JUVE STABIA-RENDE GIOCATA COL CERVELLO E CON RITMI ALTI: IDEE CHIARISSIME PER MODESTO E CASERTA. DI NECESSITA' VIRTU' PENSIERO PRODUTTIVO: A STRAFARE CI SI COMPLICA LA VITA

Classe 1975, ex attaccante col vizietto del giornalismo. In carriera ha vestito, a suon di gol, le maglie di Pisa, Ascoli, Reggina, Napoli e Lecco.
09.10.2018 00:00 di Gianluca Savoldi   vedi letture
JUVE STABIA-RENDE GIOCATA COL CERVELLO E CON RITMI ALTI: IDEE CHIARISSIME PER MODESTO E CASERTA. DI NECESSITA' VIRTU' PENSIERO PRODUTTIVO: A STRAFARE CI SI COMPLICA LA VITA
TMW/TuttoC.com

Il lettore mi scuserà se in questa fase del campionato eviterò di essere banale evidenziando l’evidente. Oltretutto poche partite (per qualche squadra pochissime) non consentono di fare bilanci, seppure parziali. Mi concederò un focus più approfondito su un match che mi ha particolarmente impressionato tra quelli che ho avuto l’opportunità di seguire. Anzi meglio, partirò dalla partita per fare delle riflessioni più ampie: Juve Stabia-Rende. Non sono un fanatico dell’intensità (temine abusato e poco chiaro soprattutto a chi lo utilizza), in fisica definita come "frequenza in rapporto all’unità di tempo” e che in “covercianese" si può tradurre con “momenti di alta intensità seguiti da brevi tempi di recupero” (cit. Prof. Ferretti). Penso che a volte la partita richieda pazienza, calma per muovere e aprire la struttura difensiva avversaria.



Joan Cruyff diceva: “Tutti gli allenatori parlano di movimento, di correre molto. Io dico che non è necessario correre tanto. Il calcio è uno sport che si gioca col cervello. Devi essere al posto giusto al momento giusto, né troppo presto né troppo tardi”. Io la penso esattamente come lui. Proprio perché si vedono di rado partite giocate con il cervello e al tempo stesso con ritmi alti, quella tra le vespe e i biancorossi mi è piaciuta moltissimo. Ha vinto la Juve Stabia ma vanno fatti i complimenti ad entrambe le squadre.

Francesco Modesto e Fabio Caserta sono due allenatori giovani “freschi” di Uefa A a Coverciano, non hanno avuto dirigenti insicuri o più semplicemente che devono accontentare qualcuno. Modesto e Caserta sono tecnici giovani ma hanno le idee chiarissime. Gasperiniano il primo, in virtù soprattutto della sua amicizia con Juric, amante del 1-3-4-3 come sistema di gioco, della pressione alta e accetta di buon grado la parità numerica anche in ultima linea di opposizione. Fabio Caserta invece predilige il 1-4-3-3 ma non è un allenatore integralista anzi, ha dimostrato di procedere con un modello tattico adatto di volta in volta ai giocatori a disposizione. Cura i minimi dettagli ed in particolare le palle inattive da cui oggigiorno nascono le migliori opportunità. Corteggiato da diversi club nella scorsa estate non ha saputo resistere alla tentazione di continuare il lavoro cominciato un anno prima, nonostante alcune difficoltà dichiarate dalla stessa proprietà. "Di necessità virtù” dice un vecchio proverbio. E se fosse questo un modo di pensare produttivo anche per le grandi? Di certo a “strafare” è facile complicarsi la vita…