IL FATTO DELLA SETTIMANA - REGGINA, DALL'APPROVAZIONE DEL BILANCIO ALLE DIMISSIONI DI PRATICO': QUALE FUTURO PER IL CLUB AMARANTO?

17.11.2018 00:00 di Valeria Debbia Twitter:    vedi letture
Mimmo Praticò
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Mimmo Praticò
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Scossone in casa Reggina, con l'annuncio delle dimissioni da presidente di Mimmo Praticò, giunte nella giornata di mercoledì 14 novembre. Una notizia preceduta dall'assemblea dei soci di lunedì 12, nel corso della quale lo stesso Praticò aveva messo gratuitamente a disposizione dei soci di minoranza, al momento della ricostituzione del capitale sociale, quelle quote che la società P&P Sport aveva dovuto rilevare in precedenza.

L'assemblea aveva comunque approvato il bilancio, certificato e regolarmente depositato, e la famiglia Praticò aveva preso atto dell'indisponibilità di nove socie a partecipare alla copertura delle perdite e quindi ripianato tramite la P&P Sport srl e insieme ai soci Simonetta e De Caridi il debito, ricostituendo il capitale sociale, in attesa dei contributi della Lega Pro in arrivo a dicembre. 

Uno di questi, Domenico Comandè, avevano poi dichiarato nel corso della trasmissione Momenti Amaranto: "Questa società non ha mai fatto mistero di non navigare nell'oro, su questo si è sempre stati chiari, nessuno può dire il contrario. Su altri discorsi, io dico sempre quello che dice il Presidente: se c'è qualcuno che è disponibile a farsi avanti, che si faccia avanti. La proposta della P&P di ridarci le quote in forma gratuita? Al momento rifiutata, ma il termine scade l'8 gennaio e ci potrebbe essere il ripensamento di qualcuno. Ho visto una volontà di riavvicinamento che non vedevo da tempo. Dalle parole del Presidente, ho interpretato la volontà di stringersi in un momento che, così come sotto gli occhi di tutti, non è dei migliori".

Il giorno chiave è stato appunto quello di mercoledì 14: prima la società ha dovuto smentire categoricamente la consegna della squadra al sindaco Falcomatà, rammaricandosi di dover sconfessare notizie false e tendenziose che arrecano danno alla stessa compagine. Poi l'annuncio delle dimissioni con un comunicato ufficiale dove si leggeva: "La P&P Sport Srl, socio di maggioranza della URBS Reggina 1914 Srl, non intende sostenere per il futuro un impegno sempre più gravoso per le proprie possibilità. Per tale motivo la P&P Sport Srl ha deciso di pubblicare un invito a presentare manifestazioni d’interesse finalizzate a rilevare le quote in suo possesso (rese note con comunicato apposito, all'interno del quale vengono fissate scadenze ravvicinate e precise per avviare trattative che devono comunque essere anticipate attraverso la PEC, ndr), come peraltro anticipato al Sindaco nella data di ieri chiedendogli contestualmente l’impegno a volersi costituire parte attiva nella ricerca di eventuali investitori. Nel contempo il Presidente Praticò, dopo aver compiuto un’attenta ed approfondita riflessione rivolta alla propria famiglia, alle proprie aziende, ad alcune circostanze verificatesi negli ultimi mesi e non ultimo al proprio stato di salute, si presenterà dimissionario alla prossima assemblea dei soci e comunica che sin da oggi la società continuerà ad essere condotta dal consiglio di amministrazione, il quale compierà gli atti di ordinaria amministrazione gestendo il club in autofinanziamento ovvero contando sulle entrate derivanti dalla contribuzione della Lega, dagli incassi della biglietteria e dagli sponsor, senza poter contare su ulteriori apporti finanziari da parte della P&P Sport Srl, mirando comunque ad ottenere il miglior risultato sportivo possibile".

Intervenendo in radio il primo cittadino Falcomatà ha fatto a quel punto riferimento alla vicenda Bari, sottolineando come l'idea fosse quella di copiare le buone pratiche lì messe in atto, ma senza dare alcuna indicazione sulle possibili soluzioni della crisi Reggina: "Coinvolgere imprenditori importanti? Se in questa finestra non si concretizzerà qualcosa, credo arriverà anche quel momento". Ed è proprio Antonio Decaro, sindaco della città pugliese, a suggerire: "Avevo una famiglia che era disponibile a prendere il Bari, ma non riuscivo a farmi dire il nome. Non si è presentata per motivi di tempo. Poi l'ho scoperto leggendo il giornale: si trattava della famiglia Moratti. Magari il sindaco può convincerlo a tornare ad occuparsi di calcio". Una suggestione per ora, ma chissà che non possa concretizzarsi in qualcosa di reale. Intanto un'altra via sarebbe quella che vedrebbe i soci di minoranza rilevare il club con una ricapitalizzazione parziale, pur senza vedersi accolati i i debiti che superano i 600mila euro. Con la possibilità di rivedere in amaranto Gabriele Martino, che tornerebbe in qualità di direttore sportivo.