Lucarelli: "La qualità ha un prezzo, e oggi la qualità si paga sempre meno"

Nel corso della puntata mattutina di “A Tutta C”, in onda su TMV Radio e sul canale IL61 del digitale terrestre, è intervenuto Cristiano Lucarelli. L’ex tecnico di Catania, Ternana e Reggina ha affrontato diversi temi d’attualità legati alla Serie C: dalla riforma Zola e l’introduzione della tecnologia FVS, fino al valore dei settori giovanili e al livello tecnico del campionato.
Mister, Gianfranco Zola, oggi parte integrante della governance di Lega Pro, ha parlato positivamente sia dell’ingresso della tecnologia in Serie C (l’FVS) sia della riforma che incentiva l’utilizzo dei ragazzi del vivaio, la cosiddetta “riforma Zola”. Le chiedo se anche lei è favorevole a queste novità.
"Tanto io ho talmente tanta stima di Gianfranco che insomma mi fido abbastanza per poter condividere le due situazioni. Una perché comunque aiuta, almeno in quattro episodi a partita aiuta, è un aiuto per gli arbitri, quindi lo ritengo anche una cosa intelligente, una cosa utile. Per quanto riguarda gli incentivi, nella fattispecie non mi ricordo al dettaglio tutta la normativa, però quando si parla di incentivi sono d'accordo, quando si parla di obblighi non sono d'accordo, perché come dico sempre io in Serie D sono ormai più di vent'anni che si obbliga a utilizzare delle quote, quest'anno è stato ridotto a tre, però se poi effettivamente si va a vedere l'utilità di questa regola è spesso che nulla, perché ogni squadra le quote le utilizza sugli esterni, terzino destro, terzino sinistro e portiere e stando a questa normativa in Italia nel frattempo dovrebbero esserci stati duemila Maicon, duemila Paolo Maldini e duemila Gigi Buffon, in realtà non mi risulta che questo accada (...)"
Non pensa che lavorare sui giovani a livello di Serie D o Serie C sia già troppo tardi, e che bisognerebbe intervenire prima, nei settori giovanili?
"Sicuramente rispetto a tanti anni fa nei settori giovanili più che degli allenatori c'erano degli istruttori, adesso ci sono degli allenatori che in primis mettono davanti la propria carriera e poi la formazione dei giovani. Risultato: conta vincere sempre, anche nei tornei dei pulcini, per dimostrare di essere bravi. Bisogna rivedere tutto il sistema, senza parlare del clientelismo che c’è in questo settore e di tanti allenatori che portano sponsor pur di allenare. Manca la formazione vera e propria, quella che creava i campioni. Io ho visto Mancini, Buffon, Donnarumma esordire giovanissimi perché erano forti, non perché c’era una regola. Quando sei bravo giochi, e il sacrificio lo impari con la gavetta, non con l’obbligo."
Questo weekend ci saranno grandi sfide come Lecco-Brescia, Alcione-Inter, Arezzo-Ravenna, e nel Girone C Catania-Salernitana. Il presidente del Cittadella ha detto che la Serie C oggi è più competitiva di prima. È d’accordo?
"Ma sinceramente no. Ogni girone ha le sue peculiarità: il Girone C, per esempio, lo vedo da sempre come il più forte, più fisico e più complesso anche a livello ambientale. Ci sono tante corazzate: Salernitana, Benevento, Catania, ma anche Potenza, Crotone, Cerignola, Casertana, Trapani, Cosenza, Atalanta U23, Foggia… è un girone difficile. Nel Girone B ci sono tante neopromosse che stanno facendo bene come Ravenna, Forlì e Sambenedettese, mentre nel Girone A era prevedibile trovare Vicenza, Lecco, Brescia e Inter U23 davanti. Il Cittadella e il Novara forse stanno deludendo un po’, ma conosco bene il direttore Marchetti: è uno dei più bravi in Italia e la sua è una scelta comunicativa intelligente per togliere pressione. Detto ciò, credo che il Cittadella resti attrezzato per tornare subito su."
La rivedremo presto, magari sulla panchina del Livorno?
"La voce è suggestiva, ma io ho sempre detto che non vorrei allenare nella squadra della mia città per tutta una serie di motivi. Seguo il Livorno, certo, anche per una questione logistica: vado a vedere tante partite di Serie B e C, almeno quattro o cinque a settimana, perché mi piace aggiornarmi. Mia moglie non è felicissima (ride), ma è il mio modo di studiare calcio. Però no, non penso che questa Serie C sia cresciuta: anzi, ci sono tante società che devono guardare ai costi. È come al supermercato: se hai dieci euro nel carrello compri poche cose, se ne hai cinquanta il carrello è più pieno. Nel calcio è uguale: la qualità ha un prezzo, e oggi la qualità si paga sempre meno."
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