Foggia si dissoci dai teppisti, a Livorno una lenta agonia che mortifica la piazza. Un Fabiani anche a Castellammare: cui prodest?

05.12.2020 00:00 di Luca Esposito Twitter:    vedi letture
Foggia si dissoci dai teppisti, a Livorno una lenta agonia che mortifica la piazza. Un Fabiani anche a Castellammare: cui prodest?
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Non potevamo non aprire il nostro consueto editoriale con un episodio di cronaca nera e che non può essere certo accostato al calcio. E’ esploso il caso Foggia, stavolta non per avvicendamenti tecnici o problemi societari ma per un atto di vandalismo. Sfortunato protagonista è stato il capitano Gentile che, mentre era in casa con la famiglia, è stato costretto a richiedere l’aiuto delle forze dell’ordine perché alcuni facinorosi gli hanno incendiato la porta. Il presidente Ghirelli è intervenuto immediatamente mettendo a disposizione dell’atleta tutto il sostegno morale del mondo della Lega Pro, ma davanti a gesti del genere restiamo davvero tutti senza parole e profondamente amareggiati. Se nemmeno una pandemia in atto riesce a placare questi teppisti c’è poco da stare allegri in ottica futura, soprattutto perché il calcio dovrebbe rappresentare un motivo di svago e non certo di spavento. Il calciatore potrebbe chiedere di andar via, certamente moglie e figli non possono vivere nel terrore e non meritavano di trascorrere una settimana all’insegna della paura. Foggia, inteso come tifoseria e mondo ultras, dovrebbe prendere le distanze da questa gente che non può essere affatto associata a una delle curve più calorose d’Italia e che, siamo certi, non ha nessuna attinenza con un crimine del genere. E’ chiaro, però, che sarà ancora più difficile fare mercato a gennaio: ci sono calciatori, soprattutto giovani, che non accetterebbero certo una piazza calorosa, passionale, ma che a volte va oltre le righe e supera i limiti per colpa di qualche scalmanato. Provando a parlare di calcio giocato, nel girone A il Renate è la vera sorpresa, ma attenzione alla Carrarese. I vertici societari hanno assicurato che vogliono primeggiare e chissà che non possa essere l’anno buono, favorito anche dall’assenza di antagoniste che, ad ora, riescano ad avere una certa continuità. Il Novara, pur con un organico ricco di nomi altisonanti, stenta, l’Alessandria di Gregucci ha tanto cuore, si rialza quando sempre stia crollando, ma è tremendamente discontinua.

Nel girone B la notizia è l’inevitabile e forse tardivo esonero di Gautieri, allenatore che negli ultimi anni raramente ha completato una stagione e che non ha dato alcuna scossa alla Triestina. Siamo sicuri che un uomo esperto e concreto Pillon, con la sua conoscenza e con quel grande equilibrio che da sempre lo ha contraddistinto, possa far risalire un gruppo molto competitivo, ma già troppo lontano dalla vetta al netto degli sforzi del direttore sportivo e amministratore del club Milanese. Non c’erano dubbi sul rendimento del Padova, ma occhio al Perugia: le squadre di Caserta partono sempre col freno a mano tirato, poi ingranano la quinta e diventa difficile per tutti. Nel girone C c’è finalmente aria di svolta a Caserta. Patron D’Agostino presenta il progetto stadio e si candida ad essere l'uomo risolutivo che potrebbe ricreare entusiasmo dopo un biennio di insofferenza generale. Sta investendo, anteponendo i fatti alle chiacchiere. Una strategia che conferma quanto spendere per una struttura o per un vivaio forte possa essere più determinante rispetto all’ingaggio di un grande nome a fine carriera. Si chiama programmazione. A Cava dei Tirreni situazione paradossale. Ultimo posto in classifica, altro ko nel derby con la Casertana, ma il presidente Santoriello è un uomo solo che va avanti, causa Covid, senza tifo, senza introiti e senza collaborazioni. Gli ultras hanno parlato ancora una volta alla squadra con toni e modi costruttivi, il patron ha affidato l'area tecnica all'ex attaccante metelliano Antonio Schetter, molto stimato in cittàe chissà che la grande conoscenza della piazza non possa permettergli di trasmettere qualcosa in più ai calciatori. Il colpo di scena si registra a Castellammare, laddove è stata affidata l’area tecnica ad uno sconosciuto come Fabrizio Fabiani. Il padre ha fatto cose importanti nel calcio e magari stiamo parlando di un predestinato che svolgerà un lavoro eccezionale, ma puntare su un giovane senza alcuna esperienza in una piazza affamata di calcio, calda, reduce da una retrocessione e che ha “bruciato” anche gente di grandissimo temperamento è un azzardo. Per il club e per lo stesso Fabrizio. Quanto alle altre squadre, a Potenza non funziona la cura Capuano: 4 sconfitte in sei partite, l’ultima contro il suo ex Avellino. Riuscirà un altro miracolo in attesa che a gennaio la società dimostri di avere la volontà e la capacità di rinforzare una rosa molto più debole rispetto la passato? Pur essendo tra le prime, inseriamo anche il Bari tra le delusioni per la sua discontinuità, la Ternana di Lucarelli è dunque la vera schiacciasassi ma attenti al Teramo. C’è poi il solito remake Catanzaro: ogni estate si sbandierano grandi obiettivi, arrivano firme di prestigio e non si lotta mai per la promozione diretta. Tre indizi fanno una prova, se da tempo non si inverte la tendenza bisogna fare un’analisi più profonda. Anche perché la società ha speso, eccome. Ultime due riflessioni. Riteniamo giusto che il campionato stia proseguendo, la situazione epidemiologica a livello nazionale sta migliorando e pian piano si stanno recuperando le partite durante la settimana. Ottimo segnale, bravo Ghirelli. Peccato per i soliti alterchi tra Leghe, con la B che decide senza consultare come, purtroppo, già accaduto in passato. C’è chi vuole un cambio di format, chi una B a 22 con tre retrocessioni, fatto sta che persone intelligenti come Balata e Ghirelli sapranno decidere per il meglio. Chiudiamo con il caos Livorno, ormai una triste novità. Sul campo calciatori e staff tecnico meritano soltanto applausi, a prescindere dai risultati. Ma in tanti stanno chiedendo lo svincolo, si parla ancora di messa in mora e c’è chi sostiene che Spinelli, dietro le quinte, stia ottemperando alle mancanze economiche della nuova proprietà che, dunque, potrebbe perdere altri pezzi. La gente è stanca di questa lenta agonia ed è pronta a protestare, anche a costo di restare senza calcio e di ripartire dalla D con maggiore chiarezza. Destino che, purtroppo, sta capitando a troppe piazze importanti. Piazze di cui lo sport ha bisogno affinchè il pallone continui a rotolare.