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Maspero: "Samp dovrà calarsi nella realtà della C. I tifosi ci saranno sempre"

Maspero: "Samp dovrà calarsi nella realtà della C. I tifosi ci saranno sempre"TMW/TuttoC.com
© foto di Marcello Casarotti/TuttoLegaPro.com
Ieri alle 22:00Primo piano
di Raffaella Bon

Protagonista con la maglia della Sampdoria per una sola stagione, nel campionato 1994/95, Riccardo Maspero non ha dimenticato i colori blucerchiati e, ai microfoni di TuttoC.com, ha commentato la retrocessione in Serie C della formazione ligure, maturata ieri a Castellammare di Stabia: 
"Viviamo una brutta situazione in questo momento,  una retrocessione che purtroppo lascia il segno e porta la Sampdoria a giocare in una categoria dannata e difficile, una categoria che bisogna conoscere.  Per la storia, per il blasone e per i tifosi che ha la Samp è un purgatorio, difficile molto complicato, dove è difficile venirne fuori. Ci sono tante squadre che cercano ogni anno di vincere, adesso servirà una grande forza da parte della società per riuscire subito a trovare le linee giuste per riportare la Sampdoria non dove merita, perché dove merita è la  la serie A, ma almeno ripartire  dalla serie B per poi rifare un'altra scalata"

Prevedi che possa esserci una rivoluzione vera e propria a partire da Manfredi?
"Sinceramente non lo so. Sono stato a Genova anche nella partita con la Salernitana e ho visto, da parte della società un grande coinvolgimento. Adesso la proprietà farà le sue riflessioni su come affrontare il futuro, programmeranno tutto, anche se non sarà facile". 

Passare in tre anni dalla Serie A alla Serie C è una bella mazzata
"Tante società possono fare il doppio salto all'indietro però la Sampdoria, per il blasone e per la storia che si porta dietro, no. Per la  Sampdoria è un dolore, un dolore forte per i colori,  per i tifosi , una squadra che veramente trascina e e ti dà tanto. Questo è un brutto colpo, però ho avuto anche testimonianze di amici sampdoriani che hanno postato messaggi di grande vicinanza e attaccamento al club. In questo momento è fondamentale ricompattare tutto l'ambiente per riportare questo club il prima possibile in altre categorie".

Genova vuol dire due sponde Genoa e Sampdoria, rivalità che si vive anche nelle stesse famiglie con spirito goliardico
"Il calcio è anche questo. Ci sono stati tanti anni in cui la Sampdoria è andata molto meglio rispetto al Genoa, adesso la ruota gira e tocca ai rossoblù esultare. I sampdoriani devono mandare giù questo boccone amarissimo perché bisogna ripartire dalla C ed è qualcosa di molto fastidioso". 

La Sampdoria ad onor del vero era sul baratro del fallimento e questa proprietà l'ha salvata
"Sicuramente la società ha il merito di aver salvato la Sampdoria, però si porta dietro due retrocessioni e questo è ciò che rimane nella memoria degli sportivi. Speriamo che la dirigenza metta ordine al più presto e trovi le persone giuste, perché mai come adesso c'è bisogno di rifondare. Quando si tocca il punto più basso, bisogna ripartire nel miglior modo possibile, cancellare tutto e ripartire per fare grandi cose".

Contro la Salernitana hanno fatto la partita davanti a 30 mila persone ma ieri la prestazione non c'è stata
"Li ho visti anche la partita prima in casa che avevano vinto col Cittadella  e si si vedeva che era una squadra che era in difficoltà, che aveva grandi lacune in ogni reparto, sia difensivo che in mezzo al campo e che in attacco.  Una squadra che fa fatica a fare gol, ma non perché gli attaccanti non sono di valore, ma perché raramente vengono messi nelle condizioni di poter segnare, ma questo è un discorso collettivo e non del singolo reparto. Speravo nella salvezza, però dopo averla vista giocare ho capito che sarebbe stata molto dura. Nei giorni scorsi avevo incontrato anche Attilio Lombardo ma non gli ho detto nulla perché li avevo visti carichi, con grande entusiasmo e passione, anche perché loro hanno vissuto la Sampdoria ancora più di me".

Come si fa ad affrontare una partita in questo modo
"Purtroppo le prestazioni non sono state all'altezza, non solo ieri, altrimenti la squadra non sarebbe arrivata a giocarsi la salvezza all'ultima giornata. All'inizio i giocatori pensavano di essere bravi perché indossavano la maglia blucerchiata e avevano 20.000 persone sugli spalti a tifare, ma il calcio si gioca 11 contro 11, i tifosi possono darti un aiuto ma non sono loro a fare gol, sei tu che devi trasformare quell'energia in qualcosa di positivo. Per farlo ci vuole personalità e, secondo me, i tifosi sampdoriani non hanno trovato nessun giocatore in grado di trascinare la squadra per vincere le partite. Il pubblico ha continuato a sostenere la squadra solo per la maglia e questo non è un fattore positivo, perché significa che nessuno è riuscito a scaldare il cuore del pubblico".

Una stagione con quattro allenatori cambiati
"Significa che sono stati fatti errori importanti. Già all'inizio dell'anno non si era convinti su Pirlo, poi è stato preso un allenatore scelto dal direttore, poi è arrivato Semplici che, pur essendo un tecnico esperto, non è riuscito a cambiare la rotta. Alla fine sono arrivati Evani e Lombardo ma ormai era troppo tardi, nonostante il loro attaccamento ai colori blucerchiati". 

Cosa serve ora per ripartire?
"Serve grande serenità, riflettere bene su tutto non farsi prendere  dal momento e dalla situazione. Occorre capire la categoria e ripartire con delle idee e con dei concetti in funzione della categoria che vai a fare. In questo momento devi dimenticare di chiamarti Sampdoria e calarti nella nuova realtà". 

Il prossimo anno  sarà una battaglia in ogni campo
"Ho vissuto la rinascita della Fiorentina con la famiglia Della Valle. Loro hanno saputo programmare, c'è stata grande serenità e competenza, ma fu una ripartenza meno dolorosa perché si arrivava da un fallimento e la tifoseria aveva metabolizzato l'evento. Nel caso della Sampdoria, invece, c'è stata una retrocessione sul campo, quando i tifosi si aspettavano di disputare almeno i playout. Sicuramente sarà fondamentale allestire una squadra che sia all'altezza della categoria, senza tanti nomi. Una cosa è certa: i tifosi ci saranno sempre".