La riforma dimenticata, l'anno giusto è sempre il prossimo. Parte la corsa a evitare il girone del sud?

20.06.2022 00:00 di Ivan Cardia Twitter:    vedi letture
La riforma dimenticata, l'anno giusto è sempre il prossimo. Parte la corsa a evitare il girone del sud?
TMW/TuttoC.com

Partiamo da un presupposto: dalla nostra prospettiva, ma crediamo che sia quella giusta, il campionato di Serie C va difeso. Non è ricco come altri, ma è quello che negli anni più di altri ha saputo innovare, sperimentare, trovare soluzioni pratiche. I suoi sessanta presidenti sono spesso descritti come maneggioni più o meno squattrinati. In qualche caso sarà pure vero, ma se facciamo il paragone con la Serie A vince a mani basse la terza serie. Quasi sempre ci sono più amore e passione, tante volte (è paradossale) anche più professionalità. Nella conferenza di fine stagione, il Presidente Ghirelli ha rimarcato la bontà dei playoff voluti dalla Lega Pro, che il resto d'Italia gli invidia. Ha ragione: anche se la formula è difficilmente replicabile al vertice, è una di quelle che sa di futuro, oltre ad aver risolto tutta una serie di problemi.

Fatta la premessa, arriviamo al punto. Da anni sentiamo parlare di riforma. Nel mezzo c'è stata una pandemia e, per carità, non era una circostanza prevedibile, né facile da affrontare. Però siamo di nuovo alla vigilia dell'anno giusto per portarla a termine, e non se ne vedono neanche le avvisaglie. Semmai, la FIGC è ad oggi impegnata in una battaglia politico-giudiziaria con la Lega Serie A. Può darsi che il tutto si riduca a una ripicca di Lotito nei confronti di Gravina, sia pure. Può anche darsi, anzi è molto probabile che sia così, che nella sostanza la ragione stia tutta da parte della Federcalcio. Francamente, e l'abbiamo già scritto, fa ridere che B e C accettino l'indice di liquidità allo 0,7 mentre la A non possa fare i conti con lo 0,5. A livello politico, però, la strada è la peggiore immaginabile: a costo di essere ripetitivi (meglio: con la consapevolezza di esserlo) mettersi contro il campionato che deve tirare la carretta e - pur se pochi - spartisce 120 milioni alle categorie inferiori è la ricetta migliore perché lo stallo vada avanti. Così, la riforma promessa rischia di essere la riforma dimenticata, perché ci ricorderemo solo di quando se ne parlava e mai di quando venne fatta.


Passiamo all'attualità. A breve scadono i termini per regolarizzare le domande d'iscrizione al prossimo campionato. La sensazione è che non ci saranno tantissimi problemi, tra le squadre della scorsa Serie C ve ne sono un paio a rischio ma è addirittura possibile che si sistemino entrambe. Più facile la Triestina che il Teramo, a oggi. Comunque, le poche criticità - una delle quali peraltro legata a un evento straordinario e tragico - certificherebbero due dati: il primo, il buon lavoro (l'ottimo lavoro) fatto dalla Lega nel sostenere i propri club. Il secondo, la tendenza ad aprire le maglie affinché si riesca a starci. Un caso su tutti, senza nulla contro il  Monterosi: è normale, se davvero andrà a finire così, che i suoi tifosi debbano farsi 300 chilometri per seguirne le partite casalinghe? Ci pare di no. Tra l'altro, l'eventuale spostamento a Pontedera avrebbe come logica conseguenza un passaggio al girone B. È un pezzo nel puzzle di un altro girone, quello del sud, dove nessuno sembra volerci stare: escludendo il Monterosi, sembravano in gara per un posto Viterbese e Pescara. Delle due, a livello geografico è in realtà più a sud l'Olbia, che però nessuno ha mai considerato in quest'ottica. È evidente come la presenza dell'una o dell'altra (per quanto la Viterbese nella seconda parte di stagione sia stata squadra d'alta classifica) sposterà anche gli equilibri del prossimo raggruppamento C. Da questo punto di vista, a proposito di sogni e progetti, a chi scrive piacerebbe tanto un giorno rivedere i gironi nazionali. Oggi sono quasi impossibili a livello economico e logistico, lo so benissimo, ma sognare non costa nulla.