Ducci: "Serie C mediocre, frutto della programmazione sbagliata"
Dirigente di lungo corso con esperienze con Pontedera, Ascoli, Perugia e non solo, Piero Ducci, intercettato da Centotrentuno.com, dice la sua sul campionato di Serie C: “Personalmente mi sono preso dei mesi sabbatici dopo 35 anni, sto osservando da fuori tutto quello che succede in questo mondo del calcio che è sempre più folle. Le dico quello che penso, quest’anno è un campionato rispetto agli scorsi anni veramente mediocre. Quando dice lei che è livellato verso il basso non c’è niente di più vero, io sono molto perplesso su tanti aspetti della Serie C di oggi. Ormai esistono tre squadre per girone nettamente più forti, quando va bene, e poi per il resto i valori sono molto equilibrati. Questo andamento al ribasso è dovuto dalla programmazione confusionaria e dalla sempre minore possibilità economica dei club. Questo vale in generale per tutto il calcio, tranne un po’ meno la Serie B che ha il suo andamento sempre molto complicato da prevedere e con tante difficoltà impreviste. In Serie C non sempre si capisce che i valori tecnici sono importanti, ma quello che conta di più è l’area sportiva, il come e quando vengono prese determinate scelte”.
Alla base dei problemi c'è una cattiva gestione? L'ex Milan e Fiorentina n'è certo e allarga il problema: “Secondo me sì, ma tutto dipende dalle persone che compongono le società. Il calcio oggi non può prescindere da una gestione manageriale. Ci lamentiamo che il calcio italiano va male perché non ci sono i calciatori, ma la verità è che non ci sono i dirigenti. Non solo a livello di federazioni, ma già dai club. Spesso si preferisce affidarsi a situazione comode per riuscire a interferire il più possibile sul progetto tecnico. E questo è il male del calcio. In più alcune proprietà straniere non sono state un valore aggiunto. Se tu arrivi e imponi un sistema diverso, come se il calcio fosse NBA o baseball, probabilmente fallisci. Ma non lo dico io, lo dicono i numeri. Per fare calcio bisogna sapere far calcio. Le follie assolute sono le decisioni prese esclusivamente su algoritmi. E io al Milan sono stato tra quelli che hanno inserito l’informatica come servizio aggiunto nella gestione dell’area sportiva. Chi considera solo i numeri non ha capito il valore vero dei numeri. Non è detto che un numero negativo sia indice di negatività di un calciatore, per fare un esempio concreto”.
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