Dg Carpi: "Rimini martirio sportivo, ma C non colpevole. Nostro obiettivo resta salvezza"
Enrico Bonzanini, direttore generale del Carpi, è intervenuto come ospite di 'A Tutta C', trasmissione in onda su TMW Radio e iL61 per condividere la sua visione sullo stato attuale del calcio, in particolare sulla Serie C.
Partiamo dalla vicenda Rimini: una ferita enorme per tutto il movimento. La cancellazione dei punti, in questo caso, porterebbe il Ravenna ad agganciare l’Arezzo in testa alla classifica. È un meccanismo che andrebbe rivisto?
"Francamente vedo difficile cambiare il sistema attuale: è chiaro che chi ha giocato contro quella squadra può sentirsi penalizzato nel vedere la classifica modificata, ma è altrettanto complesso immaginare un’alternativa quando capitano questi eventi (che non dovrebbero mai capitare). Quello che è successo a Rimini è un vero martirio sportivo. Da una notte magica, con la vittoria della Coppa Italia Series C davanti a una città in delirio (c’ero anch’io con il presidente Marani, fu una festa straordinaria), a tre mesi dopo questo epilogo. È avvilente. Il mio pensiero va prima di tutto alle persone: calciatori, staff, magazzinieri, fisioterapisti, tutti quelli che hanno lavorato con professionalità assoluta nonostante l’incertezza. Meritano un applauso enorme, come la Triestina che è partita con 23 punti di penalizzazione. Non è un problema solo della Serie C: è un problema del calcio italiano a tutti i livelli. La Serie C non è la “colpevole”, anzi sta cercando di essere pioniera con la Salary Cup e con criteri di iscrizione più rigidi. Il presidente Marani ha fatto un lavoro straordinario e ha lanciato moniti chiari già in estate: “Non iscrivetevi se non siete certi di poter finire la stagione”. La Serie C sta dando risposte di responsabilità, mentre è troppo comodo scaricarle addosso tutte le colpe".
Torniamo al calcio giocato e al Carpi. 24 punti, zona playoff, percorso di crescita costante, senza voli pindarici. La squadra sta rispondendo.
"Sì, la squadra ci sta dando soddisfazioni, ma quando parlo di squadra intendo tutto il gruppo di lavoro. Quest’estate, per volontà del presidente Lazzaretti, abbiamo potenziato lo staff tecnico: confermati Malaguti (al quale faccio i migliori auguri per la nascita del piccolo Riccardo) e Araldi; è arrivato mister Cassani con il vice Godi, il match analyst Andres Cola e Vito Barberio per la preparazione atletica e il recupero infortuni. L’obiettivo era alzare le performance e soprattutto prevenire o ridurre gli infortuni: i primi riscontri sono positivi. Abbiamo anche allargato il numero di ragazzi della Primavera che lavorano stabilmente con la prima squadra (attualmente tre in pianta stabile). Questo dà impulso competitivo a tutto il settore giovanile, che l’anno scorso ha vinto il campionato Primavera 4. In una zona geografica con concorrenza feroce, creare identità di maglia è una sfida enorme e stiamo riuscendo a vincerla passo dopo passo".
Domenica siete a Pontedera, una realtà virtuosa, che lavora bene sul territorio e scopre talenti (Ianesi su tutti). Non sarà una passeggiata.
"Assolutamente no. Pontedera è una società che fa calcio con consapevolezza, in una dimensione simile alla nostra. Siamo due “periferie dell’impero” circondate da giganti: da una parte Sassuolo, Modena, Reggiana, Bologna, Parma; dall’altra Fiorentina ed Empoli. Loro, come noi, non cercano alibi: lavorano duro per ridurre il gap. Hanno una guida tecnica esperta ma aperta alle novità, un’identità chiara e, spesso, prestazioni migliori dei punti raccolti. Sarà una partita tra due squadre che hanno lo stesso obiettivo e che in questo momento hanno bisogno di risposte concrete".
Nel girone B, con la cancellazione dei punti, Ravenna raggiunge Arezzo a 38, Ascoli a 31. È già un testa a testa tra le prime due o c’è ancora l’Ascoli in corsa? E la Ternana?
"La classifica raramente sbaglia: Arezzo e Ravenna hanno raccolto di più e lo meritano. Però, avendole affrontate tutte e tre, vi dico che la squadra che mi ha impressionato di più per intensità, idea e valori collettivi è stata l’Ascoli. Ha un bilanciamento rarissimo tra giocatori nel momento perfetto della maturazione e l’idea di gioco di mister Tomei, che calza a pennello. Non la escludo affatto dalla lotta per la promozione diretta. L’Arezzo è disarmante quando è in giornata e ha rotazioni di qualità spaventosa: sei soluzioni offensive intercambiabili e differenziabili a seconda dell’avversario. Il Ravenna è forza, struttura, organizzazione e una società che vuole costruire qualcosa di solido. Sono tre facce diverse della stessa competitività. Poi c’è il mercato di gennaio che può cambiare ancora tanto. Nel nostro girone la differenza la farà la costanza sul medio-lungo periodo: qui chiunque può togliere punti a chiunque".
Ultima domanda, direttore: la famosa “asticella” del Carpi. Tra sogno e realtà, dove la mettiamo quest’anno?
"La nostra ossessione rimane quota 41-42 punti. Non dobbiamo sbagliare l’errore di guardare troppo in alto troppo presto: la nostra forza è sempre stata ragionare partita per partita. Vogliamo continuare questo percorso di crescita strutturale. Quando l’aritmetica ci dirà che siamo salvi, potremo permetterci di ragionare anche di altro e magari vivere il finale con leggerezza e allegria. Per ora l’obiettivo è la salvezza. Punto".
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