INTERVISTA TC - Marra Cutrupi: "In C club già in difficoltà: riaprire gli stadi"

07.09.2020 15:00 di Sebastian Donzella Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC - Marra Cutrupi: "In C club già in difficoltà: riaprire gli stadi"
TMW/TuttoC.com
© foto di Andrea Rosito

Niente pubblico in Serie C. Almeno fino al termine del mese. Una decisione che non è andata giù ai club di Lega Pro. TuttoC.com ne ha parlato con Filippo Marra Cutrupi, direttore generale del Grosseto e segretario generale dell'Adicosp: "Come associazione di categoria e uomini di calcio rispettiamo la scelta del governo Conte ma non ne capiamo le motivazioni. Non è possibile che si possa andare al cinema, che ci possano essere mille spettatori nei campionati minori ma gli stadi delle società professionistiche debbano rimanere chiusi. Una scelta inconcepibile per noi e per le società a cui come Adicosp esprimiamo la nostra solidarietà per le loro preoccupazioni. Gli sponsor già sono restii a far la sponsorizzazione a causa della crisi. A maggior ragione se sanno che nessun tifoso vedrà i loro manifesti. Tanti club di Serie C sono in difficoltà, in pochi pensano agli imprenditori che investono nella Lega Pro. Un grazie a loro va dall'Adicosp: insieme a loro e al presidente Ghirelli, che lo sta facendo da tempo, chiediamo un tavolo per arrivare a una situazione positiva. E poi, perché alcune regioni possono aprire e altre no? Questa è discriminazione. La soluzione non può essere a base regionale".

Da direttore del Grosseto come sta vivendo questa situazione?
"Anche noi abbiamo questa difficoltà. Il paradosso è che veniamo controllati con tamponi ogni quattro giorni, con test sierologici e tutto. Mentre in Serie D senza tutti questi controlli sono liberi di giocare davanti al pubblico. Vorremmo capire le modalità che spingono il governo a dire "No" a noi e "Sì" a tutti gli altri. In uno stadio da 4mila posti mille persone sarebbero abbastanza distanziate. E' un problema serio e non abbiamo nulla da nascondere. Le società professionistiche sono aziende che producono lavoro e fatturato, non è possibile essere trattati come imprenditori di Serie B. Come le altre aziende vengono aiutate è giusto aiutare le aziende calcistiche".