IL GIORNO DEL GIUDIZIO È ARRIVATO. OGGI SAPREMO CHE NE SARÀ DEL NOSTRO CALCIO (DALLA B ALLA D FINENDO CON QUELLO FEMMINILE). MA SIAMO SICURI CHE TUTTO FINIRÀ OGGI?

07.09.2018 00:00 di Tommaso Maschio   vedi letture
IL GIORNO DEL GIUDIZIO È ARRIVATO. OGGI SAPREMO CHE NE SARÀ DEL NOSTRO CALCIO (DALLA B ALLA D FINENDO CON QUELLO FEMMINILE). MA SIAMO SICURI CHE TUTTO FINIRÀ OGGI?
TMW/TuttoC.com

Il giorno tanto atteso, quello “del Giudizio” per alcuni, è finalmente arrivato. Oggi pomeriggio – sicuramente dopo le 12 – sapremo cosa ne sarà del nostro calcio. Sapremo se la Serie B resterà o meno a 19 squadre, se sarà invece a 20 o 22 (a 25 proprio non riesco a pensarci). Sapremo quali saranno i criteri per i ripescaggio. Se avrà ragione la Ternana, il Catania, il Novara, la Robur Siena oppure la Pro Vercelli, con la Virtus Entella appesa a un filo di speranza sottilissimo, quasi invisibile. Sperando che qualunque sia la decisione che prenderà il Collegio di Garanzia dello Sport del CONI possa essere quella definitiva e mettere fine a un lunghissimi periodo fatto più di chiacchiere, aule di tribunali, ricorsi, contro ricorsi e accuse incrociate che ci hanno tolto il piacere di seguire il calcio. Una speranza che temo vana, perché in questo Paese è tremendamente difficile accettare le sentenze, qualunque esse siano, in maniera serena. Si cerca sempre il cavillo, la scappatoia, il modo di uscirne vincenti in qualche modo o quantomeno di allungare ulteriormente i tempi con il desiderio che prima o poi qualcuno dia loro ragione (e come dargli torto se già solo in questi ultimi mesi abbiamo visto tutto e il contrario di tutto).

La decisione interessa innanzitutto la Serie B e la Serie C, ma tocca in parte anche la Serie A (con la vicenda delle presunte plusvalenze false sull'asse ChievoVerona-Cesena) e ovviamente la Serie D che ha visto nei giorni scorsi la nascita di calendari che potrebbero essere rifatti da capo, stesso dicasi per la B, a causa dei possibili ripescaggi di club per andare a colmare i buchi che verranno a crearsi nella serie superiore. Ripescaggi ancor più difficili da ipotizzare, se possibile, rispetto a quelli in Serie B perché non vi sono tanti club tra i dilettanti che hanno i requisiti necessari per accedere al professionismo. E allora ecco che potrebbero esserci colpi di teatro come un Bari (ma perché non Avellino, Cesena, Modena e financo la Reggiana visto che si tratta di club gloriosi, piazze importanti con una storia importante alle spalle recentemente falliti) ripescato clamorosamente – e con pochi appigli legali bisogna dirlo – fra i pro del pallone.

Una giornata da vivere intensamente (su TuttoC.com e su Tuttomercatoweb.com), da cuori forti direbbe qualcuno, che potrebbe ridisegnare almeno due serie su tre e dare un'ulteriore spallata alla credibilità del sistema e del suo numero uno attuale, il Commissario Straordinario Roberto Fabbricini, che dopo un avvio promettente sembra averne azzeccate pochine – dalle seconde squadre imposte all'avvallo della Serie B a 19 – e che è sempre più sfiduciato dal quasi due terzi dell'assemblea elettiva.

Pronostici non azzardo a farne, ma la speranza – temo vana – è che dall'8 settembre si possa tornare a parlare solo di calcio giocato, di schemi, di tattica, di giocate e di errori perché alla fine quello che ci appassiona tutti è vedere 22 uomini in pantaloncini correre dietro un pallone.

P.S. Anche se se ne è parlato poco bisogna ricordare che domani sarà una giornata cruciale anche per il futuro del calcio femminile conteso in un braccio di ferro fra FIGC e Lega Nazionale Dilettanti. Un braccio di ferro che pare più di potere che di reale interesse per l'altra faccia – meno luccicante - del calcio. In questo caso le posizioni sono meno sfumate, c'è una decisa presa di posizione da parte di club e calciatrici (nonostante l'AIC sul fronte maschile sia alleata di Sibilia) per passare sotto l'ala della Federcalcio e iniziare un percorso di smarcamento dal dilettantismo – anche se è errato parlare di professionismo viste le leggi tuttora vigenti in Italia che lo limitano a giusto una manciata di sport – e di crescita verso il recupero di quelle posizioni perse nei confronti del resto d'Europa e del Mondo nell'ultimo ventennio. Proprio l'arco di tempo che c'è voluto per rivedere una nazionale femminile tornare a disputare una Coppa del Mondo. Ecco frenare lo sviluppo – con concreto rischio di uno sciopero che blocchi i campionati – a 10 mesi dal ritorno delle azzurre nella massima competizione globale sarebbe un vero e proprio crimine, di cui speriamo non ci si debba occupare.