Torres, Pazienza si presenta: "Saremo ambiziosi, la base è buonissima"

Prime parole da tecnico della Torres per Michele Pazienza, presentato ufficialmente questa mattina. Centotrentuno.com riporta le sue parole: "C’è stata più di una chiacchierata con la dirigenza e il presidente. Il progetto, la voglia di creare un nuovo ciclo, di ripartire con una programmazione e un progetto diverso, attingendo al minutaggio, è stato un qualcosa che ha stuzzicato interesse. Ciò che mi ha colpito maggiormente è stata la loro chiarezza. Ho avuto possibilità di fare altri colloqui con diversi club, ma la loro chiarezza, la passione e la dedizione al lavoro sono stati fondamentali. L’obiettivo è quello di trasmettere una delle mie caratteristiche ai calciatori. Io, per forza di cose, avevo dei limiti tecnici quando giocavo: a questo dovevo sopperire con altre caratteristiche, del lavoro e dell’intelligenza tattica. Io però nelle mie squadre ho bisogno della qualità individuale. Questo non lo fa solo l’allenatore, ma anche i calciatori. Il loro voler mettere la propria disponibilità nel voler creare un gruppo forte, che possa fare grandi cose, è fondamentale. Credo che grandi gruppi possono fare grandi cose”.
Sulle ultime esperienze: “È chiaro che arrivo da due esperienze non positive, ma tutte ti lasciano qualcosa. Nel mio lavoro va sempre preso quanto di buono si presenta. Ho ragionato molto su cosa si poteva far meglio e serve avere la lucidità di riconoscerle e l’umiltà di capire cosa si sbaglia. È chiaro che come tutti sono un essere umano e commetto errore. Ringiovanire una rosa non significa che di fronte vi troverete una squadra solo di giovani, ci saranno scelte da fare e stiamo facendo delle valutazioni insieme al direttore e al presidente. Vogliamo creare il giusto mix per affrontare un girone tosto con ambizione. Questa categoria se non la si prende nel modo giusto, può rappresentare una grande insidia”.
Sul lavoro da fare: “Non so se sia un bene o un male dire di me che faccio lavorare tanto (ride ndr.). Dipende da come viene vissuta la settimana di allenamenti. Non sono un amante delle doppie sedute perché credo che il lavoro può essere raggiunto in un allenamento di un’ora e mezza. Anche perché il troppo può lasciare confusione. A me piace accompagnare gli allenamenti con sedute video, è più facile per un calciatore riconoscere visivamente gli spazi o delle situazioni di gioco. Questo è un qualcosa che può aiutare. Sono alla ricerca di tutto ciò che può aiutare un calciatore. Alla fine non vado io in campo, ma i miei giocatori. Io devo dare loro tutti gli input che gli possano dare dei vantaggi. Sotto l’aspetto comportamentale cerco anche di modellare la pressione e l’adrenalina della partita in base al momento e al caso specifico. È un vantaggio partire dall’inizio della stagione perché lavori per gettare le basi”.
Sul modo di giocare: “Cerco di dare gli input e le indicazioni, affinché i calciatori possano trovare beneficio. Non esiste una mia idea di gioco, ma le caratteristiche che inserisco in una squadra. Sono queste che formano un’idea e una identità della squadra. Come detto, non chiedo calciatori specifici, ma caratteristiche ben delineate”.
Sulla rosa: “Nella chiacchierata fatta con la proprietà non mi è stata chiesta una determinata posizione in classifica, ma mi è stato presentato un progetto. Il fatto di ripartire da una squadra con una buonissima base, reduce da risultati importanti, è segno che qualcosa di importante e del materiale c’è e non va toccato. È vero che ci sono alcune situazioni per ringiovanire la rosa, vanno ritoccate. Da parte mia, difficilmente ci sarà una richiesta specifica, fatto salvo di situazioni particolari. Le mie richieste si limitano alle caratteristiche dei calciatori. Si era entrati nel discorso di ambizioni e proclami, ecco fa parte dell’essere umano avere voglia di fare meglio. Ma molto spesso è importante fermarsi per consolidare quanto si è riuscito a ottenere. Basti vedere il Napoli che dopo che ha vinto lo Scudetto, l’anno successivo ha fatto tanta fatica. Ecco questo è un esempio, ma non vuole essere mettere le mani avanti, ma solo uno spunto di riflessione su quanto sia difficile confermarsi. L’idea di base, che mi ha presentato la società, è quello di provare a confermarsi, migliorando qualcosa”.
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