DIECI GIORNI E POI AMICI COME PRIMA: IL CASO FIDEIUSSIONI AGITA ANCORA LE ACQUE DELLA SERIE C

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio. Su TuttoMercatoWeb.com
09.01.2019 00:00 di Ivan Cardia   vedi letture
DIECI GIORNI E POI AMICI COME PRIMA: IL CASO FIDEIUSSIONI AGITA ANCORA LE ACQUE DELLA SERIE C
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Dieci giorni di tempo e poi amici come prima. L’altro ieri la Corte Federale d’Appello ha accolto i ricorsi di Viterbese e Rimini, nonché quello della FIGC: le fideiussioni rilasciate dalla Finworld non potevano essere emesse, e l’indicazione della federcalcio di sostituirle entro il 28 settembre, pena multa e sanzione, era legittima. Tanto più che la Lega Pro già a giugno aveva indicato le criticità di quelle garanzie. È curioso però che si tratti di una vittoria di Pirro, almeno in parte.

Oltre ad accogliere i ricorsi di cui sopra, la Corte d’Appello ha infatti dato un nuovo termine a Matera, Pro Piacenza, Reggina e Cuneo, per adeguarsi e presentare una nuova, valida, fideiussione. Dieci giorni, appunto, e poi tutti amici. Curioso, appunto, se si considera che altri club, Viterbese e Rimini in testa appunto, si sono invece adeguate sin da subito, per evitare i 350mila euro di multa e il -8 in classifica. E la decisione rischia di creare nuovo malumore.

Premessa: qui non ci sta più simpatico il Rimini rispetto al Matera, per fare due esempi. Non ci sta simpatico o antipatico nessuno. Però alcune società si sono adeguate per tempo. Altre no. Era già un mezzo regalo, se si considera che a fine giugno tutte quante sapevano del rischio che avrebbero corso. Però le regole ne davano la possibilità e loro l’hanno corso. Ora quattro società hanno la possibilità di mettersi in regola a metà stagione, dopo aver giocato fin qui con una fideiussione che, in soldoni, non poteva essere emessa dall’origine. Lasciamo da parte il fatto che semmai una decisione del genere sarebbe potuta spettare al Consiglio Federale.

Riecheggiano, così, gli echi di un conflitto. Da un lato chi si è adeguato per tempo; dall’altro chi ha atteso, e comunque potrà cavarsela senza un punto di penalizzazione. Riecheggiano, ancora, le parole di Spreafico, il presidente del Renate. Che aveva chiesto regole chiare, e dato un termine al presidente Ghirelli. Intendiamoci: nella situazione, la Lega Pro ha sempre assunto una posizione chiara, se fosse stata ascoltata tutto questo caos, l’ennesima, si sarebbe potuto evitare. Però ora a gestire la situazione dovrà essere lo stesso Ghirelli, componendo le fratture e calmando le acque. Perché è logico che quattro squadre con il -8 davanti non sarebbero state una vittoria. Ma è altrettanto vero che chi si lamenta della disparità di trattamento non ha tutti i torti. E non sono solo in C: Avellino e Bari sono finite in Serie D. Niente dieci giorni per loro.