L'Akragas, gli iraniani e la crostata. Le verità di Lello Di Napoli

"Quando dovevamo giocare a Catania, calcio d’inizio ore 20.30, siamo partiti alle 16 da Agrigento fermandoci in autogrill a mangiare una crostata...”. In una lunga intervista rilasciata a GoalSicilia.it, Raffaele Di Napoli, da qualche giorno non più tecnico dell'Akragas, ha raccontato le sue verità sulla sfortunata annata del Gigante. L'aneddoto di cui sopra uno dei tanti che sono capitati.
Di Napoli ribadisce che ha sempre lavorato credendo che la squadra si possa salvare, seppur la situazione sia davvero complicata e aggravata dalla penalizzazione, "e ahimè mi sa che ne arriverà qualcun altro" di punto in meno. L'allenatore ha raccontato di come, pochissimi giorni dopo la scomparsa della madre, fosse già a lavoro, convinto a non mollare dopo alcune rassicurazioni sul progetto. Ma ammette che fu un errore per due motivi.
“Quando mi sono reso conto che attorno avevo gente scarsa, non era gente di calcio. Ero comunque convinto che potevamo fare qualcosa di buono, poi quando ci hanno tolto la deroga per giocare all’Esseneto è sprofondato tutto. Sponsor non ce ne erano più, di fatto eravamo sempre in trasferta, i problemi economici eccome se c’erano... Ho cercato di prendermi tutte le responsabilità ma i risultati non mi hanno accompagnato e quando è così l’allenatore paga, come è giusto che sia”.
Poi si passa al mercato di gennaio, tutto negli ultimi due giorni, dopo che il presidente aveva detto ai giocatori di trovarsi un'altra squadra. Un mercato fatto bene, nonostante tutte le difficoltà. Di Napoli ringrazia i tifosi e diversi componenti dello staff, come Ernesto Russello, e si esprime positivamente anche verso i giocatori, che mai secondo la sua sensazione gli hanno voltato le spalle. Ma si toglie qualche sassolino dalla scarpa su Alessi: "Lui voleva che mi dimettessi, facendo anche un comunicato che ritengo davvero fuori luogo. Mi ha detto che dovevo rientrare in sede, quando lui non si è visto una sola partita nostra, credo che non conosca neanche i giocatori. Mi dovevo dimettere perché? Io ad Agrigento stavo a lavorare, quando mi hanno fatto il contratto non ho mica obbligato nessuno”.
Di Napoli però tiene a ribadire che la trattativa con gli iraniani - ieri pomeriggio uno dei rappresentati della società interessata a rilevare il club ha fatto visita alla squadra con Alessi - è più che solida, ed ha elogiato il lavoro dell'avvocato Caponnetto e del tramite di Agrigento, che vuole rimanere anonimo, che ha avviato i primi contatti.
Ma cosa ne sarà dell'Akragas? La salvezza appare quantomeno un obiettivo improbabile. Non è ancora arrivata l'ufficialità per quanto riguarda il nuovo allenatore, che dovrebbe essere Salvatore Vullo, e le trattative per la cessione sicuramente non si concluderanno in tempi brevi. “Mi sarebbe piaciuto lavorare in modo sereno, perché ribadisco ancora una volta che sono convinto che la squadra c’è e anzi mi ritengo onorato di avere allenato questi ragazzi", chiude Di Napoli, la cui amarezza nei confronti di questa balorda stagione dell'Akragas, che lui ha vissuto solo fino a qualche giorno fa, è palpabile.
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