Top & Flop di Pro Patria-AlbinoLeffe

05.10.2022 21:55 di Francesco Moscatelli   vedi letture
Piran, TOP Pro Patria
TMW/TuttoC.com
Piran, TOP Pro Patria
© foto di Paolo Baratto/Grigionline.com

Basta un sinistro sul secondo palo di Piran al terzo minuto della ripresa alla Pro Patria per avere la meglio sull'AlbinoLeffe in un confronto tra due squadre dalle filosofie societarie per certi aspetti convergenti. Entrambe puntano sul vivaio, entrambe credono nella sostenibilità, entrambe hanno approfittato del turno di Coppa per vedere "a che punto sono". L'inserimento dei giovani bustocchi sembra, a tabellino certificato, più naturale, già con qualche "oggi" e non solo a tanti "domani". Pro Patria più brava a sfruttare l'episodio e più pronta nei duelli individuali: in queste sere, e in questa serie C, sono armi più che sufficienti per passare il turno e continuare il proprio cammino. AlbinoLeffe con discrete geometrie, come sempre mai realmente inferiore agli avversari, anzi a volte da preferire per ampi tratti di gara: ma manca sempre...boh, cos'è che manca (quasi) sempre?

Vediamo ora coloro che, a nostro avviso, sono risultati essere i migliori e i peggiori nel match disputato questa sera allo stadio "Carlo Speroni" di Busto Arsizio. 

TOP:

Piran-Gavioli-Mangano (Pro Patria): il primo TOP è per Piran. Per lui: classe 2003, per la sua personalità nel gol e nel corso di tutta la partita. Per quel sinistro che osa e che viene premiato con il gol che si rivela decisivo. Ma anche per quello che lui rappresenta nel progetto bustocco: giovani da crescere, eventualmente da prestare per un sano anno fuori di casa, sicuramente da tenere a doppio filo per avere una ventata di aria fresca nella Pro Patria dei grandi. E non c'è solo Piran, perché anche Caluschi, ad esempio, diciottenne, che sulla destra bluceleste ha dato filo da torcere; ma anche Ferri, entrato molto bene in partita, altro esempio di come si gestisce bene una cantera anche se non ci si chiama Barcellona. Molto volitivo il primo tempo di Gavioli che si è guadagnato un numero sostanzioso di calci da fermo, mentre azzeccato l'arretramento di Fietta che ha anzi approfittato delle sue corde di mediano per impostare dalla linea difensiva. E infine Mangano: già dalla conferenza pre-partita si capiva la voglia di ritargliarsi il proprio spazio che un buon Del Favero ha limitato alla Coppa e ad una possibile, difficile alternanza in campionato. Del Favero offre garanzie, ma intanto Mangano ha detto, anche stasera, "ci sono". E Vargas, giustamente, se li gode entrambi. UN PROGETTO COERENTE CHE DA' I SUOI FRUTTI   

Giorgione-Ntube-Zoma (AlbinoLeffe): come (quasi) sempre, non è una "Celeste" da buttare. Anzi: nel primo tempo le occasioni più clamorose (due) le hanno avute proprio i seriani prima con una  traversa figlia del genio creativo di Giorgione (che ancora una volta si è preso sulle spalle un gruppo che, almeno nel primo tempo, vedeva tanti giovani), poi con un destro di Concas ben parato da Mangano. La fase più difficile è stato riprendere a macinare gioco dopo il gol, poi gli ingressi hanno provato (Petrungaro in particolare, più che volitivo il suo "secondo esordio" in maglia bluceleste) a dare un po' di verve ma è mancato sempre quell'attenzione nell'ultimo tratto, la cattiveria di essere lì prima e davanti al Saporetti di turno per buttare in rete un pallone e, con lui, un nuovo periodo complicato. Se la Coppa doveva rimischiare le carte, dal mazzo esce bene in difesa Ntube (molto cercato anche dallo stesso Genevier in fase di impostazione) ed è importante perché questo ragazzo ha le qualità ma si deve ritrovare, lui e una nuova consapevolezza dei propri mezzi che, ai tempi di Interello, ammiccavano a situazioni importanti. Tra i più giovani, luci ed ombre: queste sono le serate in cui un 2003 deve cominciare ad alzare la mano e non più solo sedersi al proprio banco. Chi ha provato ad alzare il braccio è il ragazzo probabilmente con più mezzi fisici e tecnici, ragazzo che non sta tradendo le attese: bene dunque "Momo" Zoma nel suo inedito ruolo di "quinto". In questa veste era importante offrire garanzie nelle due fasi e, se nella fase di spinta ha offerto la sua solita effervescenza, è piaciuto -anche sorprendendo- pure nei ripiegamenti difensivi. QUALCHE SPUNTO NELL'AMARO IN BOCCA  

FLOP:

La coppia d'attacco del primo tempo (Pro Patria): un po' "leggera" la coppia d'attacco formata da Citterio e Chakir che si è mossa molto ma senza offrire reali punti di riferimento in avanti. Non si segnalano infatti azioni degne di nota nel primo tempo in cui la Pro Patria ha cercato più che altro di spezzare le trame altrui, dando quasi l'impressione di voler andare negli spogliatoi sul risultato di 0-0. La ripresa ha visto la rete di Piran e dunque un nuovo atteggiamento tattico che ha previsto veloci ripartenze con Piu come pressochè unico riferimento offensivo. Se la partita di Coppa è occasione per ridiscutere le gerarchie, gli attaccanti odierni non hanno del tutto convinto, rimanendo negli spogliatoi tra un tempo e l'altro. UN FLOP CHE NON FA MALE

Attenzione e intensità (AlbinoLeffe): peccato per tanti motivi. Anche lo scorso anno la Coppa era giunta dopo un periodo molto complicato ma fu proprio la Coppa, con quei rigori contro la Pro Vercelli, a tracciare la strada verso una stagione quasi tranquilla. Quest'anno non ci sarà alcuna medicina infrasettimale, sarà il campionato a dover curare i mali del campionato. Questa sera l'AlbinoLeffe di sempre: le idee non mancano, una discreta tecnica pure (o quantomeno quasi mai inferiore a quella degli avversari). E allora, cosa serve per cominciare a mostrare qualche sorriso? Anche lo scorso anno Marcolini ammetteva il problema: l'attenzione ad essere al posto giusto nel momento giusto, ad arrivare primi sul pallone, a mettere quel piede che manca perché tutto sommato anche allo "Speroni" i palloni non sono mancati. Da questo punto di vista l'AlbinoLeffe soffre da molto tempo e da molto tempo prima di Biava. Detto questo, a onor del vero, è certificato come quando va male per proprie colpe ci si mette anche la sorte ad acuire le sofferenze, perché una traversa ha uno spessore massimo di 12 centimetri, e può essere lì, in certe sere, tutta la differenza del mondo. E' NATO PRIMA L'EPISODIO FORTUITO O LA VOGLIA DI REAGIRE?