IL PRIMO PASSO VERSO UNA SERIE C SENZA GRAVINA. I TRE CARDINI DAI QUALI PORTARE AVANTI IL PROCESSO DI CRESCITA: FORMAT, REGOLE E VISIBILITÀ

Nato a Firenze nell'anno del Mundial spagnolo. Giornalista di TuttoMercatoWeb.com, direttore di TuttoC.com
23.10.2018 00:00 di Luca Bargellini Twitter:    vedi letture
IL PRIMO PASSO VERSO UNA SERIE C SENZA GRAVINA. I TRE CARDINI DAI QUALI PORTARE AVANTI IL PROCESSO DI CRESCITA: FORMAT, REGOLE E VISIBILITÀ
TMW/TuttoC.com
© foto di Federico De Luca

Gabriele Gravina è il nuovo presidente della FIGC con il 97,20% dei voti. Una percentuale che in un’altra epoca avremmo definito “bulgara”. Un risultato che, però, può avere una duplice lettura. Da una parte c’è quella positiva, che vuole l’ex numero uno della Lega Pro come la scelta migliore per il rilancio della movimento calcistico italiano; dall’altra invece c’è la chiave di lettura che vuole Gravina quale unica scelta possibile.
Qualunque di queste due filosofie abbia portato a questo risultato ciò che conta è che la Federcalcio ha finalmente un nuovo presidente. Un punto di riferimento che dia il via ad un processo di rinnovamento che dovrà riguardare anche la Serie C.
Per la terza serie del calcio italiano, infatti, ieri è iniziato un nuovo capitolo della sua storia, che deve affondare le radici nel recente passato con l’idea di proseguire il proprio percorso di sviluppo.
Che sia Francesco Ghirelli, come in molti sostengono, l’erede di Gravina o meno, la Lega Pro del domani dovrà puntare principalmente a trovare un compromesso fra passato e futuro. Fra tradizione e rinnovamento.

IL FORMAT - Il punto cardine di ogni campionato è la sua fisionomia. La formula a 60 squadre si è dimostrata negli ultimi anni deficitaria e lo stesso Gravina sembra essersene accorto aprendo le porte al semiprofessionismo. Una scelta che riporterebbe in auge la vecchia e mai dimenticata C2. Un campionato, dunque, con peculiarità economiche meno pesanti dell’attuale Serie C, ma al tempo stesso con la fisionomia del professionismo. In questo modo la terza serie, o meglio una eventuale C1, permettere di dare spazio solo a realtà economicamente solide ed in grado di sostenere un eventuale salto in cadetteria. Playoff? Sì grazie, ma non allargati. Una stagione lunga e affascinate è un bene, estenuante e logorroica no.



LE NORME - La Lega Pro del domani, che sia C1 o C2, non può prescindere dalle regole. Regole certe, con scadenze che non possono essere procrastinate nel tempo. Iscriversi (l’idea del rating per i club è interessante) deve avere un termine ultimo, senza alcun tipo di deroga. Gli impianti o sono a norma oppure non devono poter essere utilizzati nel calcio professionistico. Senza uno stadio di questo genere le società non possono avere accesso al calcio professionistico. Lo stesso vale per gli stipendi. Perché non istituire un fondo, gestito dalla stessa lega, che raccolga una liquidità da tutti i club iscritti che garantisca la copertura economica per i lavoratori, siano essi calciatori o “semplici” dipendenti, che si trovano loro malgrado a vivere una situazione di difficoltà? Una sorta di mutuo soccorso che permetta di salvaguardare il regolare svolgimento del campionato e l’immagine stessa della serie?

VISIBILITÀ - E’ un nodo centrale. Gli ultimi bilanci della Lega Pro si sono chiusi in positivo, ma nel calcio italiano c’è un fattore che non può non essere preso in considerazione: i diritti tv. Sono i contributi che i club ricevono dalle emittenti, satellitari e non, a fare la differenza fra Serie A, Serie B e Serie C. Le prime due categorie hanno introiti di livello. La terza serie praticamente non ne ha. Ecco il vero step da fare in previsione futura: essere visibili. Gli introiti non saranno mai al livello delle altre categorie, ma quantomeno proporzionate ad un campionato che ad oggi annovera piazze dalla grande storia e dal grande peso come Vicenza, Novara, Vercelli, Catania, Trapani, Pisa e Siena. Un patrimonio che non può essere gettato alle ortiche.

Tre punti, tre spunti di riflessione da cui dare nuovo slancio al processo di crescita della Serie C. Gravina è il passato. La C è il futuro.