Intervista TC

Righi: "Folle quanto sta accadendo a Ferrara. Pulcinelli imprenditore serio"

Righi: "Folle quanto sta accadendo a Ferrara. Pulcinelli imprenditore serio"TMW/TuttoC.com
Ieri alle 16:30Interviste TC
di Redazione TC

L'ex direttore sportivo di Ascoli e SPAL Emanuele Righi ha parlato ai microfoni di TuttoC delle ore di grandi apprensione vissute in queste piazze per l'iscrizione al prossimo campionato.

Direttore, partiamo da questi momenti: Ascoli iscritto e Spal a forte rischio.

“Ad Ascoli, ancora una volta, Massimo Pulcinelli ha dimostrato la serietà di un imprenditore che non merita ciò che una parte di tifo gli ha fatto passare. Sicuramente istrionico, non ruffiano, con qualche uscita naïf, e anche una retrocessione, ma credo che in molte piazze, soprattutto in questo momento, vorrebbero avere una persona seria e corretta come è sempre stato Pulcinelli.  Mi sento in colpa nei suoi confronti, per il dirigente e soprattutto l’uomo che è e che è stato con me. Magra consolazione quella di aver lasciato lo stipendio, un record nelle sue gestioni, anche se per la generosità di Pulcinelli, questo gesto non l’avrà nemmeno pensato. Ascoli resta una piazza unica e probabilmente sono io che dovevo fare di più”. 

La Spal? 

“ È semplicemente folle ciò che sta succedendo. Tacopina ha immesso decine di milioni di euro, suoi o di imprenditori che lui ha coinvolto poco importa, non iscrivere la Spal è qualcosa di scioccante. La gente di Ferrara, in dieci mila ultima gara dei play out in casa, non merita una simile sofferenza”. 

Per lei pausa forzata o voluta? 

“Entrambe: voluta e indotta. L’estate  scorsa arrivato ad Ascoli avevo detto che mi sarei dimesso qualora non ci fosse stato gradimento da parte delle componenti che ritengo più importanti nel calcio: società e tifosi. Gli ultras dell’Ascoli hanno ritenuto negativo il mio lavoro e, non appena l’hanno comunicato, ho presentato le dimissioni irrevocabili. Per me la coerenza, e il rispetto verso chi resterà ad Ascoli per sempre,  sono al primo posto a costo di lasciare i soldi come accaduto. Sul piano tecnico si sono fatte cessioni importanti, si è ridotto monte ingaggi e si sono valorizzati i giovani come accadde a Ferrara insieme a Fusco. Credo che ad Ascoli ora ci siano basi migliori per ripartire per chiunque verrà. Ritengo di aver tutelato il club e la proprietà anche a discapito della “gloria” personale. Anche questo è il compito di un DS”.

Cosa non ha funzionato? 

“Esternamente ci sono condizioni, a tutto oggi,  che rendono quasi proibitivo fare calcio. Uno può raccontarla quanto vuole, ma in un progetto che deve tenere conto di una retrocessione economicamente drammatica, se la tifoseria più calda è perennemente in contestazione, non se ne esce. Fai un progetto per riportare equilibrio economico, punti davvero sui giovani del settore giovanile, Piermarini non nasce a caso ma perché ci si è presi il rischio di farlo giocare da 2006, e su qualche elemento dalla D mixato con nomi forti per la categoria, ma se la piazza più accesa non perdona l’essere scesi in C, chi ne fa le spese, sono nuovi dirigenti, giocatori e giovani, che oltre ad avere zero colpa per la situazione, rendono un 50% in meno del loro valore. Le energie mentali se ne vanno nella tensione della vita di tutti i giorni in un clima pesante”.

Si spiega così l’exploit di Tirelli?

“Tire era una mia scommessa. Il primo giocatore preso, dalla D, ovviamente accolto malissimo ma allora non avevo ancora capito Ascoli, mio errore. Due giorni dopo le mie dimissioni è stato mandato. Felice per il ragazzo che è, prima del giocatore, che resta a mio avviso forte”.

Frosinone, Salernitana, Sampdoria, davvero le retrocessioni sono così ingovernabili? 

“Le scorie che ne derivano sono virus che, non si vedono, ma circolano. Retrocedi e tutti pensano che devi vincere sempre. Già il pareggio fa storcere il naso. Se perdi, figuriamoci. Sale la pressione, tensione costante, episodi poco edificanti contro i giocatori, e la squadra rischia di sprofondare. Ad Ascoli grazie a Forte, Gagliolo, Marsura, Corazza, Varone non si sono corsi i rischi che hanno passato altre piazze. A Ferrara solo nel girone di ritorno con Fusco sono riusciti ad avere un rendimento da Spal. Poi questo anno ancora buio e non perché la squadra era scarsa ma la testa è alleato o nemico. Non si può, soprattutto ora, non simpatizzare Spal quando vedi le dimostrazioni di amore incondizionato che lo spallino ha sempre attribuito alla propria squadra”. 

C’è qualche novità per lei?

“Finché non ci sono annunci ufficiali la risposta è negativa”.