Tesser: "Perugia in crisi, ma quanti esoneri. Futuro? Cerco progetto con entusiasmo"

Nella trasmissione "A Tutta C", condotta da Claudia Marrone, è intervenuto mister Attilio Tesser per commentare le prime giornate di campionato.
Partiamo da Perugia e dalle probabili dimissioni di Braglia. Ma quando accadono queste cose dopo sole dieci giornate è sintomo di qualcosa di veramente negativo?
"Bisognerebbe conoscere bene le dinamiche da dentro. Io dico sempre il campo regala la percezione della realtà. Da là dai risultati poi si può andare a vedere se manca la competenza nella formazione della rosa, se manca un qualcosa all'interno, se l'allenatore che può aver sbagliato. Sicuramente un avvio così negativo del Perugia è stato un po' inaspettato anche per quello che poteva essere appunto all'inizio stagione anche per la competenza di Meluso, con una squadra considerata sulla carta buona. Quindi come dicevo consapevolmente che non è mai semplice dar giudizi da fuori perché non si sa bene le cose come dentro sono. Dentro società, dentro il campo, lo spogliatoio. Di certo però insomma il Perugia era chiamato un po' al riscatto dalla stagione passata che fondamentalmente non era stata poi così esaltante per il Grifo. Poi bisognerebbe conoscere bene le dinamiche interne alla società e dopo anche allo spogliatoio perché un momento così grave, di crisi così grave è abbastanza impensabile anche per il valore tecnico della rosa sulla carta evidentemente e quindi c'era voglia di riscatto e purtroppo non è così e molto negativo anche. Con dispiacere lo dico questo perché ho vestito la maglia del Perugia da cacciatore e so quanto in quella città ci sia una grande passione e una grande tifoseria.
Un'altra squadra in crisi è il Pontedera: probabilmente si arriverà all'esonero di mister Menichini. Sarebbe l'ennesimo cambio in panchina: c'è troppa fretta in queste scelte?
"Non è alle volte un po' troppo presto perché sembra in Italia c'è la cultura dello sconfessare abbastanza velocemente un progetto. In serie D non era mai successo che alla settima di campionato non ci fosse stato un esonero e che molte società davano fiducia ai tecnici proprio anche con buona continuità ed era questo proprio il commento adesso hanno iniziato un po' ad allargarsi: io dico che ogni realtà bisogna bisogna conoscerla in quell'intervista dicevo ma sono contento che le società proprietà validino bene il lavoro e diano qualche settimana in più anche all'allenatore. Conosco Braglia: è un allenatore importante ed è conosciuto che sa di fatti fatto il suo ecco che torno a quel discorso ambientale, sono convinto che devono avere qualche settimana in più di tempo per far vedere il lavoro, a meno che non ci sia un'incompatibilità con i giocatori che non si riesce a creare quella giusta alchimia allora si può anche valutare in tutti i casi anche un eventuale esonero. Un altro concetto che a me piace veramente poco è quello di fiducia a tempo perché secondo me questo è uno dei concetti più deleteri per una squadra per un club perché comunque o si crede in quello che si fa o non ci si crede e penso che far allenare un allenatore con la spada di Damocle sulla testa".
Anche quest'anno, diverse squadre fanno i conti con delle penalizzazioni.
"Considerando i punti importanti, per Rimini e Triestina serve fare un qualcosa di veramente straordinario di fare un'impresa. Noi lo scorso anno subentrando alla sedicesima dopo 16 partite aveva fatto 6 punti su 48 e non era mai successo che nessuna squadra in serie A, B, C o C2 dell'epoca si sia mai salvata avendo quei punti di penalità e noi ci saremmo anche salvati direttamente senza passare dai Playout, poi sono stati sottratti altri quattro punti che sono stati dati. Lo spogliatoio ha reagito molto bene. Secondo me non è impossibile agganciare il treno Playout ma la salvezza diretta la vede impossibile.
La Triestina, in caso di retrocessione, ripartirebbe dalla D mentre il Rimini potrebbe rischiare una fine simile a quelle fatte da Lucchese e Spal.
