FRA CAMPO E POLITICA. SETTE SQUADRE IN RAMPA DI LANCIO PER UNA STAGIONE DA PROTAGONISTE. A ROMA INIZIA L'ERA GRAVINA. UNA SCELTA PER IL RILANCIO DI TUTTO IL SISTEMA

Nato a Firenze nell'anno del Mundial spagnolo. Giornalista di TuttoMercatoWeb.com, direttore di TuttoC.com
22.10.2018 00:00 di  Luca Bargellini  Twitter:    vedi letture
FRA CAMPO E POLITICA. SETTE SQUADRE IN RAMPA DI LANCIO PER UNA STAGIONE DA PROTAGONISTE. A ROMA INIZIA L'ERA GRAVINA. UNA SCELTA PER IL RILANCIO DI TUTTO IL SISTEMA

Da una parte il campo. Dall’altra la politica sportiva. Da una parte le squadre che lottano e dall’altra uomini chiamati a scegliere la direzione dell’intero movimento calcistico italiano. Sarà un lunedì a due vie quello che siamo chiamati a vivere oggi.

Sul fronte del rettangolo verde ci sono squadre in forte ascesa come Piacenza, Carrarese e Juve U23 nel Girone A, Pordenone nel B e il tris Catania, Juve Stabia e Trapani per il Girone C. Squadre convinte, caratterialmente pronte a lottare per la vetta e qualitativamente in grado di mettere in evidenza le differenze con le rivali. Ci sono anche formazioni in evidenti difficoltà: le zero vittorie di AlbinoLeffe, Paganese e Albissola, il forte rischio esonero di Paolo Indiani a Pistoia oppure lo shock che sembra aver colpito e congelato il Monza dopo l’arrivo di Berlusconi alla guida del club (da rivelazione a squadra in crisi il passo a volte è davvero breve).



Al di là del campo e del campionato queste saranno le ore che vedranno Gabriele Gravina salutare definitivamente la Lega Pro per approdare alla guida della FIGC. Un impegno importante ma anche molto complicato. Il movimento calcistico italiano deve essere obbligatoriamente rivisitato nel profondo: dalla riforma dei campionati (fra i sogni di SuperLega delle big di A all’idea di reintrodurre il semiprofessionismo), a quella della Giustizia Sportiva, passando per il rilancio del Club Italia.

Ecco dunque che dalla “semplice” (le virgolette servono per evidenziare il sarcasmo) gestione della Serie C, Gravina si troverà dunque a nuotare nel mezzo a veri e propri squali. Predatori che dovrà imparare a gestire se vorrà cambiare un palcoscenico ad oggi vuoto, triste e poco attraente. L’in bocca al lupo è dunque d’obbligo, sia a Gravina che a tutto il calcio italiano. Perché al primo è stato affidato il compito di riformare il secondo e a quest’ultimo invece serve una persona seria come l’ex presidente della Lega Pro. A molti la sua serietà non piacerà. Grazie al cielo viene da dire.