INTERVISTA TC - Catanzaro, l'ex ds Logiudice: “I numeri sono dalla mia parte"

26.09.2020 13:30 di Luca Esposito Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC - Catanzaro, l'ex ds Logiudice: “I numeri sono dalla mia parte"
TMW/TuttoC.com

I numeri dicono che il suo percorso a Catanzaro è stato decisamente positivo. Una salvezza da subentrante, un terzo posto che rappresenta il miglior traguardo degli ultimi 18 anni, la qualificazione playoff anche la stagione successiva grazie all’allestimento di una rosa altamente competitiva che, per sua sfortuna, si è imbattuta in un girone di fuoco e ricco di concorrenti agguerrite e milionarie. Se poi aggiungiamo plusvalenze da quasi un milione di euro possiamo ben capire che la mancata riconferma fa storcere il naso, anche ad una parte della tifoseria che non è stata tenerissima nei suoi confronti ma non può non riconoscere i buoni risultati. La redazione di TuttoC ha intervistato telefonicamente il direttore sportivo Pasquale Logiudice per ripercorrere le fasi salienti della sua avventura in terra giallorossa, con un pronostico anche sul campionato che sta per iniziare: 

Esperienza biennale a Catanzaro, con buoni risultati e acquisti importanti. Qual è il suo bilancio? 

“Siamo reduci da un’annata particolare. Eravamo ripartiti dall’ottima base del terzo posto precedente, volevamo alzare ulteriormente l’asticella pur consapevoli delle difficoltà del girone. Gli addetti ai lavori ritenevano la nostra rosa decisamente competitiva, ulteriormente puntellata a gennaio con innesti mirati e di spessore. Ci siamo imbattuti in una serie di problemi che hanno inciso negativamente, avevamo l’obbligo di lottare per i primi posti e non ci siamo riusciti. Tante cose non sono andate per il verso giusto, non c’è una sola responsabilità così come quando si vince non c’è un solo artefice. Io e il presidente sappiamo perché alcune situazioni hanno preso una piega negativa, ma ormai è andata così ed è inutile piangere sul latte versato”. 

Il nuovo dg ha parlato del passato gettando benzina sul fuoco. Come commenta? 

“Qualcuno sta etichettando lo scorso campionato come negativo, come se chissà quanti soldi avessimo speso. In realtà c’erano tre squadre che avevano investito cifre importanti, quando sono arrivato io la squadra lottava per non retrocedere e ci siamo salvati. Poi abbiamo conquistato un terzo posto, con tanto di rigori sbagliati in partite decisive come quelle contro Trapani e Juve Stabia. Fa parte del gioco, ci mancherebbe. Però un bilancio va fatto a 360° tenendo conto di tutte le componenti. La realtà è che negli ultimi 18 anni nessuno aveva mai chiuso terzo in classifica, aggiungerei entrate da 800mila euro per la vendita di alcuni calciatori. Qualcuno ha storto addirittura il muso rispetto ad una situazione a tutto vantaggio della proprietà. Purtroppo chi è arrivato al mio posto continua a parlare del passato, c’è un dato di fatto inconfutabile: chi è andato via da Catanzaro sta rinforzando dirette concorrenti come Palermo e Bari”. 

Dalle sue parole traspare amarezza… 

“Certo, perché chi c’è ora parla del passato recente come una sciagura. Oggi hanno portato nelle casse del Catanzaro appena 30mila euro pur cedendo tre calciatori importanti. La dirigenza attuale, prima di parlare del campionato scorso, ricordasse che ogni annata fa storia. Forse qualcuno vuole farsi pubblicità sul lavoro degli altri, ci sono persone che in un mese hanno fatto più interviste del sottoscritto in 35 anni di calcio”. 

Come vede questo Catanzaro? 

“Allestiranno, come sempre, una buona squadra. Auguro ai nuovi dirigenti di migliorare il mio terzo posto. Ad ora sono andati via tre giocatori importanti” 

Le è dispiaciuto andare via? 

“L’unico rimpianto è che la proprietà si sia fatta condizionare da parte della tifoseria pilotata e prevenuta nei miei confronti. Se in 20 anni sono stato l’unico a chiudere al terzo posto un motivo ci sarà, un dirigente che realizza plusvalenze per 800mila euro è tanta roba di questi tempi. Chi abbiamo ceduto ha vinto campionati altrove, evidentemente avevamo preso gente di livello”. 

Quale sarà il suo futuro? 

“Mi aggiornerò. Amore, passione e professione mi porteranno a girare l’Italia per vedere partite. E’ un lavoro sempre più difficile, il direttore sportivo è il capro espiatorio di tutti. Dal presidente all’allenatore. Quando si vince è merito degli altri, quando si perde è colpa della dirigenza. Fa parte del gioco, va bene così”. 

Che girone C dobbiamo aspettarci? 

“Il Bari è la squadra da battere, ma c’è sempre la Ternana. Pian piano credo che anche il Palermo allestirà una buona rosa,stesso discorso per l’Avellino che, tuttavia, a mio avviso non può competere con queste realtà. Almeno sulla carta. Con Braglia ho condiviso belle esperienze, proprio a Catanzaro, 17 anni fa. Non so perché abbia scelto Avellino, avrà avuto le garanzie necessarie. E’ chiaro che non parte nella griglia delle favorite. Secondo me sarà un girone diverso dall’anno scorso: il Potenza e il Catania saranno meno ambiziose, la Juve Stabia retrocessa sta puntando sui giovani, il Foggia è in alto mare. A mio avviso sarà meno competitivo, al netto dei grandi nomi che lo compongono. E non dimentichiamo le difficoltà del Trapani…”. 

Girone B composto da squadre importanti, girone A equilibrato: qual è la sua opinione? 

“La Triestina, il Padova e il Perugia sono tre realtà blasonate, che stanno rinforzando organici già competitivi. Gli umbri vogliono risalire e hanno puntato su un allenatore come Caserta. Giovane ma allo stesso tempo esperto. Nel girone A occhio all’Alessandria, ma il SudTirol può dare filo da torcere a tutti”.