Si rischia di falsare i campionati come abbiamo visto e lo sappiamo quindi la speranza che tutte le formazioni possano trovare un loro equilibrio societario come la Triestina appunto l'ha fatta con questa nuova gestione e lo possa fare anche Rimini: questo è l'augurio che faccio veramente a tutte le squadre. L'importante per me, che sono stato a Trieste, è che la nuova proprietà le carte di regola per rilanciarsi cercando di ottenere la salvezza in questa stagione e poi anche un futuro migliore perché Trieste merita qualcosa più di della Lega Pro, però lo dico con quello che è vero penso dentro di me.
A proposito di campionati al vertice, nei tre gironi si stanno delineando le corse alla promozione.
"Io all'inizio del stagione ho paragonato il Vicenza favorita senza il Brescia, non lo nego perché il Brescia la ritengo una squadra forte, anche quest'anno si è ulteriormente rinforzata e la ritengo una squadra molto importante. Il Vicenza dà continuità, sono tre anni, due anni verso questo che si trova lì nelle zone alte che si gioca la possibilità di salire e potrebbe essere l'anno buono per loro, l'organico è sicuramente molto molto forte, hanno una rosa molto molto ampia, lo stesso per il Brescia perché hanno anche fatto acquisti importanti, lei con un passetto indietro, rispetto a loro complimenti per quello che sta facendo. Adesso mi aspetto il Trento in questa categoria che possa risalire qualche posizione perché è ben allenata e la ritengo che sia una squadra perlomeno provata affrontata lo scorso anno competitiva di qualità".
Sicuramente il Trento può giocare un ruolo da outsider, come magari anche la Vis Pesaro?
"Sì, siamo su quella strada lì di quelle tre squadre che ha indicato prima che sono quelle che si lotteranno per la vittoria, il campionato e la Vis Pesaro può essere la sorpresa. Si sono consolidati in tanti anni in questa categoria, con anche mantenendo una rosa abbastanza dal capitano Di Paola che ho avuto il piacere di allenare a Modena, mantenendo più o meno sempre la stessa squadra e quando hai i giocatori di categoria e fai le cose fatte per bene è sempre un bel vantaggio ed è un facile trovarti nelle zone buone di classifica.
Ci sono possibilità concrete di rivederla in panchina nel breve periodo?
Me lo auguro, qualche contatto l'ho avuto recentemente in più situazioni e poi non si è concretizzato, vediamo, come dicevamo prima è giusto che la fiducia a chi sta allenando, poi anche giusto qualche cambio ci sta, io ripeto più di qualche contatto l'ho avuto, tutte e due le categorie, vediamo quello che se alla fine avrò l'opportunità di andare a lavorare visto che le motivazioni sono ancora molto molto alte".
Quale categoria preferirebbe?
Non ho mai fatto problemi di categorie, sono sempre stato uno che ha voglia di allenare, il mio entusiasmo è su questo e quando c'è una società che ti cerca, che è una società seria che vuole fare le cose fatte bene, per me non è mai stato un problema di categoria, ero in Serie A sono andato in Lega Pro, da lì mi sono iniziate le mie grandi soddisfazioni di vincere con Novara la C, la B, la A. Sono andato a Cremona, a Modena, con il Pordenone abbiamo vinto il campionato per poi fare i Playoff per salire in A: anche scendendo di categoria, poi si hanno le soddisfazioni e si può far bene anche l'anno successivo insomma e questo è quello che penso nella mia carriera ho dimostrato di fare.
Quella del Pordenone è stata una favola incredibile. Che ricordi ha?
Qui c'è proprio la differenza sul lavoro e sul tenere a mente le cose importanti: quando si lavora bene e c'è entusiasmo, non importa la categoria. Pordenone era la favola che il patron Lovisa aveva creato, il quarto di finale di Coppa Italia a San Siro e poi con quel pezzo di storia che io, lo staff e tutti i ragazzi, tutte le persone attorno alla società si è creato. Resta il rammarico di non aver raggiunto la finale Playoff con lo Spezia, ma anche qui è stato un percorso davvero straordiinario. Sono venuti fuori giocatori molto interessanti come Di Gregorio e Pobega, ora stabilmente in Serie A".
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