Rimini, passaggio di proprietà ancora bloccato: Di Matteo in attesa della Pec

Rimini, passaggio di proprietà ancora bloccato: Di Matteo in attesa della PecTMW/TuttoC.com
Nicola Di Matteo
Oggi alle 10:45Primo piano
di Valeria Debbia

Secondo quanto riportato dal Corriere Romagna, la trattativa per il passaggio di proprietà del Rimini al gruppo guidato da Nicola Di Matteo resta bloccata in una fase di stallo che comincia a generare tensione.

Ieri il rappresentante legale Antonio Buscemi ha avuto nuovi contatti sia con i rappresentanti del gruppo Di Matteo sia con la proprietaria uscente Giusy Anna Scarcella (Building), ma la situazione non si è sbloccata. Il nodo principale rimane l’attesa della Pec decisiva da parte del Tribunale di Milano: finché non arriva, la vecchia proprietà non può considerarsi formalmente fuori e il nuovo gruppo non può entrare a tutti gli effetti.

I colleghi del Corriere Romagna parlano anche di voci (non confermate) su un possibile incontro tra Buscemi, il sindaco revisore Sauro Cancellieri e la stessa Building per fare chiarezza sui conti del club, ma al momento non ci sono riscontri ufficiali.

Intanto Di Matteo e i suoi collaboratori, costretti a rimanere in albergo senza poter operare concretamente, iniziano a manifestare una certa insofferenza per i ritardi. Tra le ipotesi che circolano c’è anche quella di un intoppo legato al pagamento delle spese di custodia del sequestro conservativo disposto dal Tribunale di Milano: si tratterebbe di poche migliaia di euro, una cifra che appare troppo esigua per giustificare un blocco così prolungato, a meno che non siano entrati in gioco motivi di orgoglio o di principio.

Nonostante la rabbia crescente, la fiducia che la pratica si chiuda positivamente entro questa settimana rimane intatta, anche perché Di Matteo ha già versato 220 mila euro per rilevare le quote di Alfredo Rota: un segnale concreto che rende molto improbabile l’ipotesi di un ritiro definitivo dalla trattativa.

Per il momento, conclude il quotidiano locale, il Rimini resta sospeso in una «terra di nessuno» che non giova né alla società né ai tifosi.