Ghirelli: "La riduzione da 90 a 60 squadre non è servita a granchè"

Nella lunga intervista rilasciata a Tuttosport il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, è tornato sul tema delle riforme: "Gravina ha fissato alcune tappe, è una riforma che serve alla C ma anche a tutto il calcio italiano, alla crescita dei giovani che possono arrivare in azzurro e anche noi contribuiamo a quei 70 giocatori nazionabili che magari iniziano a formarsi da noi. E’ una riforma che deve restituirci competitività. Che cosa manca? Un’idea di sistema. Perché vada in porto, ognuno deve cedere qualcosa, da qui si deve partire. Se uno dalla riforma si aspetta un aumento delle promozioni e una riduzione delle retrocessioni, non ci siamo. Noi come Lega Pro abbiamo la mission di formare i giovani, anche se sappiamo che non è una cosa che abbiamo in esclusiva. Ma ci servono risorse, perché i giovani li formi se ci sono le strutture adeguate e hai qualificato i maestri, che non sono solo gli allenatori. Si deve perdere l’egoismo di ognuno di noi perché si rischia una crisi del calcio ancora più grave di quella attuale. Bisogna porsi delle domande sul futuro.
Ad ora le ricerche ci dicono che non c’è la prospettiva di riagganciare i giovani della Generazione Z che vedono nel calcio soltanto noia per 90’, privo d’interattività. Anche a questo deve guardare la riforma, qui si gioca il futuro del calcio, rischiamo il rinsecchimento. E dobbiamo anche misurarci con i successi che stanno raccogliendo nuoto e atletica, da cui si può imparare. Ne parleremo quando si aprirà la discussione. Ma una riforma potrà andare in porto se si accetta di discutere di tutti gli aspetti. E si deve valutare sempre la sostenibilità economica. La riduzione da 90 a 60? Ma quell’esperienza ha avuto un risultato quasi nullo, anche se noi abbiamo dimostrato di avere la capacità di cambiare. Ora serve un ragionamento d’insieme, le regole nuove dobbiamo scriverle con tutti. Si può tagliare di un terzo le proprie società ma se poi non si ragiona a sistema, di strada se ne fa poca. Voglio essere provocatorio: quella riforma non è servita a granché".
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