Il Derby Eterno di Sofia e la nostra Serie C: due mondi non troppo distanti. Almeno sul campo

21.09.2022 00:00 di Tommaso Maschio   vedi letture
Il Derby Eterno di Sofia e la nostra Serie C: due mondi non troppo distanti. Almeno sul campo
TMW/TuttoC.com

Negli ultimi dieci giorni sono stato in giro per la Bulgaria – fra Sofia, Koprivshtitsa e l’antica Tracia per visitare Buzludža, Shipka e Hysaria – e ho perso un po' di vista i fatti di casa nostra e in particolar modo la nostra Serie C. Sono però andato ad assistere a una di quelle gare che da molti anni era inserita nella lista della sfide da vedere assolutamente nella vita: si tratta del <i>Derby Eterno</i> di Sofia, quello che mette di fronte i due club più gloriosi e vincenti di Bulgaria: il Levski e il CSKA. Due club che tra l’altro si contendono anche il miglior giocatore della storia con <b>Georgi <i>Gundi</i> Asparuhov</b> (morto tragicamente a 28 anni) che in un sondaggio di qualche anno fa batté addirittura l’ex Pallone d’Oro <b>Hristo Stoichkov</b>. Una gara a cui avrei voluto assistere da spettatore neutrale, nei distinti, per osservare meglio sia il campo che gli spalti, ma che invece sono stato <i>costretto</i> a vivere dalla curva dei padroni di casa a causa di una poco chiara divisione dei settori e di comunicazione da parte dei club. 

E se sugli spalti lo spettacolo è stato degno di una sfida così importante e sentita, fin dalla sera prima si respirava tensione in città e già dalla mattina presto tutti i punti caldi erano presidiati dalle forze dell’ordine, in campo lo spettacolo non si è rivelato all’altezza della cornice di pubblico (a maggioranza Levski) che ha colorato e riempito quasi totalmente lo stadio nazionale intitolato proprio all’eroe della liberazione dal giogo ottomano <b>Vasil Levski</b> che dà il nome proprio a uno dei due club. Uno stadio in cui si respirava, al di là della lingua, un'aria molto italiana sia nei cori sia negli striscioni e nelle <i>pezze</i> presenti, con però anche evidendi differenze come lo stazionamento dei lanciacori all'interno del recinto di gioco (sulla pista d'altetica per la precisine) con tanto di casse d'aplificazione e microfono per dettare i cori che faceva molto dj in discoteca. 

Una delle gare più sentite e importanti del massimo campionato del paese infatti non si è discostata molto per ritmi e qualità tecniche e tattiche da quelle che possiamo vedere ogni fine settimana (e spesso anche in mezzo alla settimana) in Serie C. Del resto se il nostro calcio vive un momento di crisi certificato dall’assenza a due Mondiali di fila, quello bulgaro è in crisi profonda da quando la generazione d’oro degli anni ‘90 (che arrivò a un passo dal podio a USA ‘94) ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo. E il <i>Derby Eterno</i> né è la più chiara conferma visto che si può paragonare a una buona gara della nostra terza serie, una di quelle di vertice per vincere il torneo, ma nulla di più. Qualche buona giocata, un paio di giocatori interessanti che spiccavano nella media, poi tanti errori e ritmi distanti da quelli che ci si attende da una massima serie. Due mondi in fondo così distanti eppure così vicini.