Campobasso, uno spot per il calcio. E ora chiamatela "zona Paganese"

Dopo tante settimane di polemiche e malumori, siamo felici di aprire il consueto editoriale del venerdì con un messaggio di speranza che arriva direttamente da Campobasso. Nel corso della partita tra la compagine molisana e la Fidelis Andria, infatti, si è verificato un episodio piuttosto curioso e singolare che ha catturato l'attenzione di tantissimi organi di informazione anche di livello internazionale. I fatti. Tenkorang, uno dei calciatori locali di maggiore spessore, era riuscito a segnare la rete del momentaneo 1-1 per la gioia di una tifoseria sempre molto numerosa e calorosa. Tutto normale? Non proprio. Il giocatore del Campobasso, forse distratto ma in totale buona fede, non si era reso conto che il lancio effettuato dai compagni non era un passaggio ben calibrato, ma un tentativo di restituire il pallone calciato volontariamente fuori dall'Andria per consentire ai medici di soccorrere un atleta infortunato. Inizialmente Tenkorang non ha capito da cosa scaturisse la reazione stizzita dei pugliesi, convinti di aver subito un grave torto. "Ma che ho fatto?" sembrava si domandasse alquanto contrariato, prima che i due capitani si stringessero la mano per stemperare i toni e chiudere la vicenda con un pacifico chiarimento. Su indicazione del tecnico Mirko Cudini, professionista esemplare e uomo di grande spessore, il Campobasso ha chiesto scusa per il malinteso e ha consentito ai biancoblu di riportarsi in vantaggio senza opporre alcuna resistenza. E anche la torcida rossoblu, pur dispiaciuta per il risultato negativo, ha applaudito ed apprezzato mostrando un senso civico fuori dal comune e che può essere d'esempio per milioni e milioni di tifosi. "Sono quei gesti che riconciliano con il calcio" ha detto il presidente Francesco Ghirelli "bisogna fare i complimenti al Campobasso, al suo presidente, alla dirigenza, allo staff tecnico e a tutti coloro che sono riusciti a trasformare un episodio singolare in uno spot meraviglioso". Facile prevedere che Cudini riceverà un premio fair play nelle prossime settimane, il minimo sindacale per un allenatore che ha saputo insegnare tanto non solo ai propri calciatori, ma anche a tutti quei ragazzi che si stanno avvicinando a questo mondo e devono crescere con sani valori.
Tornando all'aspetto prettamente tecnico, la nostra analisi parte dal girone C. La Paganese di Gianluca Grassadonia, dopo una partenza al rilento che ha comportato l'esonero di mister Di Napoli, vince ancora e sfrutta il fattore "Torre" regolando di misura la Vibonese. Si pensava che la presenza in organico di gente non più giovanissima potesse negativamente incidere sulla condizione atletica, invece gli azzurrostellati segnano un sacco di gol in zona Cesarini e compensano qualche mancanza fisica con esperienza, cattiveria agonistica e quella qualità che fa la differenza in Lega Pro. Gente come Schiavi, Murolo, Zito, Firenze, Piovaccari e Castaldo ha ancora tantissimo da dare, la sensazione è che i campani potranno essere una mina vagante nella zona sinistra della classifica.Ad Avellino le cose non vanno benissimo.
In settimana ci sono state tensioni tra mister Braglia ed alcuni tesserati, come certificato dalla mancata convocazione di Sbraga (in panca contro il Catanzaro). Il direttore sportivo Salvatore Di Somma, sfruttando tutta la sua esperienza, ha gettato acqua sul fuoco ma lo 0-0 con un buon Catanzaro non consente di avvicinarsi alle prime posizioni. Unica nota positiva è stata la splendida risposta del pubblico che, dopo un anno e mezzo di chiusure e restrizioni, si è riavvicinato alla squadra costituendo un valore aggiunto molto importante. Negli altri raggruppamenti notiamo il ritorno al successo della Triestina (Procaccio scaccia i fantasmi dalla panchina di Bucchi segnando dopo 60 secondi), il colpaccio del Modena a Cesena e il rendimento costante di un Padova capace di mettere da parte la delusione per la finale playoff persa con l'Alessandria e di ripartire con le marce alte. Merito, va detto, di un altro "vecchietto", quel Fabio Ceravolo che molti opinionisti etichettavano già come finito ma che invece si sta togliendo più di un sassolino dalle scarpe. Nota a margine sugli arbitri, ormai croce e delizia nel panorama professionistico italiano. Gli errori ci sono ancora, ma siamo certi che il designatore Ciampi sia l'uomo giusto al posto giusto. Occorrerà soltanto un po' di tempo e una fisiologica fase di rodaggio affinché le sue indicazioni portino i frutti sperati.
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