INTERVISTA TC - Pres Reggiana: "Merito sportivo? Reale e non virtuale"

È il derby che può valere la Serie B. Forse in campo, probabilmente in tribunale. Carpi-Reggiana è la sfida, non giocata, che sta tenendo maggiormente banco in questi giorni di indecisione su chi, e come, dovrà andare in cadetteria. I due club, insieme al Bari, sono i più coinvolti nella lotta per la promozione. TuttoC.com ha intervistato il presidente dei granata, Luca Quintavalli, per capirne di più sulla situazione.
Da ex boxeur, dopo l'ormai famosa Assemblea di Lega Pro che ha proposto il Carpi come quarta promossa, si è sentito come un pugile all'angolo?
"No, per una serie di motivi. Intanto perché a decidere è il Consiglio Federale mentre l'Assemblea ha potuto al massimo fare una proposta. Inoltre c'è stato un grande equilibrio tra le soluzioni proposte, la maggioranza non è stata assoluta ma semplice e c'è stato un astensionismo molto alto".
In realtà voi non siete contrari al merito sportivo.
"No, infatti. Semplicemente dovrebbe essere tutelato il merito sportivo di ciò che è stato fatto e non di ciò che non è stato fatto. Quindi non riteniamo giusto una comparazione tra squadre comprendendo partite mai giocate. Ma, al contrario, di comparare le giornate disputate, fin quando possibile. Quindi ragionare, all'interno del nostro girone, su 26 partite, il numero minimo disputato da tutti. In questo caso si scoprirebbe come il merito sportivo premierebbe noi. Anche se, in realtà, noi vogliamo giocare i playoff, nel pieno rispetto dei regolamenti, sanitari e calcistici".
Al momento, però, pesa come un macigno il pareggio ottenuto a Gubbio nell'ultimo vostro match, con il Carpi fermo.
"Diciamo che quella umbra è una bellissima città, ricchissima di storia, ma non ci andrò in ferie sicuramente (ride NdR). E diciamoci anche come i nostri calciatori, in quei giorni delicatissimi, hanno dimostrato quanto si debba essere ligi al dovere. Sono andati in Umbria, attraversando un pezzo d'Italia, rischiando la salute, mentre altri club erano fermi. Da calciatori professionisti hanno giocato, io di Gubbio ricorderò sempre la forza e la responsabilità dei miei ragazzi piuttosto che la mancata vittoria. Per questo dico che non sarebbe giusto essere penalizzati per aver giocato una partita, quella partita, in più. Non sarebbe un bel messaggio sportivo".
E quindi i playoff. Eppure in A ci sono nuovi contagi...
"Prima bisogna far decantare la situazione che sta migliorando. Davanti al virus non bisogna accelerare nulla, lo dico da presidente ma anche da imprenditore nel settore sanitario che, in queste dure settimane, ha toccato con mano cosa comporti realmente, e duramente, l'impatto col Coronavirus. Siamo anche stati il primo club ad aver sospeso volontariamente le partite del proprio settore giovanile, siamo attentissimi agli aspetti sanitari. Ma, come ha detto a più riprese il presidente della FIGC Gravina, quando il virus ci darà la possibilità di tornare in campo dovremo farlo. Nel caso sia troppo complicato concludere l'intera stagione, si potrebbe pensare alla disputa dei soli playoff o a un mini-playoff, ipotesi che permetterebbe di far iniziare il prossimo campionato solo con un leggero ritardo".
Anche perché, come ha ricordato Ghirelli, non tutti i club in zona playoff hanno votato per la disputa degli stessi.
"In questi casi si può esprimere un parere, come è stato fatto dalle società di C. Ma chi decide non siamo né noi né la Lega Pro. Lo farà la FIGC ma, in realtà, a decidere sarà la sanità. Se si giocherà o meno non sarà volontà nostra o del Bari, questo dev'essere chiaro".
In tanti, per questo, dicono che siete voi il club ad aver votato contro tutte le proposte dell'Assemblea, dal blocco dei campionati a quello delle retrocessioni alla promozione delle capolista?
"La Reggiana, come detto, laddove possibile a livello sanitario vuole finire il campionato. Se non è possibile vuole giocarsi i playoff. Di conseguenza si vorrebbe vedere finire la stagione in maniera ordinaria, considerando anche la poca distanza dalla vetta. Da qui si intuiscono le nostre votazioni...".
Il vostro direttore sportivo, Doriano Tosi si è espresso in maniera negativa sulla stessa Assemblea.
"Ha usato parole forti, che vanno a completare una giornata non felice. Gestire un'assemblea in remoto con la consapevolezza di dover decidere qualcosa che verrà vagliata da altri, in una forma gravata dal tempo ristretto nel doversi esporre, non è stata sicuramente il miglior modo per ragionare. Io, in maniera un po' più soft, ho ribadito quanto il diesse ha espresso ieri. Capisco che sia difficile esporsi però forse l'assemblea poteva essere gestita meglio, visto che si tratta di un organo che non decide in maniera sovrana".
