo-arrivato Renny Smith, colui che ha passato la palla proprio all'autore del gol in occasione del momentaneo 1-1. E gli altri arrivi? Se Vinetot è quello visto a Bergamo nei primi 2/3 di stagione (poi è naufragato come tutti, ma in quella situazione tutti sarebbero naufragati, pure Soldini), allora può essere un elemento importante. Guazzo, al netto delle gomitate, ha dimostrato di volere il suo personale riscatto. NIENTE GIUDIZI: LAVORI IN CORSO
Gonzi (AlbinoLeffe): il ritorno al gol dell'italo-russo può segnare il ritorno a quell'AlbinoLeffe visto in autunno. Quella "Celeste" che segnava con i centrocampisti, frutto sempre di manovre corali in cui tutti erano chiamati in causa. Lo prendiamo come un auspicio. E oggi, in effetti, tutta la linea mediana ha corso, come sempre, tantissimo. Del resto, con la coppia inedita Mastroianni-Moreo, non potevano che essere i vari Gonzi, Giorgione e Agnello a provare con le soluzioni al limite dell'area. CARTA DEL MAZZO NON NUOVA. MA DI NUOVO VINCENTE
FLOP:
Cristini (Mantova): di fatto, consegnando l'autorete alla sola sfortuna, è il secondo gol l'origine del male virgiliano. Tre centrocampisti avversari che si passano la palla quasi indisturbati al limite dell'area non è una bella cartolina del "Martelli". Nasce tutto da Giorgione e il numero 23 locale non è immune dalle responsabilità. Ma, nell'occasione, non è il solo. Tanti gli errori in impostazione, anche se questo terreno è stato chiaramente nemico della circolazione di palla. DELITTO SOTTO LA CURVA TE
Quando ottieni un invito per la festa sbagliata (AlbinoLeffe): detto che il pacchetto arretrato oggi ha sudato parecchio, non sempre con la massima efficacia (in occasione del gol virgiliano e in almeno un paio di altre occasioni), peccato. Peccato perché non era questa l'occasione per Moreo di mettersi in mostra. D'accordo i forfait di Montella e Virdis, ma non era forse questa, per la giovane punta classe '96, la partita giusta per una maglia da titolare. Partita di battaglia, sporca come le maglie ora in lavatrice. Si è disimpegnato, si è sacrificato. Si spera di vederlo in altri spezzoni, magari con qualche responsabilità in meno e un soffio di libertà in più. Ma, come sopra: e se il piede fosse arrivato prima su quel cross di Agnello dopo sessanta secondi? UNA PARTITA E' UN INSIEME DI ATTIMI
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