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Ds Pineto: "Tisci è entrato nella testa dei giocatori. Spero rimanga a lungo"

Ds Pineto: "Tisci è entrato nella testa dei giocatori. Spero rimanga a lungo"TMW/TuttoC.com
Oggi alle 12:00Girone B
di Matteo Ferri

Marcello Di Giuseppe, direttore sportivo del Pineto, è intervenuto nel corso dell'appuntamento mattutino di A Tutta C, trasmissione in onda su TMW Radio e su Il 61, canale 61 del digitale terrestre.

Come ci si approccia a questa nuova stagione che sta per iniziare?
"L'approccio per tutti dipende dal mercato. Noi, come tutte le altre, ci atteniamo a quel che di buono speriamo abbiamo fatto e qualcosa dobbiamo ancora fare, però è chiaro che abbiamo un vantaggio che è quello di aver confermato buona parte del blocco della scorsa stagione che ha fatto bene. Il termometro sarà la voglia di provare a ripetersi e, se possibile, di migliorare. Questa è la cosa su cui puntiamo, poi, è ovvio, la differenza la fanno le motivazioni"

Può descriverci cos'è il mondo Pineto?
"Io sono un rappresentante anche di zona, nel senso che vivo a Roseto degli Abruzzi, a dieci chilometri da Pineto. Conosco il presidente che è rosetano come me e ci conosciamo da sempre. Da lui parte tutto quello che riguarda il mondo Pineto, è stato lui a consacrare questa società nel corso degli anni, partendo dal campionato interregionale fino ad arrivare in Serie C, che è un altro mondo rispetto ai dilettanti. Parliamo di un imprenditore molto forte e di una persona dai valori importantissimi. Il mio lavoro è stato soprattutto quello di far capire che spesso non è spendendo che si ottengono risultati, ma, soprattutto in una realtà come Pineto, bisogna portare avanti un progetto serio che non guardi soltanto al risultato della domenica. Nel primo anno abbiamo raggiunto una salvezza tranquilla e forse potevamo fare qualcosa in più ed è quello che è successo lo scorso anno, dove abbiamo consolidato il primo campionato e centrato i playoff. Siamo usciti al primo turno e forse potevamo fare qualcosa in più, però è questo che ci deve dare la forza e la voglia di poter fare meglio".

In panchina c'è Ivan Tisci che è arrivato ad ottobre. Cosa vi ha convinti a portare avanti il progetto con lui?
"Ivan ha fatto un grande lavoro e ottenuto ottimi risultati con un gruppo di giocatori che, fino ad ottobre, non aveva fatto molto bene. La squadra era in difficoltà, lui è stato bravo. La sua bravura tecnico-tattica non si discute, il valore aggiunto è stato soprattutto a livello empatico perché è entrato subito in sintonia con il gruppo e non era affatto facile. È riuscito ad entrare subito nella testa dei giocatori e poi ha trasmesso le sue idee, portando avanti lo stesso gruppo per tutta la stagione perché non abbiamo fatto praticamente nulla nel mercato di riparazione. Dobbiamo anche riconoscere i meriti dei giocatori, perché in campo vanno loro, però ritengo che Tisci possa essere uno dei prospetti più interessanti tra gli allenatori. Mi auguro che possa fare passi avanti più importanti, anzi, spero che possa fare un miracolo a Pineto e rimanere qui il più a lungo possibile, ma è normale che il mister sia attenzionato da altri club e che molti lo osserveranno in questa stagione".

Il girone centrale quest'anno è molto equilibrato. Qual è la sua valutazione?
"L'anno scorso era un girone di ferro e in pratica lo si è dimostrato, visto che la finale playoff ha visto due squadre del girone B sfidarsi e anche la Coppa Italia è stata vinta da una squadra del nostro raggruppamento. Quest'anno, sulla carta, probabilmente mancano formazioni molto più accreditate delle altre. Forse l'Arezzo è quella che si è mossa meglio almeno per i nomi che ha preso, anche la Torres ha fatto bene e ci sono 4-5 squadre all'altezza. Io parto dal presupposto che in questa categoria si deve correre, soffrire e avere voglia di fare risultato. Queste sono le caratteristiche che spostano gli equilibri. Credo che le sorprese possano essere molte e mi auguro che, tra queste, ci sia anche il Pineto. Il campionato non avrà valori importanti come quelli dell'anno scorso, ma sarà sicuramente complicato. Se ci mettiamo a pensare al mercato fatto dal Ravenna, che è una nobile decaduta ma ora ha un direttore come Braida e delle ambizioni importanti, è chiaro che dobbiamo aspettarci battaglia totale su tutti i campi ed è difficile dire che possa retrocedere. Questo è il girone più equilibrato e difficile della Serie C, almeno nella media delle squadre". 

Una delle missioni della Serie C è quella di creare valore per i giovani. Questo progetto trova riscontro nella realtà?
"Non lo so, io ho sempre lavorato pensando che i giovani possano fare la differenza, soprattutto in certe categorie. Se mettiamo il naso fuori dal nostro paese, le squadre fanno giocare i giovani senza problemi, ma si deve partire sempre dalla qualità del giocatore. Per noi i giovani sono la base del nostro progetto e mi inorgoglisce aver rinnovato i contratti di Germinario e Lombardi, due 2002 che da quest'anno non saranno più under e da cui non prenderemo più minutaggio. Dal momento che li riteniamo giovani di valore, noi partiamo da loro per costruire il nostro futuro, anche se hanno poco più di 22 anni. Molte squadre ritengono che il giocatore non serva più quando  non fa più minutaggio, noi, da questo punto di vista, ci distinguiamo dalle altre perché riteniamo che, se si è lavorato bene prima, quei giocatori possono crescere e diventare plusvalenze non solo economiche ma anche tecniche. Questa è la nostra medicina, al momento i risultati ci stanno dando ragione e speriamo di migliorarli ulteriormente".