Il silenzio di Gravina è meglio delle mille parole degli altri? Oppure sarà la causa del fallimento della riforma del sistema calcio?

18.11.2022 00:00 di Luca Bargellini Twitter:    vedi letture
Il silenzio di Gravina è meglio delle mille parole degli altri? Oppure sarà la causa del fallimento della riforma del sistema calcio?

Lo scorso 29 settembre il presidente della FIGC Gabriele Gravina, ospite dei microfoni di SkySport, ribadì che il 21 dicembre prossimo, come una sorta di regalo di Natale in anticipo, nel corso di un’assemblea straordinaria del Consiglio Federale si sarebbe tolto il velo su quella che è l’idea di riforma dell’intero movimento calcistico italiano sulla quale lo stesso N°1 e il suo staff sta lavorando oramai da mesi e mesi. Una dichiarazione forte, che ha creato attesa, curiosità e interesse sia negli addetti ai lavori sia nei tifosi di tutto lo stivale.

Da quel giorno sul tema non sono arrivati più aggiornamenti di alcun genere. Né una ulteriore conferma in termini di tempistiche né altre informazioni legate al piano di rinnovamento in procinto di essere presentato. In sintesi: silenzio di tomba.

Nel frattempo alcune delle parti in causa hanno tenuto un comportamento esattamente agli antipodi. Non hanno fatto mistero alcuno dei LORO problemi, hanno presentato le LORO ricette risolutive e in molti di questi casi hanno fatto in modo di presentarsi come i buoni a fronte degli altri, i veri cattivi della situazione. Traduzione: niente di nuovo sotto il sole.



A questo punto, però, mi sorge un dubbio: chi tra la FIGC e tutti gli altri attori coinvolti nella suddetta riforma ha scelto la strategia giusta? Perché se da un lato Gravina&C con la loro cortina di ferro hanno quasi palesato un certo distacco per quello che sarà uno degli snodi cruciali della storia del movimento, dall’altro hanno evitato che trapelassero all’esterno informazioni parziali che, se interpretate in modo errato, avrebbero potuto turbare il completamento dell’opera. Probabilmente in modo irreversibile.

D’altro canto tutti i “chiacchieroni” hanno avuto campo aperto per seminare nella testa dell’opinione pubblica le loro idee in merito, in modo del tutto libero e incontrastato. Permettendo così la creazione di frange già corredate di pregiudizi su ciò che ancora non hanno né visto, né letto, né annusato. Un comportamento che, spesso, lascia poco spazio ad esiti felici.

Il dubbio, da operatore della comunicazione quale mi reputo, mi tiene abbastanza in ansia, perché il nostro sistema ha OBBLIGATORIAMENTE bisogno di cambiare per sopravvivere e l’idea che tutto possa tramutarsi in una bolla di sapone non mi fa stare tranquillo. Visti i precedenti, ma soprattutto la naturale inclinazione di chi guida ogni ufficio di questo paese a trovare il modo migliore per mandare tutto a p……

Tocca, dunque, aspettare per tutte le risposte che servono. Fatene, facciamocene una ragione.