“Dirty Soccer” si attende il verdetto. Si rischia di vedere sconvolte tutte le classifiche. Fondo di Garanzia: il format a 60 squadre non è semplice utopia

“Dirty Soccer” si attende il verdetto. Si rischia di vedere sconvolte tutte le classifiche. Fondo di Garanzia: il format a 60 squadre non è semplice utopiaTMW/TuttoC.com
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giovedì 21 gennaio 2016, 08:30Il Punto
di Vittorio Galigani
Vittorio Galigani, esperto dirigente calcistico, già Direttore Sportivo oltre che Direttore Generale in numerosi club professionistici dalla Serie A alla ex Serie C. Editorialista per TuttoLegaPro.com

Entro fine settimana, nella migliore delle ipotesi, il Tribunale Federale renderà pubbliche le sue decisioni sul caso “Dirty soccer”. Le richieste della Procura Federale sono state di una severità impressionante. Sia nei confronti delle Società, a vario titolo coinvolte, che in quelle dei tesserati. Anche per coloro che debbono rispondere di semplice responsabilità oggettiva. 

Ove quelle richieste fossero accolte nella loro totalità, le classifiche, come purtroppo accade negli ultimi tempi, sarebbero stravolte ancora una volta.

Come ho già scritto in altra occasione, il risultato del campo non è più sovrano.  Troppi gli interessi economici legati alle scommesse. Troppe le intrusioni che nulla hanno a che vedere con il calcio giocato. Troppe le interferenze negative che condizionano l’andamento dei campionati. Piace a taluni il “vincere” facile, come si usa dire. Il miraggio del guadagno facile, in diversi casi, ha purtroppo coinvolto più di un tesserato. Aleggia nell’ambiente una sensazione fastidiosa. Come se ci si stesse adagiando. Il dover subire, per assuefazione, lo scandalo delle partite truccate.

Dicevamo:  ne va di mezzo la regolarità dei campionati. Nel presente e nel futuro. La lentezza burocratica della giustizia sportiva, nei vari gradi di giudizio, rischia di rendere incerta la validità del risultato sportivo. La zona promozione e quella retrocessione potrebbero risultare stravolte. Dalle imminenti sentenze del Tribunale Federale a quelle, definitive, del Collegio di Garanzia del Coni (transitando attraverso le decisioni della Corte di Appello Federale) passeranno mesi. Ricorso dopo ricorso. Tra decorrenza dei termini, richiesta degli atti ed ammennicoli di varia natura procedurale, si arriverà a ridosso della disputa dei play (off ed out). L’incertezza regnerà sovrana sino alle ultime giornate della stagione regolare. Forse anche oltre!

I cavilli legali, a quell’altezza, potrebbero avere la meglio sui risultati acquisiti sul campo. Questa non sarebbe la soluzione migliore ed il sistema calcio esporterebbe, di se stesso, l’ennesima immagine negativa.

È indispensabile correre ai ripari.

Martedì scorso il Collegio di garanzia del Coni ha dichiarato inammissibile, per carenza di interesse, il ricorso presentato da Renate, Pro Piacenza e Prato sul blocco dei ripescaggi in Lega Pro. Il ricorso andava presentato, per norma, nei 30 giorni dal precedente rigetto. E’ stato discusso. Benché sarebbe stato auspicabile il rinvio dello stesso, ma non è stato possibile per il mancato accordo tra tutte le parti. Federcalcio, Renate e Pro Piacenza erano favorevoli,  la società del Prato si è opposta.  Il rinvio sarebbe stato opportuno anche alla luce dei passi che, sull’argomento, sta muovendo il presidente della Lega Pro Gabriele Gravina.

Fortunatamente il Collegio non ha giudicato nel merito. Nel contesto c’è comunque da registrare che, in tal modo, La Federcalcio è stata messa all’angolo. A fine stagione, in presenza di una più che probabile carenza di organico, tutte le Società potranno ricorrere. L’interesse di tutti decorrerà infatti dal giorno stesso in cui si dovesse accertare il vuoto di organico. Nessuno, in  nessun grado di giudizio, potrà in quel caso obbiettare che non si sono rispettati i termini. Si dovrà, allora, discutere del merito ed il format a 60 squadre dovrà, in ogni caso, essere ricostituito. 

Con buona pace di tutti. 

Emerge, da quanto sopra, la necessità di correre ai ripari. Si avverte il bisogno di avviare, quanto prima, un processo riformistico. Adeguato ed in linea con i tempi. Innovativo.

Occorre eliminare quel “tappo” che impedisce la crescita del sistema. 

Partendo dalla Lega Pro? Non sarebbe affatto un’idea malvagia.