Potenza, De Giorgio: "Non avevo intenzione di gettare la spugna. Grazie a De Vito"
Dopo una settimana difficile in cui sembrava essere sulla graticola dopo il ko per 3-0 di Cava de' Tirreni, mister Pietro De Giorgio è rimasto alla guida del suo Potenza (così non è stato per il ds De Vito sostituito da Di Bari che ha invece concesso fiducia al tecnico) ed oggi è tornato a vincere battendo per 2-1 il Trapani: "Per quanto riguarda la partita, potevo fare il secondo cambio un po’ prima. Non mi aspettavo il problemino fisico di Ghisolfi, quindi siamo rimasti 10 minuti senza alcun cambio. Essendo in 10, mi sono preso il rischio: dovevo fare uno step in più, un cambio per volta, se devo analizzare quello che è successo. Per il resto, credo che abbiamo fatto una buona partita: primo tempo eccellente, buon calcio, creando e subendo poco. Innanzitutto ci tengo a salutare Enzo De Vito, che è stato con noi un anno e mezzo. Abbiamo conosciuto un professionista serio, una persona che mi ha fatto crescere su tanti aspetti. È nato un bel rapporto: di questo sono contento, perché nel calcio può capitare l’esonero o qualche problema, ma rimane una persona che nella vita ho conosciuto e a cui resterò legato.
Per quanto riguarda il momento che abbiamo vissuto, sono molto sincero – forse non ve l’aspetterete – ma io non ho ascoltato neanche la conferenza stampa di Cosenza. Mi sono completamente estraniato, ho cercato di essere più lucido possibile. Qualora fosse successo altro, volevo andare via da Potenza con la coscienza a posto. Sapevo di dover rimanere concentrato sul campo: ho continuato a lavorare seriamente, non ho letto niente, non ho ascoltato interviste, zero. Neanche la conferenza del nuovo direttore. Ho voluto estraniarmi perché non avevo intenzione di gettare la spugna. Ho continuato a lavorare sodo: l’ho detto nei momenti più difficili, so di avere una squadra che lavora bene, professionisti. Il lavoro alla lunga paga. Ci possono essere momenti di difficoltà, errori individuali, errori miei – sbaglio anch’io, non l’ho mai negato. L’importante è lavorare da professionisti, analizzare i problemi, migliorare i difetti. Questo è quello che ho fatto. A Cava de' Tirreni non ero in balia delle onde, ma rammaricato: potevamo vincerla. Due errori individuali ci hanno portato sul 2-0, peccato perché non siamo riusciti a riprenderla con l’occasione incredibile di Petrungaro. Ero in difficoltà: era la quinta volta che facevamo uno scivolone. La squadra reagisce bene nei momenti di difficoltà, ma dobbiamo migliorare: fare il passo più lungo della gamba, con personalità. Al primo errore non dobbiamo mollare, continuare a fare il Potenza. Siamo una squadra che se va sotto può riprendere la partita in qualsiasi istante. La prestazione di oggi ha rappresentato il gruppo e quello che vuole il Potenza da questi ragazzi, anche per i tifosi. Abbiamo analizzato la contestazione di Cosenza: siamo stati lì ad ascoltare. Le parole dalla curva erano “cosa vi sta succedendo?”. Parole di fiducia, di gente che crede nella squadra e resta male quando il Potenza rinuncia a fare il Potenza. È quello che abbiamo peccato in queste partite: personalità, troppe pressioni, momento di difficoltà – dobbiamo capirlo. Oggi si è visto un Potenza che poteva perdere ma si è giocato la partita. È quello che dobbiamo continuare a fare. Ora dobbiamo cambiare il trend fuori casa: andiamo a giocare con una squadra fortissima, dobbiamo fare il Potenza. Possiamo perdere 1-0 o 3-0, ma andiamo a fare il Potenza. È quello che chiederò ai ragazzi".
Il tecnico ha poi cercato di spiegare cosa è successo da Siracusa in poi – alti e bassi, vittorie in casa, partite irriconoscibili fuori: "Io un’analisi me la sono chiesta. Non so se è coincidenza, ma l’ho detto prima: abbiamo perso tutte le partite nel momento in cui avevamo la possibilità di metterci tra sesto e quinto posto. Abbiamo fatto lo scivolone puntualmente ogni volta che dovevamo fare il salto tra le grandi. L’ho analizzata: in casa ci stiamo giocando partite tirate, importanti, toste – non abbiamo fallito. Con Latina abbiamo pareggiato ma sbagliato rigore; col Cerignola hai creato tanto, due punti persi tra virgolette. È venuto a mancare un po’ di fiducia: “possibile, ogni volta che proviamo lo step non riusciamo?”. Per questo sbagli la prima, sbagli la quinta. È venuto a mancare sicurezza, entusiasmo. Facevamo il compitino con poca serenità. La serenità che abbiamo visto oggi al Viviani. In questo campionato – dico da agosto, è il più complesso degli ultimi 10 anni della Serie C – questo entusiasmo è d’aiuto, la medicina giusta di cui io come allenatore e loro come ragazzi abbiamo bisogno. È un campionato troppo complicato: sbagli due partite, rischi i play-out. Il Siracusa ha vinto 3-4 partite nelle ultime quattro. È veramente complesso. Un po’ di pazienza da parte di tutti: scivolone ne faremo, per la difficoltà delle partite. Non c’è partita semplice".
In conclusione un pensiero su De Vito e su Di Bari: "Non è stato l’addio di De Vito a cambiare l’ambiente, assolutamente no. Eravamo tutti legati a lui. L’ho detto prima: da martedì c’è stato qualcosa di diverso. I due giorni di riposo hanno liberato la mente. Era un mese e mezzo, qualcuno due, che non andava a casa – ragazzi del Nord, con un giorno libero non hanno tempistica. Quello che è successo: l’analisi che ho fatto è che abbiamo perso le cinque partite tutte e cinque dove avevamo la possibilità di metterci tra sesto e quinto posto. Abbiamo fatto lo scivolone puntualmente ogni volta che dovevamo fare il salto tra le grandi.
Di Bari? È venuta a lavorare qui a Potenza una persona molto seria, con grande esperienza. Quello che mi ha colpito è la sua intelligenza: è venuto con molta tranquillità. Mi piace tanto la persona: mi è sembrato uno di quelli che quando c’è un problema lo vuole risolvere sedendosi a tavolino, parlando con grande calma. Ci ha trasmesso tanta serenità: è una persona che sa quello che fa e lo fa con i modi giusti, simili ai miei. Ci siamo trovati bene: io come lui preferisco risolvere i problemi con calma. È difficile che perdo la testa. Questa sua caratteristica mi è piaciuta tanto".
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