Parentesi sul direttore Tosi, giunto a Reggio dopo un'annata negativa a Modena. Avete puntato su un cavallo che era diventato poco considerato.
"Il calcio tende a costruire maschere in funzione ai risultati conseguiti a termine della stagione. A Modena venne costruita una maschera intorno al volto del diesse, noi sappiamo chi c'era dietro quella maschera e che, al di là di quell'annata, era la persona giusta su cui puntare. Noi lo ascoltiamo, più che dirgli qualcosa. È un patrimonio della Reggiana e l'esperienza avuta ad altissimi livelli ha contribuito a costruire il bagaglio di una persona come poche se ne vedono nel mondo del calcio".
Torniamo alla classifica. Siete la seconda classificata con la minor distanza dalla prima. Con rischio di esser scavalcati dalla terza. Un paradosso.
"Ovviamente prima viene chi ha perso la vita e non chi ha perso una partita. Calcisticamente parlando, però, non c'è dubbio che siamo la squadra più colpita. L'opportunità dello scontro diretto in casa a sei punti dalla prima, la cancellazione degli eventi del centenario, niente derby in casa, niente eventi di crowdfunding. E ora anche questa possibile beffa di un sorpasso a tavolino. Per questo, cercando di salvare il salvabile, rivendichiamo la possibilità di vincere ancora sul campo: è vero che il Vicenza è una corazzata ed è avanti, ma ci sarebbero ancora undici gare...".
Una soluzione sarebbe la B a 40.
"A me piacerebbe tanto, sia perché il calcio e la C hanno bisogno di una riforma radicale, sia perché eviterebbe tantissimi ricorsi. Al di là della Reggiana, insomma, una cadetteria con 40 club risolverebbe in gran parte i problemi di sostenibilità delle serie minori. Anche perché io trasformerei la Serie D, creando un'interregionale d'elite che diverrebbe la nuova Serie C, con grande blasone ma con detrazioni importanti".
Tante pretendenti per la promozione e il rischio di battaglie legali. Sembra di rivivere la situazione che portò alla B a 19 club, giusto un paio d'anni fa...
"Se guardo al passato vedo che ne sono successe di ogni. Ma perché pensare negativo quando si può pensare che la B potrebbe diventare a 22, con 6 promozioni e non 4? Anche questo in passato è stato fatto. Oggi non è il momento di crearsi convinzioni, nel bene e nel male. È il momento di dimostrare quello che la nostra società vale. Dietro c'è una storia, c'è cultura, un territorio, investimenti. Difenderò con i denti quello che ci siamo meritati, questo è poco ma sicuro".
Nel frattempo che dicono i giocatori?
"Scalpitano e mordono il freno, hanno una voglia matta di iniziare ma hanno anche un rispetto estremo per il regolamento. Sono persone giovani ma molto mature, per fortuna sono tutte molto intelligenti".
Cosa farà se salirete in B?
"Ho fatto un voto. Lo rivelerò solo ed esclusivamente se dovrò rispettarlo. Sono molto scaramantico in questo".
E se non ce la farete?
"Nessuno di noi soci, che ringrazio pubblicamente, è mai mancato nei suoi impegni, anche in situazioni di difficoltà. Siamo gente seria, abbiamo riconoscenza già mostrata verso un territorio che ci ha sempre sostenuto. Nel bene e nel male ci organizzeremo sempre. Penso, ad esempio, alla bellissima esperienza dell'ambulanza granata. Una raccolta fondi di una società che è diventata negli anni un tutt'uno col territorio. Su quell'ambulanza, che verrà messa in strada grazie ai soldi dei tifosi e degli imprenditori reggiani, qualsiasi tifoso di qualsiasi squadra potrà salirci, se ne avrà bisogno, e questa è la cosa più bella. Vogliamo inaugurarla entro luglio e il primo a guidarla sarò io".
A proposito di condottieri, non le abbiamo ancora chiesto di Bonacini, suo collega al Carpi. È tanto che non lo sente?
"Ci sentiamo sempre prima di giocare tra di noi. Scaramanticamente pensiamo di portare sfiga l'uno all'altro (ride NdR). Scherzi a parte, è un imprenditore con grande perseveranza, guida un club che ha fatto qualcosa da pochi realizzato in questi anni, con la scalata fino alla A. Sta proteggendo la sua creatura così come io faccio e continuerò a fare con la mia".
Comunque vada, sarebbe bello vedervi insieme a cena quando tutto questo sarà finito.
"Volentieri. Bonacini è veramente molto simpatico e poi siamo emiliani: anche dopo una scazzottata una bella cena si fa sempre (ride NdR)".
Come Don Camillo e Peppone.
"Io faccio Don Camillo. Ora so già che i miei meravigliosi tifosi si divertiranno con questa frase, aspetto i loro meme al varco (ride NdR)".
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