Quanti calciatori scommettono in Serie C? Lecce e Frosinone, due storie di gavetta

16.10.2023 00:00 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Quanti calciatori scommettono in Serie C? Lecce e Frosinone, due storie di gavetta
TMW/TuttoC.com

La risposta è: probabilmente troppi. Non faremo nomi, non lanceremo accuse. Ma non possiamo neanche ignorare il tema. Negli ultimi giorni, l’Italia del calcio è stata scossa da Fabrizio Corona, dopo le sue rivelazioni su alcuni giocatori di Serie A. Intanto, qualche riflessione: il giornalismo sportivo, bisogna essere onesti, sembra star facendo magra figura. In qualche caso sfruttando il virgolettato da attribuire all’ex (?) paparazzo per evitare di sporcarsi le mani, in altri lanciandosi in ricostruzioni più o meno fantasiose per rimediare al “buco”. Andiamoci cauti, però.

Corona, almeno in un caso, ci ha preso. E il suo obiettivo - lanciare la nuova testata più ricche ospitate - è raggiunto. Sta facendo benissimo il suo. Altra cosa è inseguire lo stesso stile, la stessa feroce determinazione nella spettacolarizzazione delle debolezze umane, perché - per fortuna? - al momento pare che al massimo di questo si tratti e non di altro. Tornando alla domanda nel titolo, se la piaga della ludopatia sembra aver preso piede tra i giovanissimi campioni della Serie A, temiamo che sia addirittura ben più diffusa ai livelli più bassi del nostro pallone. Dove si trovano stipendi più bassi, situazioni più deboli, rapporti più complicati col territorio.

Alcune riflessioni, fermo restando che serve tempo prima di mettere alla gogna e dare per buona qualsiasi “soffiata” sul tema, ci sembra doveroso farle. Prima fra tutte: il divieto di pubblicità delle scommesse introdotto dal decreto dignità non è stato solo un fiasco, ma un pericoloso disastro su tutti i fronti. L’unico effetto tangibile è stato quello di aver tolto per un po’ di tempo e ridotto sul lungo periodo un importante flusso di denaro per il calcio, inteso sia come club che come media. Intanto, fatta la legge e trovato l’inganno: ben presto le agenzie di scommesse si sono - comprensibilmente - arrangiate con blog creati ad hoc e spazi, molto meno esosi, di comparazione più o meno autentica. In seconda battuta, e qui sta un problema, quelle risorse che andavano a finanziare testate che facevano pubblicità in maniera corretta (avvisando dei rischi e non incentivando alla scommessa) sono in buona parte finite nelle tasche di fantomatici tipster, in qualche caso assurti alla notorietà, che incitano a scommettere in maniera molto più esplicita e fanno presa soprattutto sulle generazioni più giovani. 

Da questo punto di vista è oggettivamente difficile, forse impossibile tornare indietro. Le armi che abbiamo, sarà banale dirlo, sono quelle dell’istruzione e della formazione. Non a caso la Lega Pro, che tra i calciatori si trova a lavorare con i più fragili da tanti punti di vista, ha  con merito sviluppato da anni diversi progetti, a partire dallo storico Integrity voluto da Ghirelli quando era ancora “solo” direttore generale e sul quale hanno puntato tutte le successive governance. Negli ultimi mesi, per esempio, registriamo la partecipazione al progetto europeo BITEFIX o l’iniziativa Terzo Tempo, che non avrà un collegamento diretto con il tema delle scommesse ma ha come obiettivo far pensare ai calciatori di C un futuro “normale”, tante volte centrale anche per evitare percorsi e incidenti ben più pericolosi. È una battaglia complicata, ma sono queste le armi con cui, in qualche modo, provare a vincerla.

Concludiamo con una nota positiva, che non guarda solo alla Serie C. In questo inizio di campionato, abbiamo ammirato in massima serie le imprese di Lecce e Frosinone, oggi appaiate all’ottavo posto in classifica. Sono squadre costruite da due veterani come Corvino e Angelozzi, ma ci piace ricordare che al loro fianco hanno avuto e stanno avendo un peso centrale le competenze e l’esperienza di due direttori sportivi come Trinchera e D’Oronzo. Entrambi vengono dalla Lega Pro, entrambi hanno affrontato gioie e dolori in questa nostra bellissima Serie C, che ha questa missione: farsi fucina di talento non solo per i giocatori, ma anche per i dirigenti.