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DS SPAL: "Baldini confermato, i playout come scalare una montagna"

DS SPAL: "Baldini confermato, i playout come scalare una montagna"TMW/TuttoC.com
lunedì 26 maggio 2025, 12:45Girone B
di Giacomo Principato

La salvezza con la rimonta al playout contro il Milan Futuro e non solo nell'intervento di Alex Casella, direttore sportivo della SPAL che ha rilasciato una lunga intervista a TMW Radio.

Direttore, iniziamo dalle semifinali playoff andate in scena ieri. Con lo 0-0 tra Vicenza e Ternana e la vittoria del Pescara a Cerignola, secondo lei il Vicenza resta la squadra da battere o il Pescara e la Ternana possono davvero sovvertire i pronostici?
"Durante la stagione ho affrontato sia la Ternana che il Pescara e ho visto più volte il Vicenza, anche per vicinanza geografica. Penso che, per profondità della rosa e struttura generale, il Vicenza sia la squadra più completa. Hanno mantenuto un blocco solido per tre stagioni e ogni anno sono migliorati. Detto questo, il campo e la testa contano moltissimo. Il Pescara di Baldini, per esempio, ha ritrovato entusiasmo e magia. Quando il mister riesce a entrare nella testa dei giocatori, succedono cose importanti, come accadde anche a Palermo. La Ternana è forte, ma oggi ha meno alternative rispetto al Vicenza. Dovendo giocare ogni tre giorni, questo potrebbe pesare. Quindi, sulla carta il Vicenza ha qualcosa in più, ma il fattore mentale potrebbe spostare l’equilibrio".

Il Cerignola invece ha pagato l’inesperienza nel giocare partite ad eliminazione diretta?
"Sì, è stata una prima volta per loro, per la squadra e per la piazza. L’hanno forse caricata troppo, cercando di rimettere in piedi la partita a tutti i costi nei 90 minuti. Questo ha tolto lucidità, mentre magari sarebbe stato meglio gestirla con più equilibrio per il ritorno. Detto questo, il Cerignola ha un organico di livello e può giocarsela comunque. Non dimentichiamo che hanno fatto un campionato strepitoso e che alcune dinamiche esterne, come l’esclusione di Taranto e Turris, hanno inciso sulla loro classifica".

Parliamo ora della SPAL. Che parola userebbe per definire la vostra stagione? “Complicata” è quella giusta?
"È stata una stagione difficile e negativa sotto il profilo dei risultati. Doveva essere un’annata di rilancio e invece ci siamo trovati a lottare fino alla fine. Avevamo 49 giocatori a contratto a inizio anno: partire con l’obiettivo di “sfoltire” ha creato un clima negativo, difficile da superare. E questo ha lasciato degli strascichi. Siamo in una piazza importante, con un pubblico numeroso e appassionato. Alcuni giocatori hanno pagato questo peso in negativo. Tutti, me compreso, abbiamo commesso errori. Ma la salvezza ai playout, ottenuta contro una squadra forte come il Milan U23, è comunque un segnale importante. Ci ha fatto capire cosa va cambiato, cosa non ha funzionato e da dove ripartire".

Cosa si porta di positivo da questa stagione così travagliata? E con Baldini si continuerà anche nel 2025-26?
"La volontà è quella di continuare con mister Baldini. Vincere il ritorno dei playout davanti a più di 11.000 tifosi è stato un momento chiave, una montagna scalata. Non possiamo buttare via tutto: dobbiamo capire cosa funziona, valorizzarlo e costruire su quello. La maglia della SPAL deve essere un trampolino, non un peso. Tra gli aspetti positivi cito Mirko Antenucci, che ha chiuso alla grande una carriera importante, e i giovani come Rao, che è stato uno dei pochi classe 2006 a fare la differenza nei professionisti. Stiamo già lavorando ogni giorno per impostare un percorso diverso, più positivo.

A proposito di Antenucci: c’è già l’idea di un futuro ruolo per lui nella società?
"Con la proprietà non abbiamo ancora affrontato l’argomento. Prima c’era una sola priorità: salvarsi. Ora stiamo analizzando ciò che non ha funzionato e cosa migliorare. Il futuro di Antenucci sarà un tema che valuteremo con il presidente Tacopina e il socio Follano, ma per ora non c’è una decisione".

Che tipo di presidente ha scoperto in Joe Tacopina? Che rapporto ha con lui?
"Con il presidente ho costruito un’ottima sinergia sin dall’inizio. È una persona ambiziosa, intelligente e molto presente. In passato ha fatto bene ovunque: Roma, Bologna, Venezia. A Ferrara, per ora, non sta riuscendo a replicare quei successi, ma resta sempre molto coinvolto e aperto al confronto quotidiano. Non è affatto una persona che brucia i collaboratori, come a volte viene descritto. Al contrario, cerca sempre il dialogo e il contributo di chi lavora con lui. Nonostante un primo anno difficile, questo rapporto personale e professionale è tra gli aspetti più positivi della mia esperienza alla SPAL".