INTERVISTA TC - Rigoli: "J. Stabia, che spettacolo. Rende bella sorpresa"

01.01.2019 15:00 di Dario Lo Cascio Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC - Rigoli: "J. Stabia, che spettacolo. Rende bella sorpresa"
TMW/TuttoC.com
© foto di Giuseppe Scialla

Tra campionato con mille problemi, sorprese del Girone C, regole, seconde squadre e futuro. TuttoC.com ha fatto una chiacchierata su questi e altri argomenti con Pino Rigoli. Classe '63, di Raccuja, esclusa una breve parentesi alla Juve Stabia, in C è stato protagonista sempre su panchine siciliane: Akragas, Catania e Sicula Leonzio. 

Serie C, un girone d'andata travagliato, iniziato male con il caos ripescaggi e finito anche peggio, con tanti club che rischiano di chiudere in anticipo la stagione.
"Assolutamente. Secondo me sia B che C sono state falsate, non si è iniziato nelle date stabilite, soprattutto la C ha incominciato con grandissimo ritardo. E ci sono state squadre che per due mesi non ha giocato. Questo ha influito sull'andamento del campionato. Non è facile aspettare due mesi senza giocare, solo allenandosi. Sono situazioni anomale da gestire. Mi auguro che dal prossimo campionato si riacquisti credibilità e che vengano dettate delle regole. E chi non le rispetta deve essere escluso".

A proposito di regole, chi non dà garanzie, l'anno prossimo non potrà iscriversi. Ma quest'anno ad esempio il Pro Piacenza sembra stia ripetendo quanto accaduto al Modena.
"Secondo me l'inasprimento delle regole è l'unica strada da seguire. Oltre ai rossoneri, il Matera ha mandato due volte in campo la Berretti. I lucani magari hanno tolto dei punti ad alcune squadre ed ora giocano con i ragazzini e i risultati si sono visti. Un ulteriore falsamento del campionato. Mi auguro che i vertici della Lega, con in testa Gravina e Ghirelli, non facciano compromessi con nessuno. A scapito, e mi dispiace, anche di posti di lavoro, esaltando invece le società virtuose. Anche nel panorama del Dilettanti ci sono club che meriterebbero la C. Non dimentichiamoci quello che è successo ad una società come la Vibonese che non è stata riammessa, favorendo invece un'altro club che poi è fallito".

Passando al calcio giocato, nel Girone C chi l'ha sorpresa in positivo e chi in negativo?
"In positivo sicuramente mi ha sorpreso il Rende. Ha puntellato la squadra rispetto alla scorsa stagione e sta facendo delle cose straordinarie. Per quanto riguarda le altre in testa, Juve Stabia, Catania, Catanzaro e Trapani si contenderanno il titolo. Al di là delle Vespe, che stanno facendo un percorso incredibile, le altre sono in linea con le aspettative. I campani però stanno portando avanti un progetto eccellente, hanno mantenuto l'allenatore e gran parte dei giocatori, con contratti pluriennali, puntellando lì dove serviva. Vedi ad esempio gli acquisti di Troest e Melara, giocatori ad hoc per il progetto tecnico, e i risultati si stanno vedendo. Il Catanzaro forse è partito un po' ad handicap, essendo una squadra molto rinnovata, ma ora si è portata a livello delle altre".

Il Catania ha vissuto settimane un po' turbolente, sembra quasi ci sia l'obbligo di vincere a tutti i costi.
"L'obiettivo Serie B è stato dichiarato apertamente dalla dirigenza rossoazzurra. I calciatori, quando vanno a Catania, sanno che vanno in una piazza esigente, che vuole vincere. E la società ha fatto tutto per raggiungere il traguardo. Forse hanno pareggiato qualche partita di troppo ma ripeto, è la Juve Stabia che sta facendo un campionato sopra le righe. Il Catania, come le altre, è in linea con le aspettative. Negli altri due gironi sarebbe prima o a ridosso della capolista. I presupposti in casa etnea per arrivare primi ci sono, si son trovati contro un avversario, la Juve Stabia, che oltre a vincere le partite gioca anche un ottimo calcio".

A proposito degli altri due gironi, chi vede favorite nell'A e nel B?
"Nel B a mio avviso il Pordenone, che ha una buona squadra e un allenatore importante e competente come Tesser, ha tutte le carte in regola per tagliare per primo il traguardo. Secondo me la Feralpisalò, che è un po' attardata ma è guidata da un allenatore di livello ed ha un'ottima rosa, che sicuramente vedrà delle lacune colmate a gennaio, potrà dire la sua. Senza dimenticare ovviamente la Ternana, che sarà l'altra squadra che proverà a mettere i bastoni tra le ruote ai Ramarri. Per quanto riguarda il Girone A, il Piacenza è forse un po' la sorpresa rispetto alle premesse di inizio stagione. I biancorossi credo si contenderanno la vittoria finale con Entella e Carrarese, con i liguri che secondo me hanno qualcosa in più rispetto a tutte le altre".

Da allenatore, come giudica il progetto seconde squadre, che quest'anno ha visto partecipare solo la Juventus.
"È un esperimento che a mio avviso andava fatto prima, doveva partire qualche anno fa. Quando ragazzi dei top club escono dalla Primavera e vanno in B o C difficilmente sono pronti. Fanno fatica ad inserirsi e ci riescono solo dopo sei o sette mesi. Farli uscire qualche anno prima dai campionati giovanili, quando in quel settore sono arrivati al massimo possibile della loro crescita, e farli partecipare al torneo di Serie C, è un'idea valida. Fermo restando che bisogna stabilire regole precise, perché chiaramente Juventus, Milan, Inter e le altre società di A hanno economicamente una forza che può andare a cozzare con quella dei club di C di livello medio. Bisogna quindi fissare i paletti giusti per tenere tutti sullo stesso livello. Fosse per me tra l'altro abbasserei ulteriormente il limite dell'età degli under, portandola da 23 a 22 o addirittura 21. In Italia c'è l'idea che a diciotto anni si è ancora giovani, mentre altrove, in Inghilterra, in Germania, a questa età ci sono giocatori che vengono schierati regolarmente nei massimi campionati".

Gravina prima e poi Ghirelli, ex ed attuale presidente della Lega Pro, caldeggiano un passaggio al semiprofessionismo per la Serie C. È una scelta funzionale?
"Secondo me sì. La tassazione per questi club è esagerata, sopravvivono uno o due anni, poi o tornano in D o chiudono bottega. C'è una pressione fiscale troppo alta e bisogna rivedere il tutto, altrimenti il sistema va a morire. O si esce dal professionismo come attualmente strutturato, oppure la Serie C si riduce di numero, con due gironi da venti squadre. La pressione fiscale è la stessa della Serie A, con introiti diversi. Il semiprofessionismo, per una C a sessanta squadre, è la scelta migliore".

Il futuro di mister Rigoli?
"L'aspettativa di tornare in panchina c'è. Un allenatore, quando non sta sul campo, non può vivere la sua professione. In questi mesi è arrivata qualche proposta che però non mi ha convinto del tutto. Attendo il giusto progetto per ripartire in un contesto funzionale a quelle che sono le mie idee di calcio".