Bellodi: "Rimini, un inferno fin dal ritiro. Vissuta una situazione imbarazzante"
Il difensore centrale Gabriele Bellodi è intervenuto in esclusiva ai microfoni di TuttoC.com in seguito all'esclusione del Rimini dal campionato di Serie C: "E' la fine di un incubo, la degna conclusione di una situazione penosa. Queste cose non dovrebbero succedere, ma ogni volta siamo qui a riparlarne. Mi chiedo solo come sia possibile, dopo tutto quello che è accaduto in questi anni, che certe situazioni possano ancora verificarsi. Fa molto male, non siamo stati per niente tutelati. Per fortuna, in qualche modo ci hanno pagato gli stipendi di settembre. Molti di noi hanno una famiglia, ci sono ragazzi che con quei soldi vivono il loro quotidiano".
La notizia ufficiosa vi era arrivata mercoledì?
"Sì, al rientro negli spogliatoi dopo l'allenamento ci hanno detto che eravamo morti. Non c'è mai stata una società: staff e dipendenti sono stati lasciati da soli".
In estate avevate notato qualcosa di particolare?
"E' dal ritiro che viviamo un inferno fatto di parole che non hanno mai avuto un seguito, promesse non mantenute, abbandono totale... Abbiamo vissuto una situazione imbarazzante e chiesto la cessione, ma non ce l'hanno permessa. Non avremmo mai pensato potesse finire così: credevamo di poter finire almeno il campionato e che ci pagassero qualcosa. Ci siamo accorti che sarebbe finita male quando c'è stata la vendita repentina del club dopo che la precedente proprietà aveva avuto difficoltà nell'iscrizione".
Qual è la cosa che vi fa stare peggio?
"Siamo stati lasciati soli, non hanno avuto nemmeno il rispetto di dirci come sarebbe finita. Non vedevamo la Scarcella da tanto tempo, è comparsa a Piancastagnaio con Di Matteo che si è presentato alla squadra e poi è sparito. Ci hanno detto che non potevano venire al campo non essendo proprietari. Quando è arrivato Giammarioli e stava con noi ogni giorno, pensavamo che la situazione stesse migliorando... ma invece non è andata così. Nutro tanta rabbia, eravamo un grande gruppo e credevo si potesse far bene anche sulla scia della vittoria della Coppa Italia dell'anno scorso. Ci hanno presi in giro, abbandonandoci da un giorno all'altro. L'AIC ci sta seguendo, ma non abbiamo più fiducia nel sistema calcio. Dov'era chi doveva controllare? Una fine così ingloriosa non la meritavano né la città né i tifosi".
Ci può dire qualcosa in più su Di Matteo?
"Non so cosa sia successo, non l'abbiamo mai visto se non quando si è presentato a Piancastagnaio".
Cosa ha provato a indossare la fascia da capitano del Rimini?
"E' stato meraviglioso, siamo stati come dei fratelli. Devo ringraziare ogni singolo compagno per aver dato il massimo, oltre al mister e al suo staff per il grande lavoro svolto: mi auguro trovino presto una soluzione. Anche il team manager, il magazziniere e i preparatori non hanno mai mollato".
Un messaggio per i tifosi?
"Spero possano trovare presto una società sana, non è possibile che in una città come Rimini non si trovi un imprenditore. La città è splendida, i tifosi sono magnifici: sono stati sempre al nostro fianco".
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