INTERVISTA TC - Zanin: "Nel calcio ad oggi regna la confusione"

20.07.2018 17:50 di  Dario Lo Cascio  Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC - Zanin: "Nel calcio ad oggi regna la confusione"
TMW/TuttoC.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Mancate iscrizioni, fideiussioni messe in dubbio, ripescaggi. Il caos estivo che coinvolge la Serie C e non solo è sempre più accentuato. TuttoC.com ne ha parlato con Diego Zanin, ex allenatore tra le altre di Venezia, Reggina e Monopoli, che, intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, ha detto la sua su questa situazione:

"La parola per definire quanto sta accadendo in questi mesi nel calcio italiano e che si ripete sempre più spesso tra gli addetti ai lavori è una: confusione. Noi siamo uomini di campo, non amministratori di società, siamo ancora quei romantici che vanno sul campo e sperano di dare il proprio contributo lavorativo per quello che hanno imparato durante la propria vita e crescita lavorativa. Ma ci troviamo questa grande confusione, ci sono piazze che spariscono e nessuno lo avrebbe mai potuto immaginare. Purtroppo con questo trambusto prima di arrivare a parlare degli aspetti tecnici, ce ne sono tanti altri da risolvere. Anzi, l'aspetto tecnico viene messo in secondo piano, non si sa neanche chi giudica noi allenatori. C'è sempre però la speranza che di anno in anno le cose migliori, anche se i numeri stanno dicendo il contrario".

E di conseguenza il caos ripescaggi. Tra ricorsi e contro ricorsi tanti club conosceranno la serie dove giocheranno quasi all'ultimo.
"Sì, una gara che si gioca nei tribunali. Tutto questo nuoce a tutto il sistema. A mio avviso è necessaria una maggior trasparenza. Per chi vuole fare calcio non bastano le fideiussioni, bisogna dimostrare di avere una base economica stabile. Perché poi tutto questo va ad influire anche sulle scelte tecniche, sulle persone alle quali ti affidi. Si rischia che entri nel calcio chiunque e questo va a svantaggio di tutti. Perché poi chi giudica e sceglie magari valuta quei profili più in vista, spinti un po' da qualche amico, e non solo chi fa i risultati. Diventa tutto difficile, perché ci sono situazioni ben più complicate che stanno ad un livello superiore. Finché non ci sarà un po' di chiarezza ai vertici delle società, tutti gli aspetti tecnici, come le seconde squadre, la valorizzazione dei giovani, passano in secondo piano".

A proposito di seconde squadre, un progetto utile oppure un modo per arrivare ad occupare tutti gli slot per la prossima stagione?
"Diciamo che tutto quello che viene fatto per incentivare i giovani è bene accetto. Questa può essere una prova che potrebbe risultare utile, a fine anno si trarranno le indicazioni. Sinceramente non so dire se servano davvero queste seconde squadre. Ci sono club che ripartono dalle categorie inferiori e poi tornano nei palcoscenici del professionismo dando vita a bei derby, che creano emozione nel pubblico. L'unico vantaggio di queste seconde squadre è che alcuni giovani delle big così hanno la possibilità di potersi mettere maggiormente in mostra. È però tutto da valutare, una volta partivi dal paesino e facevi tutti gli step per crescere, ma il calcio è cambiato e per valutare questa scelta dovremmo aspettare un anno e vedere com'è andata".

Una scelta alternativa sarebbe potuta essere quella di incentivare le affiliazioni, come quelle di Olbia e Vis Pesaro con Cagliari e Sampdoria ad esempio.
"In effetti sono soluzioni diverse che consentono, contemporaneamente alla valorizzazione dei giovani, di mantenere la territorialità, la storicità del club, della piazza. Questi accordi sono già provati e di certo tengono conto anche della passione dei tifosi, perché queste affiliazioni comunque mantengono l'identità calcistica. È un aspetto da non sottovalutare anche per noi allenatori, perché vai a valutare la linearità e la trasparenza di quello che vai ad affrontare. Inoltre le seconde squadre precludono ad una certa ottica che è quella di mandare i ragazzi "fuori" per farsi le ossa. Io sarei più per mandare i più pronti in B, chi magari è un po' più indietro in C o in D, ma comunque in contesti esterni alle società dove sono cresciuti. Come detto però per questo esperimento bisognerà attendere la messa in pratica per capire se funziona". 

Il futuro a breve termine di mister Zanin? Si era fatto il suo nome per sostituire Zironelli, ma il Mestre poi purtroppo non si è iscritto. 
"Con altri colleghi allenatori vado per i ritiri, studio, mi aggiorno. Effettivamente dopo ottimi risultati, con la vittoria di due campionati, un'esperienza in Serie B, la salvezza ottenuta col Monopoli, purtroppo è un anno e mezzo che non ho squadra. Questo è un po' figlio di quanto detto prima, basta che cambi qualche elemento della società per sentirsi fuori dal giro. Non bastano purtroppo solo i risultati, ma bisogna farsi trovare pronti, aggiornati, avere fiducia. Poteva esserci sì una situazione con il Mestre, ma già allora era chiaro che c'erano problemi diversi rispetto all'allenatore, così non ho mai ritenuto quell'opzione realistica fino in fondo. Si rimane in attesa nella speranza che quello che hai fatto fino ad ora venga riconosciuto. Il problema sta un po' a monte, cioè chi giudica l'allenatore a livello tecnico e tattico, a volte neanche il curriculum può darti garanzie chiare".