Domenica al J Stadium un crocevia fondamentale per le seconde squadre. Il progetto, a ora fallimentare, troverà nuovo slancio? E come si collocherà all'interno della riforma ormai imminente?

23.11.2022 00:00 di Tommaso Maschio   vedi letture
Domenica al J Stadium un crocevia fondamentale per le seconde squadre. Il progetto, a ora fallimentare, troverà nuovo slancio? E come si collocherà all'interno della riforma ormai imminente?
TMW/TuttoC.com

Domenica prossima a Torino, in casa della Juventus, andrà in scena un incontro che potrebbe dire quale futuro attende le seconde squadre. Un progetto voluto fortemente dall’attuale leadership della FIGC, ma che finora si è rivelato un vero e proprio buco nell’acqua con la sola squadra bianconera ad aver battuto con convinzione questa strada, mentre non vi sono notizie di altre che vogliano seguirne l’esempio nonostante ogni tanto spunti qui e là l’ipotesi senza però, adducendo motivi di bilancio, si vada fino in fondo. All’incontro parteciperanno il presidente federale Gabriele Gravina, quello della Lega Serie A Lorenzo Casini e quello della Lega Pro Francesco Ghirelli. E c’è da scommettere che non parleranno solo di seconde squadre, di come dar vita a un dibattito per riflettere su questo progetto e di come, eventualmente, inserirle nel prossimo organico di Serie C.

Ma anche di quella riforma del calcio italiano che fra un mese o poco più sarà resa nota in tutti i suoi dettagli e dovrebbe essere rivoluzionaria per rilanciare un movimento in grave affanno e difficoltà sia a livello di club sia a livello di Nazionale. Certamente al tavolo si porterà l’esempio dei padroni di casa che con la seconda squadra hanno fatto discrete plusvalenze e portato in prima squadra alcuni elementi, di cui però solo due sono – anche a causa di vari infortuni fra i big – da considerarsi a tutti gli effetti parte integrante dei grandi: il primo è Nicolò Fagioli e il secondo è Fabio Miretti. Di questi però solo il classe 2003 arriva direttamente dall’ex Under 23 ora Next Gen, mentre il secondo si è fatto le ossa lo scorso anno in Serie B con la Cremonese, conquistando la promozione, e a lungo è rimasto ai margini (tanto che si pensava a una sua cessione in prestito a gennaio) prima di trovare spazio e guadagnarsi sul campo minuti importanti a causa dei forfait altrui. È stato bravo a sfruttare l’opportunità, non ci sono dubbi, grazie alle qualità che si erano già viste lo scorso anno, ma non si tratta di un salto diretto dalla seconda alla prima squadra. Gli altri che sono stati aggregati negli ultimi tempi prima della pausa – da Soulè a Iling Junior fino a Barbieri – hanno recitato finora una parte da comprimari, pur avendo anche buoni impatti sulle partite, e destinati con tutta probabilità a tornare in Next Gen (o andare in prestito altrove) al rientro dei big e con gli arrivi dal mercato.

Nulla di diverso da quando in passato si pescava direttamente dalla Primavera, a volte con buoni risultati altre volte no. Certamente la Serie C è più formativa dell’attuale campionato Primavera, dove spesso a emergere sono giocatori che per età dovrebbero essere già nel giro delle prime squadre, ma insistere su un progetto che finora non ha convinto la gran parte delle società appare un controsenso, a maggior ragione se la Serie C vorrà – come dalla riforma di Ghirelli – ancorarsi ancora più sui territori nella prima fase della stagione, con i gironi da 10 squadre a carattere regionale o interregionale per valorizzare i derby. Ecco le seconde squadre vanno in senso contrario al campanilismo e al radicamento sul territorio visto che il seguito che hanno è pressoché nullo. Anche in caso di ipotesi di riduzione dell’organico – 20 squadre in una Serie C d’élite e 40 in una Serie C semiprofessionista – sarebbe difficile dove inserire eventuali seconde squadre. Già la Juventus Next Gen probabilmente non avrebbe i crismi, se non di riflesso, per essere fra le 20 piazze più blasonate e con più seguito che formerebbero il campionato a girone unico.

Cosa uscirà dall’incontro di domenica comunque servirà a chiarire molti punti, e magari anche a far intuire qualcosa sulla riforma finora tenuta, con ottimi risultati, segreta. E poi sarà più semplice tirare le somme sul futuro di queste seconde squadre nel nostro paese.